Le pietre di Roma
i materiali usati dagli architetti Romani e, più tardi, da quelli Barocchi



"URBEM LATERICIUM INVENIT, MARMOREA RELIQUIT"
Questa orgogliosa affermazione dell'imperatore Augusto riassumeva l'aspetto della città all'inizio del Periodo Imperiale. I Romani possedevano numerose cognizioni delle tecniche costruttive e, diversamente da altre civiltà antiche, non eebbero bisogno di grandi blocchi di pietra per ostruire i loro monumenti. L'uso dell'arco e di un cemento assai potente permise loro di erigere giganteschi edifici di mattoni abbelliti da lastre di marmo.
Questa pagina brevemente tratta dei materiali usati dagli antichi Romani e più tardi dagli architetti Barocchi.

Tufo, Peperino Tufo per il Palazzo Senatorio e
un muro in peperino nel Foro di Nerva.

Il tufo è una roccia porosa giallo/grigia di origine vulcanica. Si trova in molte località attorno a Roma. Fu il primo materiale usato dai Romani. Le Mura (Serviane) Repubblicane furono costruite facendo uso di grandi blocchi di tufo.

Il Peperino è una roccia vulcanica verde/marrone formed of small grains of cinders and sand. I suoi "grani neri" come nel pepe sono all'origine del nome. Diversamente dal tufo, il peperino può essere tagliato e levigato per ottenere effetti decorativi. Fu ampamente usato (in piccoli blocchi) negli acquedotti vicino a Porta Furba e per il Ponte di Nona.
Muratura Frammenti di mattoni con il marchio di fabbrica nel portico di S. Saba.

I Romani fecero largo uso della muratura in una varietà di tecniche (opus latericium) che aiuta ad identificare il periodo durante il quale fu eretto un certo edificio. Gli archeologi vengono aiutati anche dai marchi di fabbrica stampigliati sui mattoni: hanno differenti forme e spesso riportano il nome del costruttore.
Il Pantheon, le Terme di Caracalla e la Basilica di Massenzio sono gli esempi più imponenti di uso della muratura. I Romani usarono mattoni per le colonne e le altre decorazioni in molte tombe lungo la Via Latina e la Via Appia Antica.
Travertino La facciata in travertino di S. Andrea al Quirinale.

Il travertino è una limestone giallastra formata dalla precipitazione del carbonato di calcio. Fu scoperta in grande quantità vicino a Ponte Lucano, dove esistono tuttora diverse quarries in attività.
Non ci sono dubbi che il travertino è la pietra di Roma. Il Colosseo ed il Colonnato di S. Pietro del Bernini sono gli esempi più famosi di monumenti in travertino. Molte delle chiese Rinascimentali e Barocche furono clad in e decorate in travertino. Bernini lo usò anche per le sculture della (Fontana del Tritone).

Granito Colonne in granito rosso nel Pantheon e in S. Maria degli Angeli.
Il granito è una roccia ignea molto dura composta di feldspati, mica e quarzo. Le particelle di quarzo gli conferiscono effetti brillanti. Il granito usato a Roma era sia grigio che rosa. Il granito rosa fu usato dagli Egiziani per i loro obelischi. Le imponenti colonne nelle immgini a sinistra sono dei monoliti. Nel progettare S. Maria degli Angeli, Michelangelo usò otto esistenti colonne di granito rosso per decorare la navata principale. Nel XVIII secolo la basilica ricevette una nuova orientazione da Luigi Vanvitelli, che vi aggiunse otto colonne di finto granito. Nella foto la colonna a destra è originale, quella a sinistra è di mattoni dipinti. Toccando le colonne si capisce qual è l'una e quale l'altra: quella di granito è sempre più fredda di quella finta.
Pentelico, di Paro, Lunense, di Numidia Marmi bianchi:
Marmo Pentelico (il marmo del Parthenone) nell'Arco di Tito;
Marmo di Paros (isola della Grecia) nel Tempio di Castore e Polluce;
Marmo Lunense (marmo di Carrara) nel Foro di Augusto;
Marmo dalla Numidia (Morocco) nell'Arco di Costantino.

The Romans initially relied on the marbles used by the Greeks, but they found in the mountains near the town of Luni (today Carrara) a source of white marble which could compete with the Greek marbles. Piramide di Caio Cestio was the first Roman monument covered with Lunense. Quarries in Numidia provided the Romans with a variety of yellow marbles ranging from nearly white to ochre.
Pavonazzetto Pavonazzetto columns in the Pantheon.

In the IInd century A.D. during the Age of the Antonines (Trajan, Hadrian, Antoninus Pius, Marcus Aurelius) coloured marbles prevailed on the traditional white marbles. In the Pantheon, almost entirely rebuilt by Hadrian, the seven niches, where the statues of the gods were worshipped, were decorated with two gigantic columns of Numidian yellow marble or of pavonazzetto, a breccia coming from Phrygia (today Turkey). Breccia is a rock consisting of fragments of stone such as marble or limestones within a natural cement of a contrasting colour. The veins of pavonazzetto had so many different colours that brought to mind peacock feathers hence this stone's name (pavone=peacock). Raphael was buried in the Pantheon and in the XIXth century its niches became the burial chapels of the Kings of Italy (the image shows the Monument to Umberto I).
Cottanello Colonne in cottanello in S. Andrea al Quirinale.

