Passeggio di Ponte S. Angelo (Libro V) (Pianta C2) (VIII giorno)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
Dettagli delle statue

La Tavola (No. 85 - ii)

Questa tavola riporta un'interessante veduta di case e palazzi che si affacciano direttamente sul fiume. La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto. Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a: 1) Bastione di Castel Sant'Angelo; 2) Collegio Clementino; 3) Cupola di S. Carlo al Corso; 4) S. Rocco; 5) S. Attanasio dei Greci; 6) Villa Medici; 7) SS. Trinità dei Monti; 8) Vigna Altoviti; 9) S. Girolamo agli Schiavoni. Eccetto 8) sono tutti illustrati in dettaglio in altre pagine.


Oggi

Una cortina di alberi separa il fiume dalla città. Il Collegio Clementino  è stato sostituito da edifici moderni: solo la cupola di S. Carlo al Corso ci assicura che stiamo guardando ciò che vedeva Vasi.

Attraversiamo dunque il fiume per dirigerci a Castel S. Angelo; incontreremo due santi e dieci angeli che reggono gli oggetti della passione. Sul lato sinistro del ponte (prima riga nella foto sotto): San Pietro (scuola di Lorenzetto), la frusta (di Lazzaro Morelli), la corona di spine (di Paolo Naldini, da un originale di Gian Lorenzo Bernini ora in S. Andrea delle Fratte), i dadi (di Paolo Naldini), la scritta I.N.R.I. di Gian Lorenzo Bernini), la canna con la spugna d'aceto (di Antonio Giorgetti); sul lato destro del ponte (seconda riga): San Paolo (scuola di Paolo Taccone), il trono (di Antonio Raggi), le vesti (di Cosimo Fancelli), i chiodi (di Girolamo Lucenti), la croce (di Ercole Ferrata), la lancia (di Domenico Guidi).

Lo sfondo della pagina riporta la ringhiera della balaustrata del Ponte degli Angeli di Gian Lorenzo Bernini. Le statue dei Santi Pietro e Paolo furono erette sotto Clemente VII. Le statue degli angeli furono commissionate a Bernini da Alessandro VII. Furono realizzate da allievi del Bernini su suoi disegni e sistemate in loco nel 1670. Bernini era solito preparare modelli in creta in scala naturale per visualizzare l'effetto finale della statua; alcuni di questi modelli si possono vedere nei Musei Vaticani (vicino alla pinacoteca). Sebbene siano oggetti tridimensionali le statue hanno un loro punto d'osservazione privilegiato. La maggior parte venivano collocate in nicchie è perciò il punto di vista migliore è quello frontale. Il Perseo di Benvenuto Cellini, che regge la testa della Medusa, guadagna da una vista laterale. Le statue di Bernini erano spesso concepite per essere osservate da angolature differenti. I suoi primi lavori per il Cardinal Borghese (Apollo e Daphne, Il ratto di Proserpina) furono immediatamente riconosciuti come capolavori perché era ugualmente apprezzabili da differenti angolature. Bernini dava istruzioni anche sull'esatta collocazione delle statue nella stanza tenendo presente la vicinanza di finestre. L'Apollo e Daphne bisognava vederlo prima da tergo per scoprire solo in un secondo momento che la fanciulla si sta trasformando in albero. Per gli angeli del ponte Bernini considerò tre punti di vista, avendo in mente che la gente avrbbe attraversato il ponte in entrambe le direzioni. Così, oltre che frontalmente, le statue possono essere osservate anche da un angolo di 45 gradi. Le ali degli angeli sono aperte in maniera tale da essere ammirate sia di fronte che lateralmente (per altri angeli barocchi clicca QUI). La teoria di statue sul ponte ispirò i Gesuiti di Praga che vollero allo stesso modo decorare con statue di santi il loro Karluv Most.



Passo scelto dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Ponte s. Angelo
Dall'Imperatore Elio Adriano fu edificato questo ponte in faccia al suo Mausoleo, o vogliamo dire sepolcro, affinchè fossero comodamente goduti, ed osservati da vicino tutti i magnifici e nobili annessi, che lo adornavano; e però dal suo fondatore fu chiamato ponte Emilio. Ma perite poi le vane superstizioni de' Gentili servì, come anche oggidì per andare alla basilica Vaticana, e pero vi fu eretto fin colà un magnifico portico, affinchè servisse di riparo tanto ne' tempi piovosi, quanto ne' giorni assolati, e per rendere maestoso il suo ingresso gl'Imperatori Gallieno, Valentiniano, e Teodosio vi aggiunsero un grande arco a guisa de' trionfali: ma poi furono a poco a poco atterrati nelle guerre civili. Niccolò V. fu il primo che risarcisse questo ponte dopo la funesta disgrazia succeduta l'anno del Giubbileo 1450. allorchè ritornando molto popolo dalla basilica Vaticana, talmente si affollò sul ponte, che rotti i ripari perirono 170. persone, parte affogate sul ponte medesimo, e parte cadute nel fiume, ed in tale riattamento fecevi nell'ingresso due cappellette una coll'immagine di san Pietro, e l'altra con quella di san Paolo.
Quindi Clem. VII. invece delle cappelle, vi pose statue di marmo, il s. Pietro scolpito da Lorenzo Fiorentino, ed il s. Paolo, da Paolo Romano, e poi quando venne in Roma Carlo V. furono poste sopra i ripari 14. statue di creta cotta riputate bellissime; ma Clemente IX. fu quegli, che ornollo, come ora si vede col disegno del Bernini, collocandovi sopra gran piedistalli dieci statue di marmo, rappresentanti altrettanti Angioli, che tengono varj strumenti della passione del nostro Redentore: quella, che sostiene la colonna è scultura di Antonio Raggi, quella col Volto santo, di Cosimo Fancelli, l'altra con i chiodi di Girolamo Lucenti, quella colla Croce, di Ercole Ferrata, l'altra colla lancia, di Domenico Guidi, quella con i flagelli, di Lazzaro Morelli, quella colla veste inconsutile, e l'altra colla corona di spine sono di Paolo Naldini, quella però col titolo della Croce è del Bernini, e l'ultima, che tiene la spugna è di Antonio Giorgetti: onde con doppia ragione si chiama ora Ponte s. Angelo.

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Prossima tappa nell'itinerario dell'VIII giorno: Ponte e Mole Adriana