Battisterio Lateranense (Libro VI) (Pianta A4) (I giorno)

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Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
Il Battistero

La Tavola (No. 101)


Questa è una delle tre vedute di Piazza di S. Giovanni in Laterano. Il soggetto principale è il Battistero, ma Vasi cogli l'occasione per dare un'occhiata da vicino alla decorazione dell'obelisco. Sulla destra l'ospedale di S. Giovanni.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto.
Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a: 1) Obelisco Egizio; 2) Spedale di S. Giovanni; 3) Battisterio.

Oggi


A parte per i semafori e le auto, poco è cambiato in Piazza di S. Giovanni. Dietro il Battistero c'è oggi l'Università Cattolica del Laterano.

Il Battistero

Si dice che nel Battistero fu battezzato Costantino il Grande, ma l'edificio fu probabilmente costruito nel 440, per volere di Sisto III. Per molto tempo fu l'unico battistero di Roma e la sua forma ottagonale fu modello per molti altri a Roma e in Italia (Firenze, Parma) Alessandro VII, uno dei tanti papi che contribuirono ad abbellire l'edificio, lasciò il suo marchio nella decorazione del fregio (di Francesco Borromini, nel 1657).


Una fontanella fuori del battistero mostra i simboli araldici di Clemente VIII, mentre all'interno Urbano VIII dalle sue api e dal sole Barberini.

Brano dell'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Fonte Battesimale
Intanto volendo noi con brevità, e con puntualità ancora osservare le antiche, e moderne cose, che appartengono a questa Basilica, bisogna cominciare dal Battisterio, o vogliamo dire Fonte battesimale. Siccome gli antichi Padri ebbero somma cura nell'amministrare i Sagramenti, così il Pontefice s. Silvestro, veduta stabilita la pace alla Chiesa, pensò di edificare presso alla basilica Costantiniana un magnifico Fonte, che per la liberalità di Costantino fu guarnito tutto di porfido, e da ogni banda fu ricoperto di tre mila e otto libbre di argento; in mezzo al Fonte si alzava un vaso di cinquanta libbre di oro, in una lucerna con li stoppini di amianto sì abbruciava balsamo; vi era un agnello di trenta libbre di oro, che gettava acqua, alla cui destra era una statua di cento settanta libbre di argento rappresentante il ss. Salvatore alta cinque piedi, ed altra simile di s. Gio: Battista con in mano l'iscrizione: ECCE AGNUS DEI, ECCE QUI TOLLIT PECCATA MUNDI Vi erano ancora sette cervi ciascuno di libbre ottanta di argento, che spargevano acqua; ed un vaso da profumi di dieci libbre di oro, guarnito da circa 42. tra smeraldi, e zaffiri. I1 Medesimo Costantino aveva fatto condurre in Roma alquante maravigliose colonne di porfido per adornare il fonte: ma non essendo state messe in opera, e restando pel corso di tanti secoli devastate, e derelitte quelle magnificenze, Sisto IV. ne drizzò otto, e sono quelle, che ora reggono la cupoletta ottangolare, nella quale si vedono i bei quadri dipinti da Andrea Sacchi. Vi si conservano le due cappellette, una di s. Gio: Evangelista, e l'altra di s. Gio: Battista in memoria dell'oratorio, che da s. Ilario Papa vi era stato fatto, e sono ornate di mosaici e statue di metallo. Nel giro d'intorno sonovi delle pitture a fresco, fra le quali, quella , in cui si rovinano gl' Idoli, è la prima pittura a fresco fatta da Carlo Maratti. Sieguono due celebri cappelle, una eretta l’anno 1253. da Anastasio IV. dedicata alle ss. Ruffina, e Seconda, nella. quale sono i corpi delle ss. Titolari, e di altri Martiri, e vi si vedono quattro grosse colonne di porfido con alcune anticaglie; l'altra eretta fu l’anno 640. da Giovanni IV. per collocarvi il corpo di s. Venanzio con altri santi Martiri, che si vedono rappresentati nel mosaico della tribuna; in oggi evvi un nobilissimo altare dedicato alla ss. Vergine, ornato con depositi di marmi, e di sculture secondo il disegno del Cav. Algardi.

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