Itinerario istruttivo per ritrovare
con facilità tutte le Magnificenze
di Roma e di alcune città, e castelli
suburbani.
Terza Giornata
Prefazione
Non sarà di poca scortatura, che essendosi
terminata la seconda giornata poco lungi dalla Porta del Popolo,
torniamo ora a fare per la medesima l'ingresso, e da quella piazza
diamo, principio alla terza giornata, incamminandoci per la via a
destra del Corso, che ora dicesi
Strada del
BabuinoDa una brutta statua, che sta a giacere sopra un
fonte prende il nome questa spaziosaa e nobile strada, la quale
cammina dritta sotto le falde del monte Pincio, che ne' tempi andati
dicevansi orti di Napoli; ora però sono tutte occupate da nobili
casamenti, e da chiese e conventi. In primo luogo si trova a destra
la
Chiesa di
S. Atanasio, e collegio dei GreciDa Gregorio XIII. fu
eretta questa chiesa, e collegio per li giovani di nazione Greca,
acciò apprendessero le scienze, e non si perdesse l'uso dell'antico
rito e ceremoniale Greco. Ne fece il disegno Giacomo della Porta; il
prospetto della chiesa però è di Martin Lunghi, e le pitture sono di
Francesco Tibaldi. Nell' ultimo vicolo quasi incontro evvi il
magnifico
Teatro di
Alibert detto delle DamePorta questo un tal nome dal
suo facitore che con somma splendidezza e magnifica proporzione lo
distinse fra tutti gli altri, che sono in Roma destinati per li
drammi musicali. In questa contrada, che negli ultimi secoli
dicevasi gli orti di Napoli, si crede essere stata la Naumachia di
Domiziano amplissima, nella quale radunavasi tant'acqua, che a guisa
di un mare, vi sì facevano i combattimenti navali per trattenimento
del popolo Romano, e per esercitare ancora la gioventù a
guerreggiare per mare. Finita poi la battaglia, e ritiratesi le
navi, spariva in un baleno tutta l'acqua con piacere e maraviglia
degli spettatori, e perchè il suolo restasse subito asciutto era
tutto coperto di arene, acciò in ultimo vi si celebravano i giuochi
de' Gladiatori.
Piazza di
SpagnaDopo la divisata strada si slarga la magnifica
piazza, che dicesi di Spagna non solo per il palazzo
dell'Imbasciatore di quel Monarca; ma ancora perchè è di
giurisdizione del medesimo, e perciò è la più frequentata e abitata
da' forestieri, e illustri viaggiatori; onde vi sono de' nobili
alloggiamenti, e degli antiquarj condottieri in abbondanza.
Scalinata e
Fontana della barcacciaSulla medesima piazza
corrisponde la grande scalinata fattavi dal Re Cristianissimo Luigi
XIV. col disegno di Franc. de Santi per rendere agevole e maestoso
l'accesso alla chiesa della ss. Trinità de' Frati Minimi Francesi,
che sta sul monte Pincio. E da piede si vede il fonte fattovi dal
Bernino per ordine di Urbano VIII. che per essere in forma di nave,
dicesi la barcaccia. La deliziosa strada che da questa
principia, e seguita dritta fino al collegio
Clementino si dice de' condotti, per
gli antichi condotti dell'acqua Vergine, che vi passavano; e poi
fino a castel s.
Angelo, si dice dell'Orso. Nel principio di essa evvi a destra
il palazzo dell'Imbasciatore di Malta, ed incontro quello di Nunez
molto magnifico. Ritornando poi sulla divisata piazza si vede il
Palazzo di
SpagnaQuesto grande e magnifico Palazzo è destinato per
residenza degli Ambasciatori, e Ministri del Re Cattolico; e però,
come dicemmo, dà il nome a tutta la gran piazza, e ne gode ancora la
giurisdizione;onde vi sono degli ufiziali, e subalterni nazionali,
che ne tengono cura.
Collegio
di Propaganda FideCorrisponde medesimamente sulla detta
piazza questo gran Collegio, il quale ebbe principio l'anno 1622.
Gregorio XV. per provvedere ai bisogni e dilatazione della Fede
Cattolica, e però nel Pontificato di Urbano VIII. fu eretto qui il
collegio col disegno del Bernini, e vi furono collocati delli
studenti di varie nazioni orientali, a fine di imparare le scienze,
e poi propagate in quelle parti la Fede. Fu dipoi terminata la
fabbrica dal Borromino; la chiesa però corrisponde nella strada a
sinistra, ove si vede il capriccioso prospetto fatto dal medesimo
Borromino: ma però entro il collegio, e vi sono delle buone pitture.
La conversione di s. Paolo nella prima cappella a destra è di Carlo
Pellegrini, ma col disegno del Bernini; il s. Filippo Neri nella
seconda è di Carlo Cesi, e i Re Magi nell'altare maggiore sono del
Geminiani; le pitture di sopra sono di Lazzaro Baldi. Il ss.
Crocifisso dall'altra parte è del suddetto Geminiani; i santi
Apostoli colle reti sono copie del Vasari, e le pitture nella
superiore cappella del Collegio sono di Gio. Ventura Borghesi.
Appresso a questo collegio si vede la chiesa di s. Andrea delle
Fratte, e poi nell'alto della strada la
Chiesa e
Monastero di s. Giuseppe a capo le caseSi dice quella
chiesa a capo le case, perchè ne secoli trascorsi fin qui non
giungeva l'abitato di Roma. Fu eretta con il monastero l'anno 1590.
da uno Spagnolo Prete della congregazione dell'Oratorio di Roma per
le religiose Carmelitane scalze. Dopo trentotto anni fu rinnovata,
ed accresciuta la chiesa dal Card. Marcello Landi, e fu ornata di
famosi quadri; quello nel primo altare a destra è opera del
Lanfranchi, il quadro nell'altare maggiore è di Andrea Sacchi, e
quello del terzo altare è di una Religiosa del medesimo monastero.
La s. Teresia dipinta a fresco, che sta sulla porta è del detto
Andrea Sacchi, ritoccata poi da Carlo Maratti.
Chiesa di
s. Andrea delle FratteDalle siepi, e fratte degli orti,
che quì vi erano nei. secoli passati, prese il nome questa chiesa un
tempo posseduta dalla nazione Scozzese; ma poi staccatosi quel Regno
dalla Fede Cattolica, nell'anno 1585. la ottennero i Frati Minimi di
s. Francesco di Paola . E però Ottavio del Bufalo coll'entrate
lasciate da quella nazione rifece la chiesa con disegno di Gio:
Guerra; la cupola bensì ed il campanile ognun vede essere opera del
Borromini, ma per maggior sciagura rimasi imperfetti; l'architettura
della nobilissima cappella di san Francesco di Paola è del
Barigioni, e li due Angioli con li misteri della passione del nostro
Redentore sono opera, e dono del Bernini. Il quadro di s. Andrea
Apostolo nell'altare maggiore è di Lazzaro Baldi, ed il laterale a
destra è di Francesco Trevisani, e quello a sinistra di Gio: Batista
Leonardi. Le pitture a fresco nella tribuna, e cupola sono di
Pasqualino Marini, e quelle nelle cappelle di altri pittori
consimili; la s. Anna però nell'altare della crociata in ovato è di
Giuseppe Bottani. A lato della porticella di fianco evvi il deposito
di Niccolò Simone de' Duchi di Baviera morto in Roma l'anno 1734., e
nell'altra incontro, quello del Re di Marocco venuto alla Fede
Cattolica l'anno 1733. e poi morto in Roma l'anno 1739. A piè della
porta grande sono due depositi con sculture, quello a destra
nell'entrare è del Cav Quijroli, e quello a sinistra di Pietro
Bracci; e nel chiostro evvi la vita del Santo dipinta dal Cozza, dal
Giraldi, ed altri.
