Basilica di S. Giovanni in Laterano
(Libro III) (Pianta A4) (I giorno)
In questa pagina: Tavola
di Giuseppe Vasi Com'è oggi La
facciata di S. Giovanni in Laterano Le modifiche del Borromini Palazzo
Laterano La Tribuna
La
Tavola (No. 46)
La vista di Vasi su S. Giovanni
era una vista assai moderna, o meglio, su edifici da poco rimodernati.
(La tavola 34 mostra la facciata posteriore della Basilica).
Molti Papi sono associati al restauro e alle modifiche sia del Palazzo del Laterano che
della Basilica, ma di tutti i più importanti sono Sisto V (che eresse l'obelisco e
ricostruì il palazzo), Innocenzo X (che incaricò Borromini di restaurare l'interno)
e Clemente per la facciata che vediamo nella tavola.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto.
Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a:
1) Facciata della Basilica; 2)
Palazzo Pontificio; 3) Ospedale di S. Giovanni in
Laterano; 4) Triclinio; 5) Rovine di un acquedotto. 3)
e 5) sono trattati in altra pagine.
 
Oggi
La grande spianata di fronte alla Basilica è stata preservata.
Nessuna modifica dal tempo di Vasi e una recente pulitura ci restituisce
una veduta molto simile a quella di Vasi. Dal livello del terreno non è possibile
vedere la punta dell'obelisco. Leggi il resoconto di Henry James sulla sua
visita nel 1873.
S. Giovanni
La facciata è opera di Alessandro Galilei ed è sovrastata da 15 statue gigantesche. Il principale
stemma del Papa è dentro la loggia, ma altri stemmi di Clemente XII si trovano ai piedi dei
pilastri e nella volta del Portico (vedi lo sfondo della pagina).
Modifiche del Borromini
Nel 1646 Papa Innocenzo X incaricò
Borromini di rinnovare l'interno della basilica, ma pose alcuni limiti alla
fantasia dell'artista dato che voleva che il pavimento e il soffitto della navata principale
fossero mantenuti. Il pavimneto risaliva al tempo di Martino V (1417-31) il cui simbolo
(una colonna) era inserito nei mosaici cosmateschi (un simbolo meno conosciuto di Martino V,
una sirena, si può vedere sul lato interno della porta principale della Basilica).
Il soffitto era opera di Flaminio
Boulanger e riportava gli stemmi di Pio IV (1559-65 nell'immagine sotto) e Pio V (1566-72).
Borromini fu libero di progettare le quattro navate minori: l'immagine sotto
mostra una delle navate intermedie che Borromini decorò con angeli di stucco
e dove enfatizzò la prospettiva della navata abbassando l'arco finale.
Nella navata principale disegnò 12 nicchioni giganti dove, all'inizio del XVIII, secolo
furono inserite le statue degli
Apostoli (l'immagine sotto mostra il S. Matteo di Camillo Rusconi).
Borromini disegnò parecchi stemmi giganti di Innocenzo X. Tre di essi furono scelti da
Filippo Juvarra per il suo libro sugli stemmi dei Papi (per vederli
clicca
QUI)

Palazzo Laterano
Nel restauro del Palazzo, Clemente XII pagò dazio al predecessore Sisto V
adottando una decorazione molto simile a quella esistente sugli altri lati del Palazzo.
I leoni di Sisto però non stringono le solite pere: a loro volta pagano dazio
reggendo lo stemma di Clemente.
La Tribuna
La grande Tribuna adiacente alla Scala Santa fu costruita nel 1743 da
Ferdinando Fuga per Benedetto XIV e decorata con mosaici che sono copie di
quelli nel Triclinio del vecchio Palazzo del Laterano.
Leggi i Commenti di Mark
Twain su questi mosaici.
Passo scelto dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del
1761 relativo a questa pagina:
Basilica
Lateranense Costantiniana, e Aurea fu detta questa
sacrosanta Basilica, perchè dall'Imperatore Costantino fu eretta con
magnificenza, insieme coll'abitazione del Sommo Pontefice; e
Lateranense sì dice, perchè edificata sul palazzo di tale famiglia
nobile, che poi era passato in domino di Costantino suddetto. Da S.
Silvestro fu consagrata con rito solenne a' 9. di Novembre intorno
all'anno 320. di nostra salute, in onore del ss. Salvatore, e per
decreto Papale, ed Imperiale fu dichiarata Capo di tutte le altre
chiese del Mondo Cattolico, come ne fanno testimonianza i versi
seguenti, i quali erano intagliati intorno intorno alla medesima.
‘ apud Panv. sept. Ecc. p.137.
Aula Dei hac similis Synai sacra jussa ferenti, Ut lex
demonstrat, hic qua fuit edita quondam, Lex hinc exivit, mentes
qua ducit ab imis Et vulgata dedit lumen per climata Sacli.
Flavius Constantinus,felix, victor, magister utriusque
militia, Patricius, & Consul Ordinarius, & Padusia
Illustris famina ejus uxor voti compotes de proprio
fecerunt. Nell'entrare da questa parte
(dall'ingresso laterale) si vede in primo luogo l’altare
papale fatto da Urbano V. con marmi alla dorica, sopra del quale fra
le molte reliquie collocò le teste de' ss. Apostoli Pietro e Paolo,
che si mostrano in diversi tempi dell'anno. Sotto l’altare si
custodisce quello, sopra di cui celebrò s. Pietro, e anche i primi
santi Pontefici fino a s. Silvestro. Nella tribuna si vedono i
mosaici fatti da Niccolò IV. il quale fece ancora il gran soffitto
dorato; le pitture a fresco, e i lavori di marmi furono fatti da
Clemente VIII. avendovi dipinto il Baglioni, il Nebbia, il
Pomaranci, ed il Nogari; fece il medesimo Pontefice l'altare del ss.