The columns in the Pantheon responded to an architectural objective: they maintained the rounded shape of the central hall, reducing the dispersive effect of the niches with the statues of the gods. When Bernini designed S. Andrea al Quirinale, he was confronted with a similar problem. The church had an elliptical shape, but the liturgical need for a main chapel dedicated to St. Andrew, threatened to weaken the impact of the ellipse. Bernini adopted the solution given to the same problem in the Pantheon 1500 years before. Four gigantic columns of cottanello separate the main chapel from the elliptical hall. S. Andrea al Quirinale is the last architectural work by Bernini and at that time there were no longer columns of ancient buildings which could be utilized for this purpose, so Bernini used cottanello, not properly a marble, but a marl limestone found in a quarry near a village by the same name in Sabina. The columns were cut after a long study of the ore in order to obtain the best possible effect. While in most Baroque churches the preferred contrasting colours were red and green, Bernini chose subdued colours combining the pink cottanello columns with grigio antico (ancient grey) walls.
S. Andrea
Cipollino, diaspro, verde antico Marmi colorati:
colonna in cipollino nella chiesa dell'Immacolata Concezione in Campo Marzio;
colonna in diaspro nella chiesa di Gesù e Maria;
Colonna verde antico in S. Ignazio.

Il cipollino è un marmo con striature verdi e bianche proveniente da Karistos in Grecia. Adriano in particolare amava questo marmo. Imponenti colonne in cipollino si possono ammirare in in S. Lorenzo in Miranda (e nella Biblioeca di Adriano ad Atene).

Il diaspro è un silicato cristallino di origine marina. La sua varietà siciliana (diaspro fiorito) fu assai usata nel XVII secolo to clad colonne e muri.

Verde (Giallo/Bigio) Antico è il termine generico usato nel XVII secolo per indicare i marmi colorati recuperati dagli edifici antichi e usati soprattutto per la decorazione delle cappelle.
Finto marmo Marmo finto (navata principale) e marmo vero (cappelle) in S. Carlo al Corso.

Nella seconda metà del XVIII secolo e soprattutto nel XIX, la mancanza di risorse pose delle forti limitazioni all'uso di marmo. Così in alcune chiese l'iniziale impressione di una decorazione sontuosa si rivela falsa quando ci si avvicina.
Botticino Marmo botticino nel Monumento a Vittorio Emanuele II.

Il gigantesco Vittoriano fu la principale addizione a Roma durante il Regno d'Italia (1861-1945). Sembra che la decisione di usare il botticino, il marmo bianco proveniente dalla città omonima vicino a Brescia, fu presa dal Primo Ministro Giuseppe Zanardelli, nato a Brescia. Il botticino è un marmo di eccellente qualità, ma la sua bianchezza cozza col colore leggermente giallastro dei principali monumenti di Roma.
Porfido Colonna di porfido Tempio di Romolo e statua di Roma in Piazza del Campidoglio.

Il porfido è una dura roccia ignea della quale il tipo più famoso è quello rosso scuro. Poiché simile alla porpora, che era il colore simboleggiante l'autorità, il porfido rosso fu chiamato porfido imperiale. Veniva dall'Egitto ed era assai apprezzato dagli antichi omani. Nel IV secolo Costanza, figlia dell'Imperatore Costantino il Grande, fu sepolta in un bel sarcofago di porfido in S. Costanza. Nei secoli XII/XIII molte antiche colonne di porfido furono affettate per ottenere dischi per decorare i pavimenti delle chiese (mosaici Cosmateschi). Dei bei pavimenti cosmateschi si possono vedere in S. Giovanni in Laterano, in S. Maria Maggiore, in S. Maria in Cosmedin e in S. Grisogono.
Basalto Leone di basalto in Piazza del Campidoglio.

Il basalto è una scura e dura roccia ignea usata in scultura dagli antichi Egiziani. A Rome il basalto si trova solo nelle statue Egiziane. Una lava basaltica fu usata dai Romani per pavimentare le loro strade.
Alabastro Piccola statua in alabastro di Francesco Franzoni ai Musei Vaticani.

L'alabastro is a soft and easily carved limestone usata per sculture non esposte alle intemperie. Per la sua traslucidità talvolta sostituisce il vetro nelle finestre delle cappelle per ottenere una luce diffusa. Sei huge colonne di alabastro furono donate da Mohammed Ali come contributo dell'Egitto alla ricostruzione di S. Paolo fuori le Mura.
Lapis Lazuli Ciborio di Lapislazzulo in S. Caterina da Siena a Magnanapoli e colonne di lapis lazuli nella Chiesa del Gesù.

Il Lapis lazuli è un silicato blu semi-prezioso, spesso associato all'oro in piccoli oggetti. Per via della sua scarsità le colonne decorate con lapislazzuli della tomba-altare di S. Ignazio nella Chiesa del Gesù furono considerate il vertice insuperabile del lusso e della sontuosità.

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