Chiesa di
s. Gio. in Campo MarzioNella strada incontro la detta
chiesa, evvi, prima di giungere al monastero di s. Silvestro in
Capite, la chiesa di s. Giovanni, detta in campo marzo, ora dedicata
in onore della ss. Vergine da' Frati scalzi della mercede, che la
possiedono. Vi sono delle pitture di Paris Nogari, e di altri
moderni, che taceremo per seguitare con sollecitudine il nostro
viaggio: onde ripigliando il cammino appresso la chiesa di s.
Andrea, siegue il
Collegio
Nazzareno, e chiesa de' ss. Angioli CustodiDal Card.
Michelangelo Tonti, che lo fondò prese un tal nome questo collegio,
perchè era Arcivescovo di Nazzaret; e altresì perchè alla ss.
Vergine col titolo di Nazzaret è dedicata la cappella di questo.
Stava prima sulla salita di s. Onofrio, ma concorrendovi de'
convittori nobili, ed in gran numero, fu quivi trasportato, ed
eretto nel medesimo palazzo del suo Fondatore, e si estende fino
alla strada de' ss. Angeli Custodi, in onor de' quali fu dedicata la
chiesa che ivi
si vede eretta da una Confraternita di devoti fedeli; il quadro
nell'altare maggiore è di Giacinto Brandi, ed il s. Antonio di
Padova di Luca Giordani. Quindi camminando più oltre verso piazza
Barberini, evvi a sinistra la
Chiesa di
s. Maria di CostantinopoliLa nazione Siciliana con li
soccorsi del Re Cattolico Filippo II., e del Card. Simone Tagliavia
eresse circa l'anno 1515. questa chiesa in onore della ss. Vergine
sotto il titolo di Idria, come dicemmo altrove, titolo molto
celebre, ed antico nella Città di Costantinopoli; ma in oggi per
l'ignoranza di ciò, dal volgo l'è stato mutato in quello di
Costantinopoli. Sonovi delle cappelle ornate di marmi, e di pitture.
Il quadro di s. Francesco Saverio nella prima cappella a destra è
diGio: Qualiata; la s. Rosalia nell'altra è di Gio: Valerio
Bolognese; il s. Corrado in quella incontro, è di Alessandro Vitale;
il s. Leone Papa nell'ultima, .di Pietro del Po, e la s. Agata, e la
s. Lucia nei laterali sono di Francesco Ragusa. Vi è unito l'ospizio
per i pellegrini, e l'oratorio per li fratelli ascritti. Indi
entrando nel vicolo incontro a questa, si trova a sinistra la
Chiesa di
s. Nicola in ArcioneDall'antico foro Archimonio si
crede, che prendesse il nome questa chiesa, corrotto poi in Arcione.
E' antica parrocchiale, e ne hanno cura i Frati Serviti, i quali
l'hanno rinnovata, ed adornata di varie pitture. il s. Antonio di
Padova nel primo altare a sinistra, ed il s. Francesco nel secondo
sono di un allievo di Andrea Sacchi; il s. Niccolò, ed il s: Filippo
Benizi nell'altare maggiore sono di Pietro Sigismondo da Lucca; il
s. Lorenzo nella cappella, che siegue è di Luigi Gentile; quello
nell'altra del Cav. d'Arpino, l'ultimo viene dal Maratti, e le
pitture nella volta erano di Giuseppe Passeri. A sinistra di
questa chiesa, e sulla strada Rosella evvi quella dedicata a s.
Maria della Neve, coll'ospizio de' monaci Fugliensi della
congregazione di Francia; e ritornando a destra, si trova nel
secondo vicolo il collegio, e chiesa di s. Gio: de'
Maroniti. Quindi ripigliando il cammino per la strada a sinistra
dell'Angelo Custode, si vede il palazzo Panfili già Cornaro, e poco
dopo a destra il palazzo
di Carpegna, in cui è particolare la scala a chiocciola fatta
con disegno del Borromini. Ed appresso evvi la
Fontana
di TreviMolto celebre è la sorgente dell'acqua di
questo fonte, poichè essendo stata da una donzella insegnata ai
soldati Romani, che ne andavano in cerca, le diedero il nome di
acqua vergine, la quale poi per le ottime sue qualità fu condotta
con somma magnificenza a Roma da Marco Agrippa cognato di Ottaviano
Augusto. Il suo fonte, o per dir meglio, emissario non fu già, ove
ora lo vediamo, ma presso alle terme di quel gran Cittadino Romano.
Ma poi rovinati per la vecchiezza i suoi condotti, Niccolò V. fu il
primo, che la restituisse in Roma, e qui facesse il fonte, e
finalmente il Pontefice Clem. XII. con immensa spesa riattati i
condotti, fecevi il gran prospetto con disegno di Niccolò Salvi
Romano; ora compito colle statue, e bassirilievi di marmo dal
regnante Sommo Pontefice. La statua di mezzo, e i tritoni co'
cavalli marini sono di Pietro Bracci; le due statue laterali di
Filippo Valle, il bassorilievo a destra di Andrea Bergondi, e quello
a sinistra di Giovanni Grossi. Sta appoggiato questo fonte al
palazzo Conti Duca di Poli, l'ingresso del quale sta a destra, ove
corrisponde l'oratorio della Confraternita di s. Maria in Via, e
presso la celebre
Chiesa di
s. Maria a TreviFu questa ristaurata da Bellisario
famoso Capitano dell'Imperatore Giustiniano, in penitenza di aver
deposto dal Ponteficato Silverio nell'anno 527. e dicevasi in
Fornica forse per le fornici o archi dell'accennata acqua vergine.
Ora per lo detto fonte si dice s. Maria a Trevi, e la custodiscono i
Frati Ministri degl' infermi. Vi sono delle belle pitture nella
volta, opere del Gheraldi, ed un quadro rappresenta s. Cammillo
dipinto dal Cav. Serenarj.
Chiesa
de' ss. Vincenzo ed Anastasio a TreviIncontro al
mentovato gran fonte si alza questa chiesa, che è parrocchia Papale,
il cui magnifico prospetto fu fatto dal disegno di Martin Lunghi il
giovane per ordine del Card. Giulio Mazzarini, il quale voleva fare
similmente la chiesa, se non gli fosse mancato il tempo. Indi
camminandosi per la strada a sinistra, si passa subito alla salita
di Monte Cavallo, a destra della quale, evvi nell'antico convento
de' frati Cappuccini, l'abitazione della famiglia pontificia, ed
incontro la
Dataria
ApostolicaUrbano VIII. avendo renduta agevole questa
strada vi eresse l'abitazione pel Datario Apostolico con gli altri
ufizj de' registri di tutte le spedizioni de' benefizj, e dignità
Ecclesiastiche, con le abitazioni di alcuni ministri, ed ufiziali.
