Piazza di Colonna Trajana (Libro II) (Pianta B3) (III giorno)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
Colonna di Traiano
Sacro Nome di Maria e S. Maria di Loreto

La Tavola (No. 38)


La vista è presa dalla scalinata della Chiesa del Nome di Maria sull'estrema destra in basso, e mostra sulla sinistra la parte del Campidoglio dove oggi si trova il Monumento a Vittorio Emanuele II. Tra la colonna e la chiesa di S. Maria di Loreto si può vedere l'arco che immette nella chiesa di S. Marco.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto. Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a: 1) Colonna Traiana; 2) S. Maria di Loreto; 3) Conservatorio di S. Eufemia; 4) Scalinata che porta al SS. Nome di Maria; 5) Arco del Palazzo di S. Marco. 3) e 5) sono trattati in altre pagine.


Oggi


Oggi gli scavi hanno portato alla luce il Foro di Traiano attorno alla colonna, ma i maggiori cambiamenti riguardano la sistemazione di Piazza Venezia e l'enorme monumento costruito per celebrare la raggiunta Unità d'Italia alla fine fine del XIX secolo.

Colonna di Traiano

The column with its 660 ft. spiral band gives a detailed account of Trajan's wars against the Dacians. The reliefs are fascinating especially early in the morning with the rising sun. At the time of Trajan the column was amidst large buildings from which all the details of the strip were clearly visible. On the top Sixtus V put the statue of St Peter, thus safeguarding the column. A spiral stair inside the column leads to the top from which in the past foreigners used to watch the Colosseum (including J. W. Goethe on July 23, 1787).
I rilievi ebbero una grande influenza sugli artisti Rinascimentali e Barocchi. Il primo artista che studiò a fondo gli altorilievi fu Antonio Averlino, noto come Il Filarete, che lavorò a Roma nel 1443-45. Agli inizi del XVI secolo Jacopo Ripanda, un pittore di Bologna, fece una serie di disegni dei rilievi, compresi quelli in cima alla colonna che egli poté osservare sospeso dentro un cesto di canne. A quel tempo molti palazzi avevano la facciata dipinta e i rilievi ispirarono motli artisti: questo si può ancora vedere nel Palazzo in Via della Maschera d'Oro. Copie in gesso della parte inferiore della colonna furono eseguite da numerosi artisti nel XVI secolo. Pietro da Cortona nel XVII secolo copiò la maggior parte della colonna. Gli altorilievi raccontano le due guerre che Traiano condusse contro i Daci e un'immagine della Vittoria divide i due racconti.


Questa immagine influenzò molti monumenti funerari barocchi. Luigi XIV, che si considerava il "Trajano di Francia", ordinò una copia intera in gesso dei rilievi per gli studenti Francesi dell' Accademia di Francia a Roma che gli fondò nel 1666. Una seconda copia fu mandata a Parigi. Lo studio attento dei rilievi mostrò che i cavalieri originariamente tenevano in mano lance di bronzo. Questo particolare influenzò la costruzione statue degli Apostoli in cima a S. Pietro nel XVII secolo: ogni santo reggeva in mano un simbolo in bronzo del proprio martirio.
Per saperne di più sui rilievi della colonna clicca su Due Guerre Romane.

Le Chiese

Come in Piazza del Popolo anche qui ci sono due chiese che a prima vista sembrano gemelle, ma non lo sono. S. Maria di Loreto (a sinistra) fu costruita nel XVI secolo. Antonio da Sangallo completò la parte inferiore della chiesa nel 1534; nel 1573 Jacopo del Duca, un allievo di Michelangelo, costruì l'alto tamburo e la cupola compresa la lanterna, quasi barocca. La chiesa del Sacro Nome di Maria (a destra) fu costruita nel 1735-1751 basandosi su di un progetto di Antoine Derizet che fecein modo che la nuova chiesa fosse coerente con S. Maria di Loreto (l'alto tamburo, la lanterna).

Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Colonna Trajana
Il Senato e Popolo Romano inalzò questa gran colonna in mezzo al celebre Foro di Trajano in onore del medesimo Imperatore, e però vi furono scolpite mirabilmente le gesta della guerra Dacica contro Dacabalo. Aveva in cima , secondo alcuni , la statua di metallo dorato del medesimo Imperatore, secondo altri , le di lui ceneri entro una palla di metallo dorato. È questa composta di 34. pczzi di marmo , cioè il piedistallo ne contiene 8. la base uno, il fuso della colonna 23. , ed il capitello uno , in tutto è alta 128. piedi ; e vi si sale fino alla sua cima per 180. gradini incavati nel medesimo marmo, e riceve il lume da 43. finestrini. Silsto V. avendola ristaurata , e scoperta fino al suo piantato , vi pose sopra la statua di s. Pietro Ap. similmente di metallo. La magnificenza del mentovato Foro fu sì stupenda, che Apollodoro, che ne fu l'architetto, acquistò tanto onore, che tirossi la gelosia , 1'odio , e l'invidia di Adriano successore dell'Impero, e però gli dette indegnamente il bando, e poi tirannicamente gli levo la vita. Costanzo figliuolo di Costantino venendo a Roma , andò a vedere questo foro, e restò così attonito dalla magnifica struttura di esso, che del solo cavallo di metallo, sopra cui sedeva la statua di Trajano disse , che a lui solamente bastava l'animo di farne uno simile; ma Ermisda gli rispose con bravura , che prìma bisogna fare la stalla degna di un simile cavallo.
Chiesa del ss. Nome di Maria
Sulla detta piazza era prima una piccola chiesa dedicata a s. Bernardo, e ne aveva cura una compagnia di Fedeli , i quali avendo poi promossa la devozione del ss. Nome di Maria, nel 1740. eressero la nuova chiesa col disegno di Monsù Alisè Francese, il quale vi fece la cupola doppia, che starebbe bene ad un gran tempio. Fra i quadri , che sono in chiesa , evvene uno con S. Anna dipinto da Agostino Masucci , ed altro con S. Bernardo, di Niccolò Ricciolini. Incontro a questa evvi il conservatorio di s. Eufemia, come diremo fra poco , per le povere fanciulle orfane.
Chiesa di s. Maria di Loreto
Nella medesima piazza fu eretta questa chiesa sopra un'altra molto antica nell'anno 1507. da una compagnia di Fornari Italiani col disegno d'Antonio 0 da Sangallo; il cupolino però fu fatto col disegno di Giacomo del Duca Siciliano, e allievo del Buonarroti. La prima cappella a destra lavorata a mosaico è opera di Paolo Rosetti, e 1'altra de' Re Magi dipinta a fresco è di Federigo Zuccheri , e del Pomarancio. Ne' laterali dell'altare maggiore sonovi due quadri dipinti dal Cav. Cesari , e due Angioli di marmo, i quali sono opere di Stefano Maderno; la s. Susanna però nella nicchia è di Francesco Fiammingo , e la s. Cecilia di Giuliano Finelli. II ss. Crocifisso nella cappella , che siegue è de1 Baldini, la ss. Nunziata , e la Presentazione al tempio sono di Filippo Micheli.

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