S. Maria Maggiore (Libro III) (Pianta A3) (II giorno)
In questa: Tavola di Giuseppe Vasi Com'è oggi La Loggia Stemmi Interno
La Tavola (No. 48)
Il restauro di S. Maria
Maggiore fu completato da Benedetto XIV nel 1743 con l'erezione di un grande portico disegnato
da Ferdinando Fuga. La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto.
Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a:
1) Un edificio (demolito nel XIX secolo)
appartenente ai preti della Basilica; 2) Campanile di S. Prassede; 3) Monastero delle Monache
Filippine; 4) Canonica della Basilica; Vasi mostra S. Maria Maggiore anche nella tavola 122 (abside della basilica) e nella tavola 157
(vista laterale).
 
Oggi
Al tempo di Vasi S. Maria
Maggiore era quasi isolata tra le grandi ville, in particolare Villa
di Termini di Sisto V. Oggi la Basilica si trova in una delle aree più trafficate
di Roma, vicino alla Stazione Ferroviaria; essendo tuttavia in posizione dominante
la vista non è alterarta da questi cambiamenti: solo troppe auto e troppi piccioni!
Leggi il Resoconto della visita
di Henry James a questo luogo nel 1873.
Clicca
QUI per sapere tutto della Basilica di Santa Maria Maggiore
La Loggia
La Loggia è l'opera più convincente di Ferdinando Fuga, che rispettò l'antica
facciata medievale a mosaico che può ancora essere ammirata dalla piazza.
Stemmi
Paolo V incaricò Carlo Maderno di erigere di fronte a S. Maria
Maggiore una colonna sopravvissuta alla basilica di Costantino.
Maderno progetto la piccola fontana sotto la colonna. Entrambe sono decorate con aquile e dragoni del papa.
A destra di
S. Maria Maggiore si può vedere una strana colonna a forma di fusto di cannone
sormontata dalla croce: fu eretta da Clemente VIII per celebrare la fine delle guerre
di religione inFrancia.
Flaminio Ponzio progettò per Paolo V i due edifici ai lati della basilica
me ne costruì uno solo, quello a destra della facciata. Quello a sinistra
fu eretto nel 1721-43. Entrambi riportano giganteschi stemmi papali tra due angeli.
I due stemmi eretti sui due lati mostrano come variò la maniera di ritrarre gli angeli
(a sinistra gli angeli tardomanieristi di Nicolas Cordier e Ambrogio
Buonvicino; a destra gli angeli tardobarocchi di un'artista sconosciuto). Per
saperne di più sugli
Angeli Barocchi clicca QUI.
Interno
Il soffitto di S. Maria Maggiore fu disegnato da Giuliano da Sangallo
verso la fine del XV secolo. Secondo la tradizione fu pagato con l'oro delle Americhe
donato a Papa Alessandro VI dai Re Spagnoli Ferdinando
e Isabella. Alessadro VI nel 1493 (Trattato di Tordessillas) aveva agito
come mediatore tra la Spagna e il Portogallo
e stabilito la linea di separazione dei loro possedimenti in Sudamerica.
Il soffitto è decorato con gli stemmi di Alessandro VI e di suo zio Callisto III (in figura).
Puoi vedere un'altra immagine del bel soffitto della chiesa
in una pagina che si occupa dei soffitti di molte chiese Romane.
Il pavimento della navata centrale conserva parzialmente la sua decorazione a mosaico del
secolo XII. Ci sono anche alcuni piccoli mosaici aggiunti nel 1750 quando l'interno fu restaurato
per l'Anno Santo (gli usuali numeri romani M (1,000) e D (500) sono stati qui
sostituiti da una combinazone di C
e di I). Le differenti pietruzze e i pezzi di marmo usati per il mosaico
hanno una resistenza diversa all'uso. Un mosaico originale del XII secolo si può facilmente
riconoscere camminandoci sopra con scarpe leggere.
Sei papi e molti cardinali e altri prelati sono sepolti in S. Maria
Maggiore. La maggior parte dei monumenti funebri furono costruiti verso la fine del XVI
secolo e nella prima metà del XVII. In questo periodo S. Pietro era in procinto di essere completata e
decorata e S. Maria Maggiore, con l'apertura da parte di Sisto V di Strada Felice (1587 ca.)
che vi permetteva facile accesso, divenne la Basilica più importante.
La foto mostra (a sinistra) un particolare del
Monumento a Odoardo Santarelli di Alessandro Algardi e
(a destra) un particolare del Monumento a Gerolamo Manili di Cosimo Fancelli.
Algardi rivela la sua maestria nella tecnica del rilievo e Fancelli, uno scolaro di
Gian Lorenzo Bernini, la sua abilità nel creare illusioni ottiche (per altre opere di Algardi e Fancelli
vedi anche la lista di Sculture Barocche).
