Porta S. Lorenzo (Libro I) (II giorno) e (III giorno) (Pianta A3)

In questa pagina:
 Tavola di Giuseppe Vasi
 Com'è oggi
 La porta
 S. Bibiana
 Le Mura tra Porta S. Lorenzo e Porta Maggiore

La Tavola (No. 6)

Pochi Romani associano Via Prenestina a Porta S. Lorenzo, perché oggi Via Prenestina comincia subito fuori di Porta Maggiore, mentre è la Via Tiburtina che comincia oggi da Porta S. Lorenzo, che perciò è chiamata anche Porta Tiburtina. La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto, che mostra anche: 1) Porta S. Lorenzo; 2) S. Bibiana.

Oggi

La porta è stata risparmiata aprendo un varco nelle mura alcuni metri più a sinistra, ma è penalizzata oggi dalle costruzioni troppo vicine.

L'interno della Porta

L'interno della Porta è un arco costruito da Augusto e restaurato da Tito e Caracalla e celebrante tre acquedotti (Acqua Marcia, Tepula e Giulia) che entravano a Roma. L'imperatore  Onorio incorporò l'arco nella porta quando restaurò le Mura di Aureliano agli inizi del V secolo. La porta fu anche chiamata Porta Taurina per via della testa di toro sull'arco (vedi lo sfondo della pagina).

S. Bibiana

La Stazione Termini si trova oggi tra Porta S. Lorenzo e la piccola chiesa di S. Bibiana, che fu costruita sul sito dove una fanciulla fu legata ad una colonna e frustata a morte. Gian Lorenzo Bernini aveva già una solida reputazione come scultore quando, nel 1625, Urbano VIII gli commissionò il restauro della chiesa. Come architetto Bernini non fece così bene in S. Bibiana, ma la statua della santa è il primo di una serie di capolavori. Secondo l'iconografia tradizionale essa è ritratta con i simboli del martirio: la frusta e la colonna.

Le Mura tra Porta S. Lorenzo e Porta Maggiore

Alte torri ricostruite da Niccolò V caratterizzano questa sezione delle Mura. Sulla porta stessa ci sono gli stemmi del Cardinal Farnese e del Cardinal Carafa (quest'ultimo è l'unico stemma dei Carafa che si può vedere a Roma perché alla morte di Papa Paolo IV Carafa furono tutti distrutti). Nella targa sotto, la data - che non si riferisce al pontificato del papa ma all'Anno Domini - e il dativo "CLEMENTI" (a Clemente) anziché il nominativo "Clemens"  indicano che fu il Senato Romano (SPQR) e non il Papa a pagare per il restauro: è possibile fare il confronto con la targa sotto lo stemma di Sisto V.

Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Chiesa di S. Bibbiana
Dalla santa matrona Olimpia fu eretta questa chiesa appresso il palazzo Liciniano, ove abitando la s. Titolare, aveva seppellite s. Dafrosa sua madre, e s. Demetria sua sorella martiri; e poi nell'an. 362 vi fu portato il suo corpo da Giovanni Prete, levato dal luogo detto Forum tuari. Da Simplicio Papa fu consagrata, e da Onorio III. riedificata insieme col monastero delle suore Domenicane, e fu detta ad ursum. pileatum. Da Urbano VIII. fu ultimamente rinnovata col disegno del Bernini, il quale scolpì l'ammirabile statua della Santa, il corpo della quale, insieme con quello della sua sorella, e di sua madre, sta custodito sotto l'altare maggiore, entro una preziosa urna di alabastro orientale. A piede della chiesa evvi la colonna, cui legata fu flagellata s. Bibbiana, e sotto la chiesa corrisponde il cimiterio di s. Anastasio Papa, nel quale furono seppelliti 3266. martiri, non comprese le donne e i fanciulli. Le pitture a fresco sul cornicione a destra sono di Agostino Ciampelli quelle a sinistra di Pietro da Cortona.


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