Vestigie del Antico Ponte Trionfale
(Libro V) (Pianta C2) (VII giorno) (Vista C4)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
S. Giovanni dei Fiorentini
La fine di Borromini
Collegio Bandinelli e Consolato de' Fiorentini

La Tavola (No. 87)

C'erano otto ponti che attraversavano il Tevere ai tempi dell'Impero Romano. Solo tre sono sopravvissuti (Ponte Milvio, Ponte degli Angeli e Ponte Quattro Capi). Questo ponte fu chiamato "Triumphalis" perché era uno degli ingressi preferiti dai consoli che tornavano a Roma per celebrare le loro vittorie e ricevere il trionfo. La vista mostra nello sfondo molti landmarks del Gianicolo.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto.
Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a: 1) S. Giovanni de' Fiorentini; 2) Pilastri del Ponte Trionfale; 3) Spedale de' Pazzi; 4) Palazzo Salviati; 5) S. Onofrio; 6) Villa Lante; 7) Villa Corsini; 8) Casino Farnese. Tranne i primi due sono tutti trattati in altre pagine.
La piantina riporta anche 9) Collegio Bandinelli.


Oggi

Oggi un ponte moderno "razionalista" collega le sponde del Tevere. Sullo sfondo una bella vista sul Gianicolo (a destra S. Onofrio). Il muro di alberi del XIX secolo sul Lungo Tevere nasconde la maggior parte degli edifici mostrati nelle tavola. In estate vengono riaffiorano le rovine del ponte Romano.

S. Giovanni dei Fiorentini

L'area mostrata nella tavola sulla sinistra era la Piccola Firenze di Roma (sullo sfondo della pagina il simbolo di Firenze). Qui i banchieri Fiorentini aprivano branches per finanziare il Papato. Le strade dei dintorni conservano ancora il ricordo di quel passato (Via Acciaioli, Via delle Palle, Via del Consolato). La comunità aveva bisogno di una chiesa e Leone X incaricò Jacopo Sansovino, mentre Antonio da Sangallo fu il responsabile della costruzione sul fiume delle mura necessarie per sostenere la chiesa. La cupola fu costruita da Carlo Maderno nel 1614. Come la maggior parte delle chiese di Firenze la facciata fu lasciata da finire. Clemente XII, ultimo papa fiorentino e uomo di grande ricchezza, completò lopera dei predecessori affidando la facciata ad Alessandro Galilei, lui pure fiorentino (clicca qui per una lista delle chiese nazionali a Roma). E se invece desideri vedere il Monumento ad Alessandro Capponi di Michelangelo Slodtz all'interno della chiesa...
Molti importanti scultori del XVII e del XVIII secolo lavorarono ai monumenti funebri dei ricchi Fiorentini seppelliti nella chiesa. Le due statue (la Carità e la Fortezza) ai lati dello stemma furono scolpite da Filippo Della Valle.

La fine di Borromini

La Cappella Falconieri (la cappella principale) in S. Giovanni dei Fiorentini è l'ultima opera di Francesco Borromini. La balaustra con pilastri invertiti che aveva caratterizzato il suo primo lavoro in S. Carlo alle Quattro Fontane ricompare come una sorta di firma. L'artista si suicidò nel 1667 e fu sepolto in S. Giovanni dei Fiorentini, dov'era seppellito pure lo zio Carlo Maderno. La cappella fu progettata inizialmente da Pietro da Cortona e dopo le modifiche del Borromini fu completata da Ciro Ferri, un allievo di Pietro da Cortona. Sull'altare, Antonio Raggi, il più "Berniniano" degli allievi di Bernini, per il suo Battesimo di Gesù fece uso della tecnica adottata dal Bernini in molte cappelle e consistente in una finestra nascosta con la luce diretta verso alcune parti delle sculture, con un effetto tipico della pittura.

Collegio Bandinelli

Via Giulia comincia nel quartiere Fiorentino di Roma. I primi due edifici della strada erano assai importanti per la comunità Fiorentina: Collegio Bandinelli era un'istituzione fondata dal Fiorentino Bartolomeo Bandinelli (un fornaio) per l'educazione dei poveri. Oggi è convertito in appartamenti ma conserva alcune iscrizioni commemorative. La facciata ha un piccolo tondo con la testa di San Giovanni: significa che l'edificio apparteneva alla confraternita di S. Giovanni Decollato fondata dai Fiorentini per aiutare gli ammalati. L'edificio successivo apparteneva al Consolato di Toscana (il principale edificio usato come Consolato fu demolito nel 1888; anche l'ospedale della comunità fu sacrificato per allargare le vecchie strade Rinascimentali). Fu costruito da Antonio da Sangallo il Giovane e in seguito venduto al Granduca di Toscana Cosimo II. Le strade adiacenti conservano molte case Rinascimentali costruite dalla comunità Fiorentina. A Roma le diverse comunità italiane si consideravano nazioni differenti. In altri paesi esse tendevano invece ad unirsi per formare una comunità unica (vedi come era organizzata la comunità Italiana di Praga).

Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Collegio Bandinelli
Poco dopo segue questo collegio eretto l'anno 1678. da Bartolommeo Bandinelli Fiorentino per la gioventù della Toscana,che volesse apprendere le scienze umane e divine, ed appresso evvi la
Chiesa di s. Gio: Battista de' Fiorentini
Nel fine della strada Giulia si alza questa magnifica chiesa eretta dalla nazione Fiorentina in onore del s. Precursore suo patrono. Era quivi un orto con una cappella dedicata a s. Pantaleo spettante al Capitolo di s. Celso, su cui nell'anno 1488. il Buonarroti pensava di fare una chiesa a somiglianza della Rotonda; ma perchè era troppo grande la spesa, quei nazionali appigliaronsi al disegno di Giacomo della Porta, che è a guisa di basilica a tre navi con crociata e cupola. Sono in essa nobilissime cappelle incrostate di marmi, e ornate con pitture, metalli, e stucchi dorati, fra le quali tiene il primo luogo la maggiore fatta con disegno del Borromini, terminata però per causa di morte da Ciro Ferri, in cui si rappresenta il s. Titolare, che battezza il Salvatore, espresso in marmo da Antonio Raggi, ed intorno altre sculture di Ercole Ferrata, e di Domenico Guidi, e ne' laterali due depositi con altre sculture fatte da altri. Quelle della crociata sono ancora riguardevoli per i due depositi, uno di Monsignor Corsini fatto dall'Algardi, e l'altro di Monsig. Acciajoli di Ercole Ferrata, col quadro de ss. Cosimo e Damiano dipinto da Salvatore Rosa; e nella cappella della ss. Vergine, sonovi delle pitture del Fontebuoni, e del Ciampelli. Il santissimo Crocifisso dall'altra parte, fu gettato in metallo dal modello di Prospero Bresciano, e le pitture a fresco sulla volta sono del Lanfranco. Altre pitture e sculture si vedono per le navi laterali, l'ultime delle quali sono state quelle del deposito del March. Capponi fatte da Monsù Slos Francese, e l'altra quella del Pontefice Clemente XII. per benemerenza di aver compito questo tempio con farli il prospetto secondo il disegno di Alessandro Galilei. Accanto a questa è il convitto de' Preti, fra' quali visse Cesare Baronio, che poi fu Cardinale, con altri seguaci di s. Filippo Neri, conservandosi ancora alcune memorie di essi. Appresso vi è lo spedale eretto l'anno 1067. da Domenico Campi Fiorentino per li suoi nazionali, e nel vicolo incontro l'
Oratorio della Pietà, e Consolato de' Fiorentini
Il Pontefice Leone X. oltre aver dichiarato parrocchiale la suddetta chiesa, concedè alla nazione Fiorentina il privileggio, che godessero di essa, ancorchè stassero in altre parocchie, e di tenere un Ospizio col proprio Notaro per le cause de' mercanti a cui presedono tre nobili col nome di Consolato. A destra di questo è l'oratorio, eretto l'anno 1526. sopra un'antica chiesa dedicata a' ss. Tommaso ed Orsola, dalla Confraternita de' Fiorentini, sotto il titolo della Pietà, ed è tutto ornato di pitture del Sermoneta, e delli Zucchari, il quadro però sull'altare è di Girolamo Sicciolante. Or prima di terminare questa giornata sarà bene di fare una osservazione presso il
Passo della Barchetta
A sinistra della suddetta chiesa di s. Giovanni corrisponde il terzo passaggio sopra il Tevere per mezzo di un scafone, o vogliamo dire barchetta, per comodo degli abitatori della strada detta la Lungara, come dicemmo nella passata giornata.
E' notabile, che da quella parte fu trovata nel Pontificato di Clemente XI. una vena di acqua salubre, proveniente dal vicino monte Gianicolo; perciò vi fu eretto un fonte, che dicesi, l'acqua Lancisiana, perchè dal Lancisi medico del Papa fu trovata, e riconosciuta leggerissima. In mezzo a quel seno di fiume si vedono le
Rovine del Ponte Trionfale
Non solamente l'arco, la porta, il campo, e la via Trionfale ebbero gli antichi Romani, ma altresì, il ponte di cui solamente ne vediamo il residuo de' piloni fra la riferita chiesa di s. Giovanni de' Fiorentini, e lo spedale di s. Spirito. Egli fu detto trionfale, perchè sopra di esso passavano con solennità per decreto del Senato gli Eroi, che venivano in Roma trionfanti de' nemici della Repubblica, e però il campo, che è di là dal ponte dicevasi similmente trionfale, perchè ivi si metteva in ordinanza, e si principiava l'accompagnamento de' Trionfanti.

Prossima tavola nel Libro V: Passo della Barchetta all'Armata

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