Brano dell'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:
Basilica
di S. Maria MaggioreLa gran colonna, che sta nella
piazza di questa basilica, è l'unica, come dicemmo, rimasta intiera
di quelle, che ressero il gran tempio della pace, di cui vedemmo le
rovine in Campo Vaccino, da dove fu quì trasportata da Paolo V. il
quale vi pose sopra la statua della ss. Vergine fatta di metallo
dorato, e da piede il fonte di acqua perenne. Questa Basilica
prese un tal nome, perchè fu la maggiore tra tutte le altre chiese
dedicate alla ss. Vergine: Si disse ad Nives, ed ancora
Liberiana, perchè da Liberio Papa fu eretta e consagrata ad istanza
e spese di Gio. Patrizio Romano per il miracolo della neve;
similmente si disse ad Presepe, perchè in essa si conserva il
Presepio di nostro Signore. Più volte è stata ristaurata:
l'ultima ristaurazione però è stata fatta dal Pont. Bened. XIV. col
disegno del Cav. Fuga, il quale fece il principale prospetto colla
loggia della benedizione, e portico. I mosaici però sono antichi
fatti da Filippo Rossetti ajutato da Gaddo Gaddi, e la statua di
Filippo IV. Re di Spagna fatta in metallo stava prima nella
sagrestia, come protettore e benefattore di quella Basilica.
Entrando in chiesa si vedono le colonne di marmo greco tutte
lustrate, e ridotte in uguale proporzione, mentre prima erano ruvide
e ineguali. A destra evvi il deposito di Niccolò IV. e a sinistra
quello di Clem. IX. Il quadro della prima cappella a destra, che
rappresenta la ss. Vergine con Gio. Patrizio è opera di Giuseppe
Bastardo; entro la sagrestia, tra l'altre cose si vede la statua di
Paolo V. fatta in metallo, ed alcuni depositi, fra' quali uno
dell'Ambasciatore del Re del Congo scolpito dal Bernino; quivi è il
coro per li tempi di estate, e vi sono pitture del Passignani, e
sculture del mentovato Bernini. Seguitando poi il giro delle
cappelle, il quadro della ss. Famiglia è opera di Agostino Masucci,
e l'altro, che siegue, di Stefano Pozzi; la cappella del ss.
Crocifisso è adorna di marmi preziosi, e vi si conservano le
reliquie, fra le quali la Culla del nostro Salvatore. Siegue dopo la
cappella della ss. Nunziata dipinta da Pompeo Battoni, e poi quella
del santissimo Sagramento, eretta con sagra magnificenza da Sisto V.
col disegno di Domenico Fontana; ed è ornata di marmi, sculture,
pitture, e metalli dorati. I quattro Angioli, che si vedono sull'
altare di mezzo reggere il tabernacolo di metallo dorato, e con una
mano tenere 4. torce continuamente accese, sono anch'essi di metallo
dorato; e l'altare, che si vede sotto di questo, dicesi del
Presepio, perchè vi stanno le pietre e fieno sopra cui fu posato il
nostro divino Redentore quando nacque; e la statua di s. Gaetano col
Canto Bambino in braccio, che si vede nella nicchia sotto le scale,
vi fu posta in memoria dell'apparizione, che esso ebbe in quel
medesimo luogo contemplando la notte di Natale un tal mistero. La
cappelletta a destra è dedicata a s. Lucia, ed ha il quadro dipinto
a fresco da Paris, Nogari; quella a sinistra dedicata a s. Girolamo,
il di cui corpo sta in quella basilica, ha il quadro dipinto da
Salvator Fontana. La statua di Sisto V. a destra fu scolpita
Valsoldino Lombardo, come anco la coronazione del Papa, e l'istoria
della Carità in bassorilievo; la Giustizia è di Niccolò Fiammingo, e
gli altri due bassirilievi sono di Egidio Fiammingo; il s. Francesco
è di Flaminio Vacca, ed il s. Antonio di Padova dell' Olivieri. La
statua di s. Pio V. è opera di Lorenzo da Sarzana, come anco
l'istoria a man destra, e l'altra a sinistra è del Cordieri; la
coronazione del Papa in bassorilievo è di Stella Milanese, e li due
laterali di Egidio Fiammingo. Nell'urna di metallo dorato, che sta
sotto la statua del Santo, vi è il corpo del medesimo. La statua di
s. Pietro martire è del Valsoldino, e quella di s. Domenico di Gio.