Quindi camminando più oltre per la salita del colle, anticamente
detta il clivo Salutare, si trova il
Palazzo
Pontificio sul QuirinalePrese un tal nome questo colle
dal tempio di Quirino, di cui fra poco mostreremo il sito; ora si
dice Monte Cavallo dalle maravigliose statue che nella magnifica
piazza si vedono voler frenare due gran cavalli. Furono questi dalla
Grecia portati a Roma da Costantino Magno, e posti nelle sue terme,
che furono qui presso, donde Sisto V. li trasportò per ornamento di
questa piazza. Questi per l'iscrizione, che vi sta da piede si
comprende essere opere di Fidia e Prassitele fatti ad emulazione,
per rappresentare Alessandro Magno domante il suo Bucefalo: ma
comecchè quelli scultori vissero molto tempo prima di Alessandro, si
crede o che non rappresentino Alelssandro, o che siano stati fatti
da altri autori più moderni di quelli, appropriandosene il nome, ed
il credito. Il palazzo pontificio, che quivi si vede, fu
principiato dal gran Pontefice Paolo III. per godere l'amenità del
sito, e la salubrità dell' aria; da Gregorio XIII. proseguito con
magnificenza sotto la direzione di Flaminio Ponzio Lombardo, e poi
da Ottavio Mascherino fu fatta la nobilissima scala a chiocciola
ornata di colonne,come quella del celebre palazzo di Caprarola fatta
da Giacomo da Vignola. Il portico, la galleria, ove è l'orologio, e
l'appartamento nobile furono eretti da Domenico Fontana sotto Sisto
V. e Clemente VIII. ma poi fu compito il tutto colla gran sala, e
cappella da Carlo Maderno sotto Paolo V. Indi Urbano VIII. lo
ridusse in isola, e Alessandro VII. vi aggiunse gli appartamenti per
la famiglia sulla strada pia con disegno del Cav. Bernini, che
finalmente dal Pontefice Clemente XII. furono distesi fino alle
quattro fontane. Contiene questo magnifico palazzo un gran cortile
cinto di portici lungo passi 150., e largo 70. A destra evvi la
scala regia a due branchi, uno, che porta alla sala, ed appartamenti
del Sommo Pontefice, e l'altro, all' altra sala, e cappella
Pontificia, in cui si fanno tutte le funzioni pubbliche dal Papa, e
Cardinali. In fondo evvi la scala a chiocciola e il grande orologio
coll'immagine della ss. Vergine ed il Bambino Gesù in atto di dar la
benedizione, opera di Carlo Maratti, messa in mosaico. Nelle sale, e
gallerie, negli appartamenti, e cappelle segrete, ancora nella sala
regia, prima della gran cappella sonovi delle pitture de' più
eccellenti virtuosi de' nostri secoli, ed in tanta quantità, che
difficile sarebbe il registrarle in questo breve trattato; onde
riuscirà più aggradevole rimetterli alla fedele narrazione del
Custode, ed alla oculare osservazione del mio Lettore, mentre poi
dal gran cancello, che sta da piedi della scala regia, potrà passare
ad osservare il
Giardino
PontificioUrbano VIII. aggiunse al palazzo Quirinale il
delizioso giardino, e spianando colli, e riempendo valli, formovvi
amenissimi viali, e fontane, cingendolo ancora di forti muraglie ad
uso di baluardi. Altri Pontefici vi fecero maravigliose fontane, e
giuochi di acqua, artificiosamente disposti per bagnare gli incauti
spettatori, e finalmente Benedetto XIV. vi eresse un casino di
riposo con disegno del Cav. Fuga, ornato di pitture moderne, e di
varie cose rare. È notabile, che in questo nobilissimo casino il
medesimo Pontefice nell'anno 1744. a' 3. di Novembre accolse il Re
delle due Sicilie, oggi invittissimo Monarca delle Spagne Carlo III.
Quindi facendo ritorno sulla piazza, si vede a sinistra il
Palazzo
della ConsultaIl Pontefice Clemente XII. eresse con
disegno del Cav. Fuga sulla gran piazza di Monte Cavallo il palazzo
per il tribunale della Consulta, colle abitazioni del Segretario, e
sotto Segretario, ed altresì del Segretario de' brevi; e nei
pianiterreni fece fare i quartieri della compagnia de' Cavalli
leggieri, e Corazzieri.
Chiesa e
monastero di s. Maria MaddalenaA destra del palazzo
della Consulta, ed incontro al secondo portone del palazzo
Apostolico, evvi la chiesa di s. Maria Maddalena, ed il monastero
delle Suore Domenicane; e poco più oltre quello delle Cappuccine.
Tra l'uno, e l'altro monastero fu ne' secoli passati un antico
tempio, che fu spogliato de' suoi ornamenti di marmo e ne fu fatta
la scalinata di Araceli. Fu creduto esser quello di Quirino, eretto
per ordine di Numa in onore di Romolo, e come vincitore volle, che
tra li Dei fosse chiamato Quirino.
Strada Pia
sul QuirinaleE' sentimento comune degli Antiquari , che
dal suddetto tempio prendesse il nome questo celebre colle, sebbene
da alcuni si dica, che si provenisse da' Quirini venuti a Roma da
Quire città della Sabina con Tito Tazio; il quale qui pose i suoi
alloggiamenti nell'anno quinto del regno di Romolo, quando per
vendicarsi del rapimento delle donzelle Sabine, prese a tradimento
la Rocca per opera della vergine Tarpeja; benchè poi nel più caldo
conflitto succcedesse la pace per mezzo delle medesime donzelle
Sabine, già fatte mogli de' Romani. E però questo colle fu il primo,
che fosse aggiunto a Roma, abitandovi i Sabini, e facendovi la sua
regia Numa successore di Romolo, il quale fecevi appresso un tempio
con tre celle, o per dir meglio cappelle, una dedicata a Giove,
l'altra a Giunone, e la terza a Minerva, che poi fu chiamato
Campidoglio vecchio, a distinzione di quelle, che furono dipoi fatte
della medesima forma e maniera nel gran tempio di Giove Capitolino.
Dal gran Pontefice Pio IV. dobbiamo riconoscere la magnifica
strada, che ora su questo colle si vede dritta, piana, e lunga più
di un miglio, e per ciò con ragione porta il di lui nome.
