Statue vicine al Cielo

Introduzione

Molte statue a Roma sono posizionate in cima alle chiese e i possono vedere solo a grande distanza. Gli scultori incaricati erano in generale artisti minori che accettavano di spendere parte del loro tempo in opere che richiedavano un uso limitato delle loro abilità. Le statue erano spesso di dimensioni enormi (fino a 6m) e in molti casi il lato non visibile era lasciato incompiuto. Di solito ritraevano santi in piedi ma non in postura rigida. Alcuni particolari quali i ricami dei vestiti erano scolpiti in scala maggiore per renderli visibili.

S. Pietro

Carlo Maderno progettò per San Pietro una facciata molto simile a un palazzo, poiché mancava del corpo centrale più alto che di solito caratterizza le facciate delle chiese. Questa decisione era dovuta alla necessità di non nascondere la vista della cupola, vista che era stata già alquanto diminuita dal prolungamento del braccio est della chiesa a pianta centrale progettata da Michelangelo. La necessità di enfatizzare la natura religiosa della facciata e di aumentare la sua verticalità portò alla decisione di collocare 13 grandi statue in cima ad essa. Le statue raffigurano Gesù e i 12 Apostoli, o , per essere precisi, 11 apostoli e San Giovanni Battista. L'apostolo che manca è Pietro perché, già ritratto (con San Paolo) in una statua nella piazza assai vicino alla facciata.


S. Giacomo Maggiore, S. Giovanni Battista, Gesù, S. Andrea, S. Giovanni Evangelista

Paolo V (1605-21) commissionò ad Ambrogio Buonvicino di Milano il progetto delle statue, che furono però realizzate da altri scultori che furono pagati la stessa somma per ciascuna statua.
In linea con l'iconografia tadizionale i santi tengono in mano il simbolo del loro martirio: questo aiuta a riconoscerli. I simboli del martirio furono fusi in bronzo per aumentare la loro visibilità e per ragioni pratiche: soluzione adottata nell'antichità da Greci e Romani e che era ancora evidente nei rilievi della Colonna Traiana.

In 1657 Gian Lorenzo Bernini completò il disegno di Piazza S. Pietro e creò un rimando alle statue della facciata posizionando 90 statue di santi in cima al colonnato ellittico. Le statue dei santi avevano la funzione di un coro e pertanto Bernini ordinò ai suoi assistenti (Lazzaro Morelli, Giovanni Maria de' Rossi e qualche altro) incaricati di realizzare le statue di attenersi strettamente allo stesso standard. Le statue erano più piccole degli stemmi di Papa Alessandro VII (1655-67) che segnavano il centro e la fine dei colonnati: e così le statue sembrano piuttosto celebrare la gloria del pap. Il loro scopo era quello di creare una sede opportuna per le cerimonie di canonizzazione per la creazione di nuovi santi.


Un gruppo di statue del Colonnato:
S. Domenico, S. Francesco, S. Bernardo, S. Benedetto, S. Ignazio

Verso la fine del XVI secolo la Controriforma aveva stabilito la procedura formale per la canonizzazione di nuovi santi. Il 12 Marzo 1622 Papa Gregorio XV Ludovisi, nel corso di una serie di cerimonie assai spettacolari, creò 5 nuovi santi: Le cerimonie ebbero luogo in San Pietro ma anche in altre chiese. Quattro dei cinque nuovi santi erano Spagnoli (S. Ignazio, S. Francesco Saverio, S. Teresa, S. Isidro) e uno Italiano (S. Filippo Neri). La canonizzazione di Sant'Isidro in particolare fu un omaggio al Re di Spagna dal momento che il nuovo santo era stato vescovo di Madrid nel 1130, quando Madrid era ancora una cittadina di secondaria importanza. La maggior parte dei costi delle cerimonie fu sostenuta dalla Spagna.
Pasquino, la più loquace statua parlante di Roma criticò l'evento: Oggi il papa ha canonizzato quattro spagnoli e un santo. Il successore di Gregorio XV, Urbano VIII, pensò bene di rivedere meglio le regole di canonizzazione. Uno dei risultati di tale revisione (completata nel 1644) fu che le canonizzazioni avrebbero dovuto avere luogo tutte in San Pietro, e Alessandro VII pensò che il nuovo progetto della piazza avrebbe fornito la sede appropriata per queste cerimonie. Nel 1658 egli inaugurò Piazza S. Pietro canonizzando un gruppo di nuovi santi (per le statistiche: nel XVII secolo furono creati 24 nuovi santi, nel XVIII 29, nel XIX 78, nel XX 533) .


S. Marco, S. Agnese, S. Marciano, S. Francesco, S. Ignazio

La scelta dei santi dev'essere stata un vero rompicapo: essi furono scelti per rappresentare i differenti gruppi di santi: evangelisti, martiri, fondatori di ordini religiosi. Nel XVII secolo essi erano tutti riconoscibili anche dalle persone di scarsa cultura perché le loro vite erano oggetto di racconti poplari e di innumerevoli dipinti. Ma non esiste lista perfetta del Who's who e nel 1703 Clemente XI aggiunse a quel primo gruppo altri 50 santi.