Sagramento ornato di metalli e pietre preziose, ed un gran
bassorilievo di argento massiccio rappresentante la Cena del
Signore, fatta da Curzio Vanni; le 4. maravigliose colonne di
metallo dorato furono, secondo alcuni, fatte de' rostri delle navi
Cartaginesi vinti da' Romani, e poste nel tempio di Giove
Capitolino; altri dicono essere state portate da Vespasiano con
altre spoglie trionfali dalla Giudea, e ora sono piene di terra
santa portata in Roma da Gerusalemme; gli angioli di metallo dorato,
e le statue di marmo sono di varj autori, ed il Padre Eterno dipinto
nel frontespizio di metallo è opera del Cav. d'Arpino. La
cappella contigua della Casa Colonna, che resta per uso del coro in
tempo d'inverno, è ornatissima di pitture, di marmi, e di metalli
dorati; nel semicircolo dietro alla tribuna ornato di marmi, e di
sculture, fra le altre sagre memorie, vi si conserva la tavola,
sopra cui il nostro Salvatore fece l’ultima cena con gli Apostoli.
Quivi corrisponde la sagrestia ornata di diverse pitture, fra le
quali una rappresentante la ss. Nunziata è opera del Buonarroti, e
li due busti di metallo, uno di Clemente VIII. e l'altro di PaoloV.
sono del Corrieti; tornando poi in chiesa si vede nella cappella
dall'altra parte la natività del Signore con altre pitture fatte da
Niccolò da Pesaro, ed appresso sopra la porta, da cui entrammo, il
maraviglioso organo fatto dal mentovato Clemente VIII. per opera di
Gio. Batista Montani. Innocenzo X. fece ristaurare e adornare le
cinque navi del tempio col disegno del Cav. Borromini, il quale
cuoprendo le antiche colonne, che lo reggevano, con grandi pilastri
e nicchie ornate di marmi e colonne di verde antico formò una sagra
galleria; nella parte superiore vi furono rappresentati diversi
misterj della passione del Signore in bassorilievo, e nelle nicchie
li XII. Apostoli alti palmi 18. Furono questi fatti per ordine di
Clemente XI. il s. Pietro, ed il s. Paolo da Stefano Monò
Borgognone, quelle di s. Andrea, di s. Giovanni, di s. Giacomo
maggiore, e di s. Matteo da Cammillo Rusconi; quelle di s. Tommaso,
e di s. Bartolommeo da Pietro le Gros parigino; quella di san
Giacomo minore da Angelo de' Rossi Genovese; il s. Filippo da
Giuseppe Mazzoli Senese; quella di s. Simone da Giuseppe Moratti
Padovano, e quella di s. Taddeo da Lorenzo Ottone. Ordinò il
medesimo Pontefice i quadri negli ovati ai migliori pittori di quel
tempo, e vi sono rappresentati alcuni antichi Profeti. Nelle
cappelle laterali il s. Gio. Evangelista è di Lazzaro Baldi; il s.
Agostino di Guglielmo Borgognone; ed il s. Giovanni Nepomiceno è del
Cav. Conca. Vedesi similmente sopra un pilastro una pittura fatta
dal Giotto, ch'era nell'antico portico; ed in mezzo alla nave
maggiore il deposito di Martino V. in metallo. Al destro lato
del tempio vedesi ancora il chiostro dell'antico monastero de'
Canonici Regolari di s. Agostino, fattovi da s. Gelasio I. circa
l'anno 493. e vi si conservano alcune memorie de' luoghi santi di
Gerusalemme con iscrizioni ebraiche, greche, e latine, fra le quali
una colonna del palazzo di Pilato, e due sedie di porfido prese
dagli antichi bagni: ora quivi appresso è stato fatto dal Pontefice
Clemente XII. un convento per li frati Osservanti di s. Francesco,
che sono penitenzieri della Basilica.
Prospetto
della Basilica Lateranense Dette final compimento a
questo gran tempio il Pontefice Clemente XII. facendo il magnifico
prospetto verso levante, e la nobilissima cappella ornata di statue,
marmi, stucchi, e metalli dorati fatti col disegno di Alessandro
Galilei. La statua del Papa fatta in metallo fu modellata da Pietro
Bracci, e la maravigliosa urna di porfido stava nel portico del
Panteon; la statua di marmo, che sta incontro è del Card. Corsini
fratello del Papa, ed il s. Andrea Corsini fatto in mosaico è cavato
dall'originale di Guido Reni; le altre statue nelle nicchie sono di
vari scultori, e la cancellata è un'opera superba fatta la maggior
parte di metalli dorati. Si vede nel nuovo portico la Porta
santa che si apre l'anno del Giubbileo, e una statua antica
dell'Imperarore Costantino fondatore della Basilica, trovata nelle
sue Terme a monte cavallo; i bassirilievi, che sono sopra le porte,
sono sculture moderne.
Triclinio
di S. LeoneAppresso al detto santuario fu eretto questo
da Benedetto XIV. per conservare la memoria del celebre Triclinio di
Leone IV. colla medesima forma de' mosaici, come si vide fino ai
nostri tempi, atterrato per dar luogo alla gran piazza, nella quale
volevasi alzare dal Pontefice Clemente XII. l'obelisco, che ora
giace qui presso, trovato nella villa Ludovisi, e creduto degli orti
di Salustio.
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