Anticamente dicevasi Alta semita, e vi erano degli edilizi molto
sorprendenti, come dalle macerie già abbiamo veduto, e lo possiamo
ancora arguire da quelle, che erano, particolarmente ove è ora la
Scuderia
PontificiaDa Innocenzo XIII. furono smantellate alcune
grosse mura per piantarvi la grande Scuderia, che poi fu terminata
da Clemente XII. con disegno del Cav. Fuga. E' questa divisa in due
piani, ed è capace di 128. cavalli, e dell' abitazione di tutti gli
ufiziali. Inoltre evvi nel pianterreno il quartiere Reale coperto
con nobili portici, e steccati di ferro. Appresso a questo siegue il
giardino Colonnese; ma comecchè ne tratteremo insieme con quel
palazzo, passeremo ora ad osservare il
Palazzo
RospigliosiFu questo principiato dal Card. Scipione
Barberini con disegno di Flaminio Ponzio; dipoi fu proseguito dal
Card. Giulio Mazzarini, e sotto altri poi terminato, oggi lo
possiedono i Principi Rospigliosi. Occupa questo parte delle terme
di Costantino Magno, e quivi furono ritrovate le maravigliose statue
con li cavalli, che ora sono nella vicina piazza, e le due statue
del pio Imperatore, una che sta sulla piazza di Campidoglio, e
l'altra nel nuovo portico di s. Gio: Laterano, rozzamente fatte in
quei tempi, in cui erano molto decadute le belle arti. Si vedono in
questo palazzo de' quadri superbi, fra' quali nell'appartamento
principale sonovi li dodici ss. Apostoli del Rubens, il fanciullo
Gesù dall'Albani, il Sansone del Domenichino, il Baccanale del
Pussino, ed altri del Caracci, di Guido, del Lanfranco, del Cortona,
e del Maratti. Incontro a questo evvi la
Chiesa di
s. Silvestro a Monte CavalloEra questa chiesa antica
parrocchia, ma essendo poi dal Pontefice Paolo IV. l'an. 1555.
conceduta ai chierici regolari chiamati Teatini, quelli coll'ajuto
de' benefattori la rinnovarono, e adornarono con marmi, e pitture
diverse. Quelle della prima cappella dedicata a s. Silvestro Papa,
sono di Avanzino Nucchi; quelle nella seconda, di Giacomo Palma
Veneziano; il quadro, che fa ornamento all'immagine della ss.
Vergine nella cappella, che siegue, è di Giacinto Geminiani, e le
pitture a fresco di Cesare Nebbia. Il san Gaetano nella crociata è
di Antonio da Messina allievo del Domenichino. I due quadri, che si
vedono a lato dell'altare maggiore furono coloriti da fra
Bartolommeo da Savigliano Domenicano; ma il s. Pietro, perchè
lasciollo imperfetto, fu terminato da Raffaelle da Urbino. Le
pitture della prima volta sono di Gio: Alberti, fuor degli Angioli,
che reggono le armi fuori dell'arco, i quali sono di Cherubino
Alberti, e le altre pitture nella volta del coro sono del P.
Zoccolino Teatino; le figure però sono di Giuseppe Agellio da
Sorrento. Il quadro dell'Assunta nell'altra cappella della crociata
è opera di Scipione Gaetani fatta sopra lavagna; li quattro tondi
negli angoli della cupola sono del Domenichino, e le statue di s.
Giovanni, e di s. Maria Maddalena sono dell'Algardi. La natività del
Signore nella cappella, che siegue è di Marcello Venusti, e le
pitture a fresco di Raffaello da Reggio; il s. Domenico, e s.
Caterina da Siena colla ss. Vergine nell'altra cappella sono di
Mariotto Albertinelli; l'istoria però di santa Maria Maddalena, e le
pitture nella volta sono del Cav. d'Arpino, e li paesi sono di
Polidoro, e di Maturino da Caravaggio. Le pitture nell'ultima
cappella sono del Novari, e quelle sulla porta maggiore sono del
padre Caselli, fuorchè gli Angioli di sotto, fatti dal P. Filippo
Galletti entrambi Teatini. Quindi proseguendo il cammino a destra,
si trova nella sinistra del capocroce la
Villa e
Casino AldobrandiniQuest'ultima parte del monte
Quirinale dicesi volgarmente Montemagnanapoli, in vece di dire
balnea Pauli, de' quali si crede essere quelle ruine, che si vedono
qui presso nel giardino del palazzo Ceva, tutte di mattoni in forma
di teatro arcuato. Il casino di questa villa è ornato di
bassirilievi , busti, e statue antiche, ed ancora di quadri di
Raffaello, di Tiziano, di Leonardo da Vinci, del Correggio, di
Giulio Romano, e del Caracci, ed è poi molto particolare una pittura
a fresco trovata nelle dette terme di Tito. Dietro a questo evvi la
Chiesa di
s. Agata de' GotiMolto antica e celebre è questa
chiesa, fin da' tempi di s. Gregorio Magno. Ora sta in cura de'
monaci di Monte Vergine, e fu rinnovata dal Card. Barberini. Le
pitture nella tribuna, e nella nave di mezzo sono di Paolo Perugino;
li due Santi coll'immagine della ss. Vergine sono di Alessandro
Francesi Napoletano. Incontro a questa, è quella di s. Bernardino col
monastero delle suore Francescane. La cupoletta della chiesa fu
dipinta da Bernardino Gagliardi; il quadro del primo altare dal Cav.
Baglioni, e le altre pitture sono di Clemente Majoli; la s. Elena
però è di Gio. Vecchi. Ritornando poi sull'alto, si vede a sinistra
la
Chiesa e
Monastero de' ss. Domenico e SistoDa s. Pio V. fu
eretto questo monastero per le suore di s. Domenico, che prima
stavano presso la chiesa di s. Sisto alle Antoniane; e concorrendovi
poi le fanciulle della primaria nobiltà di Roma, sotto Urb.. VIII.
fu dilatato il monastero, e fatta di nuovo la chiesa col disegno di
Vincenzo della Greca. La prima cappella a destra fu fatta col
disegno del Bernini, e le statue di Gesù Cristo, e della Maddalena
sono sculture del Raggi. Nella cappella, che siegue evvi s. Pietro
martire dipinto ad imitazione di quello, che sta in Venezia fatto da
Tiziano; l'immagine di s. Domenico nell' altra cappella è del Mola;
le pitture, che sono nella volta della tribuna sono del Canuti
Bolognese, la battaglia, che sta sotto è di Pietro Paolo Baldini, e
l'istoria incontro, di Luigi Gentile. Il Cristo nella cappella a
sinistra si crede del Lanfranchi, il quadro nella cappella
d'appresso dell'Allegrini, e la Madonna nell'ultima del Romanelli.
Evvi poi la
Chiesa e
Monastero di s. Caterina da SienaCirca l'anno 1563. fu
edificato questo Monastero similmente per le suore Domenicane, che
abitavano nel piccolo monastero, in cui visse, e morì s. Caterina da
Siena, e però la chiesa fu dedicata alla medesima Santa . E'stata
poi rinnovata col disegno di Gio. Batista Sorìa , e adornata di
marmi , stucchi dorati , e pitture diverse : quelle a fresco , che
sono nella volta, le dipinse Gio. Paolo Tedesco , il quadro di s.
Maria Maddalena il Cav. Luti , e quello de' tre Angioli Giuseppe
Palleri , e gli altri sono di diversi . II prospetto è disegno di
Gio. Batista Rossi , e le due statue nel portico son di Francesco
Rossi.