Santa Francesca Romana e Santa Cecilia

Le nuove statue furono posizionate in cima alla serie dei pilastri che collegano il colonnato alla facciata. Gli scultori dovettero confrontarsi con gli standard di dimensione stabiliti dal Bernini per il colonnato, ma si presero alcune libertà (alcuni di loro erano i migliori scultori del periodo). A Jean-Baptiste Théudon fu concesso di aggiungere un angelo a S. Francesca Romana e di creare un piccolo gruppo. La scelta dei nuovi santi rispondeva ad alcune critiche riguardanti la prima selezione: le statue di S. Francesca Romana e di S. Cecilia (ancora di Jean-Baptiste Théudon) accontentarono le richieste del popolino Romano che nutriva una particolare devozione per queste due sante.


San Giorgio e San Crescentino

La posizione delle statue, come i posti riservati agli ospiti in una cena formale, non era casuale: a volte i santi che avevano qualcosa in comune furono messi vicini (i fondatori di ordini, i papi, S. Francesca Romana e S. Cecilia, etc..); in altri casi furono collocati ai lati opposti della piazza. Le statue di S. Giorgio (di Lorenzo Ottoni) e di S. Crescentino (di Jean-Baptiste Théudon), santi che avevano combattuto contro un drago, sono le terze statue sui lati destro e sinistro della piazza tra il colonnato e la facciata.

Vedi anche: San Pietro

S. Giovanni in Laterano

Dopo il rinnovamento dell'interno di S. Giovanni in Laterano, realizzato da Francesco Borromini intorno al 1650, la vecchia facciata a portico non corrispondeva più alle nuove dimensioni delle navate e dellle cappelle. Nel 1732 Alessandro Galilei, architetto fiorentino che aveva lavorato quattro anni in Inghilterra, vinse il concorso per il progetto della nuova facciata (c'entra che il papa fosse il fiorentino Clemente XII?)
La facciata che egli alla fine costruì aveva molte cose in comune con quella di san Pietro, la più evidente delle quali è la serie delle statue gigantesche di Gesù e dei Dottori della Chiesa in cima ad essa.


S. Giovanni in Laterano visto dal Gianicolo
La dimensione delle statue le rende visibili a grande distanza, anche perché la facciata è più alta del resto della basilica.


Dottori della Chiesa: S. Tommaso d'Aquino, S. Giovanni Crisostomo, S. Gregorio Nazanzieno, S. Ambrogio

La scelta di rappresentare i Dottori della Chiesa, sebbene giustificata da considerazioni religiose, limitò il fascino delle statue perché la maggior parte dei santi non erano associati a miracoli noti o ad eventi particolari. Nell'esecuzione delle statue furono pertanto coinvolti solo scultori minori, essendo i migliori impegnati a quel tempo nella decorazione della Cappela Corsini dentro la basilica o alla Fontana di Trevi.


S. Maria Maggiore

L'interno di S. Maria Maggiore fu largamente rinnovato da Sisto V (1585-90) e da Paolo V (1605-21). Nel 1668 Papa Clemente IX commissionò a Gian Lorenzo Bernini il progetto per una nuova decorazione dell'esterno dell'abside della basilica. Bernini progetto un grande doppio portico che avrebbe dovuto essere coronato di 47 statue. Il lavori cominciarono nel Settembre del 1669, ma in Dicembre furono subito bloccati alla morte del papa.


Abside di S. Maria Maggiore:
S. Domenico, S. Paolo, S. Pietro e re David

Il nuovo papa Clemente X ritenne che il progetto era troppo costoso e chiese a Carlo Rainaldi un nuovo progetto più semplice che fu completato nel 1675. Solo quattro statue furono collocate in cima alla balaustra. Nel 1741 Papa Benedetto XIV decise di rinnovare la facciata principale di S. Maria Maggiore. L'architetto, Ferdinando Fuga, disegnò una grande loggia che permise di conservare parte della facciata originale con i mosaici del XIII secolo. In cima fu posta una statua della Vergine Maria, attribuita a Bernardino Ludovisi.


Sisto III, Pasquale I, la Vergine Maria, S. Gregorio Magno, S. Pio V

La statua della Vergine Maria è accompagnata dalle statue dei quattro papi che promossero le maggiori innovazioni nella basilica.


S. Croce in Gerusalemme

Benedetto XIV (1740-58) rinnovò l'interno della chiesa e aggiunse un vestibolo ovale progettato da Domenico Gregorini e Pietro Passalacqua che copre la vecchia facciata. La chiesa è dedicata a Sant'Elena, madre di Costantino, ed entrambi sono celebrati da una statua in cima alla facciata. Altre quattro statue sono dedicate agli Evangelisti.


S. Marco e S. Matteo

Altre chiese

L'uso di grandi statue in cima alle chiese non era limitato alle basiliche e fu adottato dagli architetti Barocchi anche in moltre altre chiese. Carlo Rainaldi, che progettò le chiese di S. Maria dei Miracoli e S. Maria in Montesanto sotto la supervisione di Gian Lorenzo Bernini, posizionò diverse statue attorno alle cupole delle due chiese. Alessandro Galilei, oltre alla facciata di S. Giovanni in Laterano, progettò quella di S. Giovanni dei Fiorentini: in questo caso la scelta dei santi risponde a necessità architettoniche.

S. Bernardo degli Uberti, Beato Eugenio diacono, S. Caterina de' Ricci

Altre chiese coronate di statue di santi sono: SS. Apostoli, S. Silvestro in Capite, SS. Nome di Maria, S. Marcello, S. Francesca Romana, S. Maria della Consolazione.


Chiesa dei SS. Apostoli: S. Giacomo Maggiore, Gesù, S. Andrea

Per tornare alla pagina iniziale dell'Arte Barocca...