Batista della Porta. Le pitture, che sono sopra il cornicione, nella
cupola, ed in altri luoghi, sono opere ben condotte da Paris Nogari,
da Gio. Batista Pozzo, da Andrea d'Ancona, da Giacomo Bresciano, da
Salvatore Fontana, e da altri. Questa cappella ha la sagrestia
propria, ornata similmente di pitture e stucchi dorati. Dipoi
siegue il ciborio, o altare Papale, e sta dirimpetto alla tribuna
modernamente rifatto da Bened. XIV. ed ornato con 4. preziose
colonne di porfido, che prima sostenevano l'antico portico, e con
varj lavori di metallo dorato; la mensa dell'altare consiste in una
grande, e preziosa urna di porfido lavorata mirabilmente da tutte le
quattro parti, ed è stata ornata similmente di metalli dorati. Sotto
quest' altare si vede un finestrino, che corrisponde nel
sotterraneo, ove sono molte insigni reliquie, che stavano
nell'antico sotterraneo. Il quadro della Natività del Signore, che
sta sull'altare della tribuna, è opera del Mancini, e li mosaici,
che sono in alto, di Giacomo Turrigia ordinati da Niccolò IV. l'an.
1286. l'arcone però fu fatto da Sisto III. l'an. 438. con tutti li
mosaici, che vi sono, siccome ancora li altri, che girano intorno
alla nave maggiore, i quali furono poi riattati dal Card. Pinelli
Genovese, che fece ancora tra le finestre le pitture con ornamenti
di stucchi dorati. Il gran soffitto fu dorato da Aless. VI. col
primo oro venuto dall'India, donato a quella Basilica dal Re
Cattolico. Dopo l'altra porta laterale, e dirimpetto alla
cappella del ss. Sagramento, evvi quella della ss.
Vergine, eretta da Paolo V. con somma splendidezza. L'altare
principale è ornato di maravigliosi diaspri duri, lapislazzoli,
agate, ed altre pietre preziose: le basi delle colonne, i capitelli,
il cornicione, il frontespizio, e i putti con altri ornamenti sono
tutti di metallo dorato ed anco il gran bassorilievo, in cui viene
figurato il miracolo della neve; e gli angioli, che con altri ornati
reggono la ss. Immagine, furono cavati da' modelli di Cammillo
Mariani, e gettati da Domenico Ferretti; le pitture sulle lunette,
ed arconi doveva farli Guido Reni; ma per gl' impegni, e
raccomandazioni le fece il Cav. d'Arpino, e quelle della cupola
Lodovico Cigoli. La statua di Paolo V. posta nel suo deposito è del
Silla, il bassorilievo a destra di Stefano Maderno, e quello a
sinistra del Malvicino; la coronazione è d'Ippolito Buzio, il
bassorilievo a destra è del Valsoldo, e l'altro a sinistra, di
Francesco Stati, e li termini, del detto Buzio; la statua di s.
Basilio, quella di Davide sono di Niccolò Cordieri, e le pitture ne'
lati della finestra sopra il cornicione con quelle sull'arcone sono
di Guido Reni. La statua di Clemente VIII. nel deposito incontro è
del Silla, il bassorilievo a destra è del Malvicino e quello a
sinistra del Mariani, finiti poi dal Mochi; la coronazione è di
Pietro Bernini, e li termini a destra, del detto Bozio, e quelli a
sinistra, del Valsoldo. Le pitture ai lati della finestra, e quelle
sull'arcone sono di Guido Reni, fuorchè la Madonna, che fu fatta dal
Lanfranco. La cappelletta di s. Carlo Borromeo fu dipinta da
Baldassare della Croce, e quella di s. Francesca Romana dal
Baglioni. Questa magnifica cappella ha similmente la sagrestia
propria ornata di stucchi dorati, e pitture del Cav. Passignani.
Siegue dopo la cappella Sforza eretta con architettura del
Buonarroti; e si vede il quadro dell'altare dipinto da Girolamo da
Sermoneta, e le pitture a fresco del Nebbia. Ora in questa cappella
è stato formato il coro per il tempo d'inverno. Le pitture a fresco
nella cappella, che siegue sono di Baldassare della Croce, e
d'altri. Appresso evvi la cappella de' Sig. Cesi, il di cui quadro è
del riferito Sermoneta; quello però con s Pietro, e s. Paolo è del
Novara, l'altro con s. Caterina, di Luigi Gentile, e quell'
incontro, di Carlo Cesi; ma la Santa, che disputa con li dottori, si
crede del Canini. I depositi di marmo con urne di paragone, e statue
di metallo sono opere di fra Guglielmo della Porta, e quei di
Monsig. Santarelli, e di Costanzo Patrizi, che stanno in chiesa,
sono dell'Algardi. E' questa una delle sette chiese, ed ancora
delle quattro Basiliche, che si visitano nell'anno del Giubbileo, e
però vi è nel portico la Porta santa, come nelle altre tre Basiliche
di s. Pietro, di s. Paolo, e del Laterano.
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