Torre
delle MilizieEntro il riferito monastero si vede la
gran Torre edificata, secondo alcuni, da Innocenzo III. di Casa
Conti per difesa del palazzo di sua famiglia, che quivi era. Si dice
delle milizie per quelle di Trajano, che stavano quì presso al Foro
di quell'Imperatore. Quindi scendendo da questa parte si vedono nel
giardino del palazzo Ceva le rovine dell'antidette terme di Paolo
Emilio; e poco dopo la maravigliosa
Colonna
TrajanaIl Senato e Popolo Romano inalzò questa gran
colonna in mezzo al celebre Foro di Trajano in onore del medesimo
Imperatore, e però vi furono scolpite mirabilmente le gesta della
guerra Dacica contro Dacabalo. Aveva in cima , secondo alcuni , la
statua di metallo dorato del medesimo Imperatore, secondo altri , le
di lui ceneri entro una palla di metallo dorato. È questa composta
di 34. pczzi di marmo , cioè il piedistallo ne contiene 8. la base
uno, il fuso della colonna 23. , ed il capitello uno , in tutto è
alta 128. piedi ; e vi si sale fino alla sua cima per 180. gradini
incavati nel medesimo marmo, e riceve il lume da 43. finestrini.
Silsto V. avendola ristaurata , e scoperta fino al suo piantato , vi
pose sopra la statua di s. Pietro Ap. similmente di metallo. La
magnificenza del mentovato Foro fu sì stupenda, che Apollodoro, che
ne fu l'architetto, acquistò tanto onore, che tirossi la gelosia ,
1'odio , e l'invidia di Adriano successore dell'Impero, e però gli
dette indegnamente il bando, e poi tirannicamente gli levo la vita.
Costanzo figliuolo di Costantino venendo a Roma , andò a vedere
questo foro, e restò così attonito dalla magnifica struttura di
esso, che del solo cavallo di metallo, sopra cui sedeva la statua di
Trajano disse , che a lui solamente bastava l'animo di farne uno
simile; ma Ermisda gli rispose con bravura , che prìma bisogna fare
la stalla degna di un simile cavallo.
Chiesa del
ss. Nome di MariaSulla detta piazza era prima una
piccola chiesa dedicata a s. Bernardo, e ne aveva cura una compagnia
di Fedeli , i quali avendo poi promossa la devozione del ss. Nome di
Maria, nel 1740. eressero la nuova chiesa col disegno di Monsù Alisè
Francese, il quale vi fece la cupola doppia, che starebbe bene ad un
gran tempio. Fra i quadri , che sono in chiesa , evvene uno con S.
Anna dipinto da Agostino Masucci , ed altro con S. Bernardo, di
Niccolò Ricciolini. Incontro a questa evvi il conservatorio di s.
Eufemia, come diremo fra poco , per le povere fanciulle orfane.
Chiesa di
s. Maria di LoretoNella medesima piazza fu eretta
questa chiesa sopra un'altra molto antica nell'anno 1507. da una
compagnia di Fornari Italiani col disegno d'Antonio 0 da Sangallo;
il cupolino però fu fatto col disegno di Giacomo del Duca Siciliano,
e allievo del Buonarroti. La prima cappella a destra lavorata a
mosaico è opera di Paolo Rosetti, e 1'altra de' Re Magi dipinta a
fresco è di Federigo Zuccheri , e del Pomarancio. Ne' laterali
dell'altare maggiore sonovi due quadri dipinti dal Cav. Cesari , e
due Angioli di marmo, i quali sono opere di Stefano Maderno; la s.
Susanna però nella nicchia è di Francesco Fiammingo , e la s.
Cecilia di Giuliano Finelli. II ss. Crocifisso nella cappella , che
siegue è de1 Baldini, la ss. Nunziata , e la Presentazione al tempio
sono di Filippo Micheli. A fianco di questa chiesa evvi lo spedale
per li poveri Fornari , e poi a destra segue il
Palazzo
BonelliIl prospetto di questo magnifico palazzo
corrisponde sulla piazza de' XII. ss. Apostoli , e fu eretto col
disegno del P. Paganelli frate Domenicano; ma elssendo rimasto
imperfetto fin d'allora , non vi è stato chi compisse il magnifico
cortile . In oggi spetta all'eredità Imperiali , e vi sta collocata
una scelta libreria in benefizio delli studenti, e letterati .
Palazzo
ColonnaFra i palazzi, che corrispondono sulla piazza
de'XII. ss.Apostoli, tiene il primo luogo quello del gran
Contestabile Colonna, non solo per la vasta estensione della
fabbrica, contenendo molti appartamenti magnifici, e nobili, ma
ancora per li preziosi ornamenti, che lo rendono ammirabile, e
particolarmente per la maravigliosa galleria vecchia, e per la
nuova, che attualmente si sta incrostando di marmi. Egli è
antichissimo, poichè da Martino V. fu principiato, e terminato da
Sisto IV. il quale vi dette splendido alloggio ad Andrea Peleologo
Imperatore de' Greci . Vi abitò Giulio II. e poi s. Carlo Borromeo.
Gli appartamenti terreni sono ornati di pitture del Tempesta, del
Pussino , e d'altri e ancora di statue, busti, e bassirilievi
antichi. Gli appartamenti superiori , non sono solo ricchi di quadri
e mobili preziosi; ma essendo ultimamente stati rimodernati, e
notabilmente accresciuti dal Cardinale Girolamo Colonna Camarlingoo
di santa Chiesa, e zio del Contestabile, si vedono in essi delle
magnificenze oltre I' espettazione: perciò rimetto il mio
gentilissimo Lettore al custode, il quale con piena gentilezza gli
darà conto dì tutto. Ma non si scordi di passare a vedere il
Giardino
ColonneseNel clivo del monte Quirinale sta situato
questo amenissimo giardino, e dal palazzo vi si passa per quattro
ponti gettati sulla strada della pillotta. E questo molto
considerabile, non solo per 1'amenità delle fontane, viali, e
statue, ma molto più pel maraviglioso marmo, che giace per terra
nella parte superiore di esso; egli è un pezzo di frontespizio
lavorato egregiamente, e per la sua gran mole, mostra di essere
avanzo di edifizio molto sorprendente; le muraglie antiche, che ivi
si vedono furono, secondo che dimostra il Serlio, parte del medesimo
edifizio, il quale principiava dal basso con magnifiche scale, e
portici, e saliva sul colle per andare alle terme di Costantino
Magno: perciò da alcuni si crede , che tutte quelle opere siano
state del medesimo Costantino.
Chiesa de'
XII. ss. ApostoliA destra del palazzo Colonna è questa
chiesa, della quale si legge, essere stata eretta da Costantino
Magno appesso un suo palazzo. Essendo ristaurata più volte da'
Pontefici, e da' Cardinali titolari, fu da Pio II. conceduta ai
Frati Conventuali di s. Francesco, e però il Card. Beffarione vi
fabbricò il convento, e poi nel Pontificato di Clem. XI. fu
riedificata la chiesa col disegno di Franc.Fontana, rimanendovi però
della vecchia il portico e prospetto colle statue fatte dal Card.
Brancato religioso del medesìmo Ordine . Nella prima cappella a
destra evvi un gran quadro colla ss. Concezione, ed un Santo in atto
di scrivere dipinto da Ignazio Sterna, nella seconda la ss.
Concezione dipinta da Corrado Giaquinto , nella terza il s. Antonio
di Padova è di Benedetto Luti , ed il quadro nell'altare maggiore è
di Domenico Muratori. Il s. Francesco nell'altra cappella a sinistra
è di Giuseppe Chiari, e li due depositi sono, di Gio. Grossi quello
a destra, e 1'altro a sinistra di Bartolommeo Ludovisi. Le pitture a
fresco nella tribuna, e nella volta sono ultime opere di Baciccio
Genovese, ed il disegno della porta interna è di D.Filippo Javarra
Messinese. Nel piccolo chiostro del convento si vede un gran vaso di
marmo, che stava in adornamento dell'antico portico fatto da
Costantino, e ne' corridori varie lapidi, che erano nella chiesa
vecchia.
Palazzo
MutiA destra del detto convento evvi il palazzo Muti ed
altro nel vicoletto contiguo, che corrisponde con un nobile
prospetto sulla vicina piazza, eretto col disegno di Mattia de'
Rossi. Corrisponde su questa piazza il collegio de' frati
Conventuali, ed il giardino con altro palazzo di Colonna, nel quale
facendosi i fondamenti, furono trovate delle statue, e de' mosaici
antichi di sommo valore. Dagli Antiquarj quivi viene assegnato 1'
antico foro suario , di cui portò il nome la
Chiesa
della ss. Croce de' LucchesiNella strada a destra di
detto palazzo si vede quella chiesa, che prima dicevasi s. Niccolò
in porcibus, poi s. Bonaventura de' frati Cappuccini, e ora,
avendola nel 1631 ottenuta la nazione Lucchese, sì dice santa Croce
de' Lucchesi. Il quadro della B. Rita nella prima cappella a desfra
è di Lazzaro Baldi; la Presentazione al tempio di Pietro Testa
Lucchese, la ss. Concezione, di Biagio Puccini; il s. Frediano è di
Francesco Tintore, il s. Lorenzo Giustiniano è di Domenico Muratori,
e le pitture nel soffitto sono di Gio. Coli, e Filippo Gheraldi.
Quindi proseguendo il cammino a destra, si trova subito la
strada, che porta a monte Cavallo, e piegando a man sinistra, pochi
passi dopo si trova in primo luogo la
Chiesa e
Monastero di s. Maria dell'UmiltàLe religiose
Domenicane abitano questo monastero, e ufiziano la chiesa, la quale
è ornata di marmi, stucchi dorati, sculture, epitture diverse. Il
bassorilievo, che si vede sulla porta, è opera di Vincenzo Felici
allievo del Guidi, e le statue, che sono in chiesa, di Antonio
Raggi. Le pitture della cappella a destra sono della scuola
dell'Allegrini, ed il quadro dell'altare maggiore si crede esser del
Nappi; il s. Michele, dell'Allegrini, e le sculture nell'ultima
cappella sono del Cavallini. Dipoi siegue la
Chiesa e
Monastero di s. Maria delle VerginiLe suore Agostiniane
sin dall'anno 1613. possiedono quella piccola chiesa insieme col
monastero, ed avendola poi nell'anno 1627. riedificata, la
dedicarono alla Regina de' Vergini. È ornata di marmi, stucchi
dorati, sculture, e pitture diverse. Il quadro sull'altare maggiore
è del Giminiani, e quello di s. Maria Maddalena è opera del Mercati,
le due statue nelle nicchie sono di Filippo Carcani, e li
bassirilievi di Francesco Cavallini. Quindi seguitando più oltre
fino all'oratorio di san Marcello, ed entrando poi nel vicolo
incontro, si vede a sinistra un'immagine della ss. Vergine, e poco
dopo si giunge di nuovo alla piazza de' XII. ss. Apostoli, e si vede
il
Palazzo
OdescalchiIncontro alla sopraddetta chiesa de' XII.
santi Apostoli evvi questo magnifico palazzo già del Card. Chigi,
eretto col disegno del Cav. Bernino; ma ora passato ne' Duchi di
Bracciano, è stato disteso più oltre del doppio colla medesima
architettura del Bernini, ed è ornato di statue, busti antchi, ed
altre rarità degne di un Principe Romano. Indi passato il palazzo
Caraffa, ed entrando nella strada a destra, si trova prima di
giungere nel Corso la
Chiesa di s.
Romualdo, e ospizio de' monaci CamaldolesiÈ ammirabile
il quadro di detto Santo, che è in questa piccola chiesa, poichè è
la migliore opera, che abbia dipinta Andrea Sacchi, e però merita
osservazione particolare: evvi ancora la fuga in Egitto dipinta da
Alessandro Turchi, ed il quadro incontro di Francesco Pavone
Milanese. Ritornando poi in piazza de' XII. ss. Apostoli, e
ripigliando il cammino verso la sopraddetta chiesa di s. Maria di
Loreto si vede nella strada a destra l'
Arco del
palazzo di VeneziaAl palazzo della serenissima
Repubblica di Venezia appoggia quest'arco, e passa sopra la strada
de' tre Re verso la petacchia. Fu eretto per comodo de' sommi
Pontefici, quando abitavano in quel palazzo, acciò in tempo di
bisogno potessero tragittare sul Campidoglio, allora munito colla
gran torre, che ancora si vede nel convento de' frati Osservanti.
Dopo l'arco si slarga la gran piazza, che prende il nome dalla
Chiesa di
s. MarcoAntichissima è la chiesa, che vediamo unita al
detto palazzo della serenissima Repubblica di Venezia, mentre si
dice, che in essa fu ordinato prete s. Marco, il quale poi in tempo
di Costantino Magno fu Papa, e perciò avendola egli riedificata, a
lui fu dipoi dedicata, e all'Evangelista ancora. Dopo varie
ristaurazioni fatte da' Sommi Pontefici, e da' Cardinali Titolari,
Paolo II. vi aggiunse, come dicemmo altrove, il magnifico palazzo, e
finalmente il Card. Angelo Quirini Veneziano l'ha ornata tutta di
marmi, specialmente l'altare maggiore, ove si conserva il corpo del
santo Pontefice Titolare con quel di s. Abdon, e di s. Senna martiri
Persiani, e reliquie del santo Evangelista. Sono in quella chiesa
delle pitture somma considerazione. Quelle a fresco nella nave di
mezzo sono parte di Franc. Mola, di Francesco Allegrini, e parte di
Gio: Angelo Canini;. le battaglie però sono del P. Cosimo Gesuita.
Il quadro del primo altare è del Palma; il secondo di Luigi Gentile,
il terzo di Carlo Maratti, ed il quarto del Cav. Gagliardi. Il s.
Marco nella cappella del Santissimo è di Pietro Perugino, e le altre
pitture sono del Borgognone, il quale fece i laterali nella tribuna;
il s. Evangelista però, che sta in mezzo è del Romanelli, li due
altari dopo la sagrestia furono coloriti dal Mola, il terzo quadro è
di Ciro Ferri; ed il s. Marco nell'ultima del suddetto Perugino; le
pitture laterali sono del Maratti, e le sculture ne' depositi sono
del Raggi, del Fancelli e del Carcani. A fianco di questa evvi
la cappella della santissima Vergine eretta da un Ambasciatore, ed è
ornata di marmi, e stucchi dorati; gli Angioli sono di Filippo
Carcani, il quadro della natività della Madonna è di Gio. Francesco
Bolognese, la ss. Nunziata di Franesco Alberti, la Fuga in Egitto e
l'Assunta sono di Alessandro Bolognese. Quindi pigliando il cammino
verso la strada incontro alla detta chiesa di s. Marco, si vede a
sinistra l'oratorio di s. Gregorio Taumaturgo, e poco dopo evvi di
prospetto la
Casa di
Pietro da CortonaNon sembri cosa strana, se io noti quì
la casa di un pittore peraltro celebratissimo, ed eccellente ancora
nell'architettura; tanto più che vi si conservano ancora alcune
parti di buona architettura; perciò non farà discaro all'erudito
Lettore il mirare il finestrone, il portone, il piccolo portico, ed
il cortile, che in essa si vedono regolati di ordine dorico. Resta
questo nel vicolo cognominato della petacchia, dal quale voltando a
sinistra, si giunge al
Macel de'
CorviQuì sebbene non vi sia, che una piccolissima
piazza, con tutto ciò evvi un abbondante mercato di tutte le forte
di viveri. E' notabile il sepolcro di Cajo Publicio, che si vede
nell'angolo della salita, che dicesi di Marforio, con una antica
iscrizione, che resta quasi perduta. Dipoi camminando per l'altro
vicolo dappresso, si, giunge alla chiesa, che conservandosi
nell'antica sua piccolezza: si dice, di s. Lorenzolo, e
poi voltando a sinistra evvi la
Chiesa e
Monastero dello Spirito santoFin dall'anno 1432. fu
eretta questa chiesa col monastero per le canonichesse Lateranensi,
le quali hanno ornata la chiesa con stucchi dorati, e pitture;
quelle nella cappella della Madonna sono di Baldassare della Croce,
le altre nella cappella del ss. Crocifisso, di Gio. de' Vecchi;
quelle nella volta, di Mario Arconio, ed il quadro nell'altare
maggiore è di Luigi Gazi. Siegue dopo di questa la chiesa di s. Eufemia col
conservatorio per le povere zittelle orfane, che corrisponde
incontro alla chiesa del ss. Nome di Maria, e voltando poi a destra,
evvi la
Chiesa di
s. Maria in Campo Carleo, e quella di s. UrbanoDue
strade si aprono ai fianchi di questa piccola, e antica chiesa
parrocchiale; una a destra dicesi; de' Conti, e l'altra a sinistra,
si chiama Alessandrina. Or camminando sulla strada Alessandrina,
si vede la chiesa, e monastero di s. Urbano eretto fin dall'an.
1264. per le suore di s. Chiara, e dipoi nel ponteficato di Clemente
VIII. vi furono introdotte dal ven. Card. Baronio le povere zittelle
del suddetto conservatorio di s. Eufemia, che volessero vivere sotto
la medesima regola di s. Chiara. Il quadro della ss. Nunziata, che
sta in chiesa, si crede essere del Muziani, quello di s. Urbano, e
santa Chiara è della scuola del Cav. d'Arpino, ed il s. Francesco
con altri Santi, di Ottavio Padovano. Si dice Alessandrina questa
via da un Cardinale di tal nome, che l'apri, e vi eresse de'
casamenti; or sul fine della medesima strada si vede verso il tempio
della Pace la
Chiesa di
s. Maria degli AngioliSi disse anticamente questa
chiesa in macello martyrum, perchè ivi appresso il tempio di
Tellure, in tempo delle persecuzioni de' Cristini, se ne faceva
macello; ed è tradizione, che nel pozzo, che si conserva nella
medesima chiesa, vi siano stati posti molti corpi di santi Martiri.
Dipoi essendo questa chiesa nel 1517. conceduta alla confraternita
de' Tessitori, vi posero il titolo di s. Agata. Quasi incontro a
questa si vede un nobilissimo avanzo creduto del tempio di Pallade,
ornato mirabilmente: ma per disavventura molto rovinato, e sepolto
quasi per metà. Quindi piegando a sinistra, si vede la
Chiesa de'
ss. Quirico e GiudittaAi due santi Madre, e Figliuolo
martiri fu dedicata questa chiesa, della cui antichità non si fa
altro, se non che per la vecchiezza stando, per cadere, Sisto IV. la
rinnovò, concedendole il titolo Cardinalizio, e però fu collegiata,
ma poi ridottisi li canonici a poco numero, Benedetto XIII. la
concesse ai frati di s. Domenico. E poco più oltre si ravvisa l'
Arco de'
pantani, e Monastero della ss. NunziataDicevasi
anticamente quest'Arco transitorio, e le maravigliose colonne di
marmo striate si credono del famoso foro, e basilica di
Nerva Imperatore; non già da lui eretti ; poichè non altro, che
un anno visse Imperatore; ma dal Senato al di lui nome furono
dedicati, per conservare la memoria della sua bontà. Sulle ruine di
questi fu eretta la chiesa, da prima in onore di s. Basilio, perchè
vi stettero i Monaci di quel Santo, e poi i Cavalieri Templari, ora
però vi è sotto il monastero per le Neofite, che vogliono vivere
sotto la regola di s. Domenico; e la chiesa fu dedicata alla ss.
Vergine Annunziata. Incontro a questa evvi il palazzo del
Grillo colla torre, e celebre fonte dell'acqua salubre. E poi
tornando in dietro, si vede nella strada, che viene di faccia altra
torre, che dicesi
de' Conti, perchè eretta da un Papa della famiglia Conti; e
proseguendo il cammino, poco più oltre evvi a destra il
conservatorio delle povere zittelle mendicanti. Quivi salendo verso
la chiesa di s. Pietro in vinculis, fu l'antico vicolo scellerato,
così detto, perchè Tullia figliuola di Servio VI. Re de' Romani, per
avidità di regnare, non dubitò di far uccidere il proprio padre, e
poi con inumana fierezza passare col suo cocchio sopra l'estinto
cadavere, che in quel vicolo giaceva, per andare a prender possesso
della dignità Reale. Quindi proseguendo il cammino verso l'alto, si
vede la
Chiesa di
s. Andrea in PortogalloCorrottamente si dice ora questa
piccola chiesa in Portogallo: anticamente però dicevasi col nome
della contrada ad busta gallica, forse per i cadaveri de' Francesi
ivi tumulati dopo la strage, che ne fece Cammillo. Fu questa antica
parrocchiale: ma nell'an. 1607. fu conceduta alla confraternita de'
Rigattieri. Indi voltando pel vicolo a sinistra, si trova la piccola
chiesa di s. Pantaleone, e poi sulla strada già intrapresa si vede a
sinistra l'antica chiesa di s. Salvatore ai
Monti, che è unita al collegio, e alla
Chiesa di
s. Maria de' MontiQuesta fu eretta circa l'anno 1579.
con disegno di Giacomo della Porta, per un miracolo qui occorso,
colle limosine de' fedeli, e prese un tal nome perchè sta in mezzo a
tre monti. Essa è ornata di marmi, stucchi dorati, e molte pitture;
quelle della prima cappella a destra dedicata a s. Carlo, sono di
Giovanni da s. Giovanni, le nozze di Cana in Galilea, che si vedono
sopra la porta, sono del Cav. Guidotti; la Pietà nella cappella, che
siegue, è copia di Lorenzo da Bologna, e la Flagellazione è di
Lattanzio Bolognese; il portar la Croce, del Nogari, e la
Resurrezione con altre pitture a fresco sono di Gio: Batista
Lombardelli della Marca. Le pitture nell'altare maggiore e cupola
sono di Cristoforo Consolano, l'incoronazione della ss. Vergine, e
la visitazione di s Elisabetta sono di Baldassarino da Bologna.
L'Assunzione è del Cav. Guidotti; la Natività del Mumari; le pitture
nella volta del Nogari; e le altre sono di Cesare Nebbia; la ss.
Nunziata nell'ultima cappella, ed il resto sono di Durante Alberti,
e le pitture nella volta sono del suddetto Consolano.
Collegio
per li Neofiti, e CatecumeniDa Urbano VIII. fu eretto
questo collegio l'anno 1635. con disegno di Gaspare de' Vecchi, per
istruirvi i Catecumeni, ed insegnare a Neofiti le lettere.
Ultimamente poi la chiesa suddetta, ed il collegio furono conceduti
con tutte le loro entrate ai Chierici Pii operarj. Nel vicolo
incontro corrisponde la chiesa della ss. Concezione, e monastero
delle suore Cappuccinelle; e nella strada di fianco la
Chiesa di s.
Maria del PascoloEra prima dedicata questa piccola
chiesa ai ss: Sergio e Bacco, ed era parrocchiale, ma ora per
l'immagine della ss. Vergine ha mutato nome, e vi risiedono alcuni
Preti di nazione Rutena. Il fonte, che si vede sulla piazzetta, vi
fu eretto da Sisto V. per comodo di quella contrada; e la strada di
fianco si dice de' serpenti, per l'immagini di quelli, che fingono
di reggere un balcone. Quindi ripigliando il cammino per la
strada della nuova suburra, si trova una piccolissima chiesa
dedicata al ss. Salvatore, che fu detta anticamente alle tre
immagini; ora ne ha cura la compagnia di s. Francesco di Paola, e si
conserva in essa il corpo di s. Severa.
Chiesa di
s. Lorenzo in fonte, e strada della suburraSi dice
questa contrada la nuova suburra, a distinzione dell'antica, che era
presso la chiesa de' ss. Pietro e Marcellino, e però vi fu posta
quivi sul cantone una insegna formata in marmo. La strada, che
siegue dritta, porta al monastero di s. Lucia in Selce, e a s.
Martino ai monti, e poi alla porta s. Lorenzo; voltando però per la
strada, che sta incontro alla detta insegna, che dicesi Urbana, si
trova in primo luogo la chiesa di s. Lorenzo in Fonte molto celebre,
perchè eretta nella prigione del Santo, in cui s. Ippolito cavaliere
Romano, convertito alla Fede dal s. Diacono, fu battezzato nel fonte
miracolosamente ivi sorto, come si vede espresso nel quadro sull'
altare maggiore da Gio. Batista Speranza, il quale fece il resto
delle pitture, fuorchè un s. Vescovo, e s. Francesco, per essere
opera del Cav. d'Arpino, e le pitture nella prima cappella sono del
Cipolla.
Chiesa di
s. Lorenzo in PanispernaDopo la suddetta chiesa
camminando a destra, ci viene di prospetto la villa di Sisto V. a
destra la tribuna della basilica di s. Maria Maggiore, e a sinistra
il detto monastero colla chiesa. Questa fu eretta nel luogo delle
terme Olimpiade, ove il s. Diacono fu arrostito sulla graticola,
acciò si conservasse la memoria del suo martirio. Era prima una
delle 20. badie privilegiate di Roma, e fu molto frequentata da s.
Brigida, mentre stette in Roma. Ora vi sono le religiose di santa
Chiara, le quali hanno adornata la chiesa di marmi, stucchi dorati,
e pitture; Pasquale Cati vi dipinse il prospetto dell'altare
maggiore; Cherubino Alberti il s. Francesco; e Cesare d'Arpino la s.
Brigida, lo sposalizio della ss. Vergine, e la volta della chiesa.
Or farebbe molto a proposito, se prima di chiudere questa
giornata, passassimo a visitare la basilica di questo gran Santo,
giacchè ne abbiamo visitato il carcere, ed il luogo del suo
martirio: tanto più che la tralasciata strada della suburra ci porta
a drittura a quel santuario.
Porta di s.
LorenzoCamminando dunque per la strada della suburra, e
trapassato l'arco di Gallieno, ora detto di s. Vito, per la chiesa,
a cui è appoggiato, si vede in fine della strada, ch'è fra la chiesa
di s. Eusebio, e quella di s. Antonio la porta della Città, che
dicesi di s. Lorenzo, e prima di uscire, si osserva a sinistra il castello dell'acqua
felice fatto da Sisto V. e dopo un miglio di cammino per la
strada di fuori, si trova la
Basilica
di s. Lorenzo fuori delle muraNel campo Verano, ove fu
sepolto il santo Diacono, si osserva questa santa Basilica in un
sito basso e arenoso. Il suo Fondatore si crede essere stato il Gran
Costantino, e poi da varj Pontefici fu ristaurata, e ornata di marmi
e di pitture. Si osservano le bellissime colonne di marmo striate, e
specialmente quelle nel coro, ed in mezzo il ciborio con 4. colonne
di porfido, sotto cui riposa il corpo del s. Titolare con quello di
s. Stefano protomartire: esistono in mezzo della nave i pulpiti
marmorei, chiamati dagli antichi ambones su i quali leggevansi al
popolo li Evangelj e l'Epistole nelle Messe solenni, e da piede
sonovi due sepolcri alla gotica con bassirilievi di marmo. Il quadro
nel primo altare a destra con alcuni santi, che vengono seppelliti è
di Emilio Sottino; la s. Ciriaca nell'altra cappella, che pure
seppellisce altri santi Martiri, è di Emilio Savonanzio, ed il
quadro nel terzo altare è del suddetto Sottino; le pitture a fresco
furono però fatte da Domenico Rainaldi. L'altare sotterraneo, che
sta a destra della tribuna è molto celebre per essere il primo, che
fosse privilegiato; appresso a questo corrisponde il cimiterio di s.
Ciriaca, in cui seppelliva i corpi de' ss. Martiri: Il s. Lorenzo,
che distribuisce i tesori della Chiesa a' poveri, e la decollazione
di s. Gio. Batista sono di Gio. Serodine d'Ancona, e la ss. Vergine
del sudd. Sottino; le pitture però a fresco sono di Gio. Antonio, e
Gio. Francesco allievi del Vanni, e li due depositi presso al
cimiterio sono di Franc. Fiammingo, col disegno però di Pietro da
Cort. Si nota, che in questa chiesa Onor. III. coronò il Conte
Auxerre, e Jole sua moglie per Imperatori di Costantinopoli.
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