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Tufo per il Palazzo Senatorio
e un muro in peperino nel Foro di
Nerva.
Il tufo è una roccia porosa giallo/grigia di origine vulcanica. Si trova in molte località
attorno a Roma. Fu il primo materiale usato dai Romani. Le Mura (Serviane) Repubblicane furono costruite
facendo uso di grandi blocchi di tufo.
Il Peperino è una roccia vulcanica verde/marrone formed of small
grains of cinders and sand. I suoi "grani neri" come nel pepe
sono all'origine del nome. Diversamente dal tufo, il peperino può essere
tagliato e levigato per ottenere effetti decorativi. Fu ampamente usato (in piccoli blocchi)
negli acquedotti vicino a Porta Furba e per il
Ponte di
Nona. |
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Frammenti di mattoni con il marchio di fabbrica nel portico di S.
Saba.
I Romani fecero largo uso della muratura in una varietà di tecniche (opus latericium)
che aiuta ad identificare il periodo durante il quale fu eretto un certo edificio.
Gli archeologi vengono aiutati anche dai marchi di fabbrica stampigliati sui mattoni:
hanno differenti forme e spesso riportano il nome del costruttore.
Il Pantheon, le Terme di Caracalla e la
Basilica di
Massenzio sono gli esempi più imponenti di uso della muratura.
I Romani usarono mattoni per le colonne e le altre decorazioni in molte tombe
lungo la Via
Latina e la Via Appia
Antica. |
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La facciata in travertino di S.
Andrea al Quirinale.
Il travertino è una limestone giallastra formata dalla precipitazione
del carbonato di calcio. Fu scoperta in grande quantità vicino a Ponte Lucano, dove esistono tuttora diverse
quarries in attività.
Non ci sono dubbi che il travertino è la pietra di Roma. Il Colosseo ed il Colonnato di S. Pietro del Bernini sono gli esempi
più famosi di monumenti in travertino. Molte delle chiese Rinascimentali e Barocche
furono clad in e decorate in travertino.
Bernini lo usò anche per le sculture della (Fontana
del Tritone).
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Colonne in granito rosso nel Pantheon e in S. Maria degli
Angeli.
Il granito è una roccia ignea molto dura composta di
feldspati, mica e quarzo. Le particelle di quarzo gli conferiscono effetti brillanti.
Il granito usato a Roma era sia grigio che rosa. Il granito rosa fu usato dagli Egiziani
per i loro obelischi. Le imponenti
colonne nelle immgini a sinistra sono dei monoliti. Nel progettare S. Maria degli Angeli,
Michelangelo usò otto esistenti colonne di granito rosso per decorare la navata principale.
Nel XVIII secolo la basilica ricevette una nuova orientazione da Luigi
Vanvitelli, che vi aggiunse otto colonne di finto granito. Nella foto
la colonna a destra è originale, quella a sinistra è di mattoni dipinti. Toccando le
colonne si capisce qual è l'una e quale l'altra: quella di granito è sempre più fredda
di quella finta. |
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Marmi bianchi:
Marmo Pentelico (il marmo del Parthenone) nell'Arco di Tito;
Marmo di Paros (isola della Grecia) nel Tempio di Castore e Polluce;
Marmo Lunense (marmo di Carrara) nel Foro di Augusto;
Marmo dalla Numidia (Morocco) nell'Arco di Costantino.
The Romans initially relied on the marbles
used by the Greeks, but they found in the mountains near the town of
Luni (today Carrara) a source of white marble which could compete
with the Greek marbles. Piramide
di Caio Cestio was the first Roman monument covered with
Lunense. Quarries in Numidia provided the Romans with a
variety of yellow marbles ranging from nearly white to
ochre. |
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Pavonazzetto columns in the Pantheon.
In
the IInd century A.D. during the Age of the Antonines (Trajan,
Hadrian, Antoninus Pius, Marcus Aurelius) coloured marbles
prevailed on the traditional white marbles. In the Pantheon, almost
entirely rebuilt by Hadrian, the seven niches, where the statues of
the gods were worshipped, were decorated with two gigantic columns
of Numidian yellow marble or of pavonazzetto, a breccia
coming from Phrygia (today Turkey). Breccia is a rock consisting of
fragments of stone such as marble or limestones within a natural
cement of a contrasting colour. The veins of pavonazzetto had so
many different colours that brought to mind peacock feathers hence
this stone's name (pavone=peacock). Raphael was buried in the
Pantheon and in the XIXth century its niches became the burial
chapels of the Kings of Italy (the image shows the Monument to
Umberto I). |
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Colonne in cottanello in S. Andrea al Quirinale.
The columns in the Pantheon
responded to an architectural objective: they maintained the rounded
shape of the central hall, reducing the dispersive effect of the
niches with the statues of the gods. When Bernini designed S. Andrea
al Quirinale, he was confronted with a similar problem. The church
had an elliptical shape, but the liturgical need for a main chapel
dedicated to St. Andrew, threatened to weaken the impact of the
ellipse. Bernini adopted the solution given to the same problem in
the Pantheon 1500 years before. Four gigantic columns of
cottanello separate the main chapel from the elliptical hall.
S. Andrea al Quirinale is the last architectural work by Bernini and
at that time there were no longer columns of ancient buildings which
could be utilized for this purpose, so Bernini used
cottanello, not properly a marble, but a marl limestone found
in a quarry near a village by the same name in Sabina. The columns
were cut after a long study of the ore in order to obtain the best
possible effect. While in most Baroque churches the preferred
contrasting colours were red and green, Bernini chose subdued
colours combining the pink cottanello columns with grigio
antico (ancient grey) walls.
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Marmi colorati:
colonna in cipollino nella chiesa dell'Immacolata Concezione
in Campo Marzio;
colonna in diaspro nella chiesa di Gesù e
Maria;
Colonna verde antico in S.
Ignazio.
Il cipollino è un marmo con striature verdi e bianche proveniente da Karistos
in Grecia. Adriano in particolare amava questo marmo. Imponenti colonne in
cipollino si possono ammirare in in S. Lorenzo
in Miranda (e nella Biblioeca di Adriano
ad Atene).
Il diaspro è un silicato cristallino di origine marina. La sua varietà siciliana
(diaspro fiorito) fu assai usata nel XVII secolo to clad colonne e muri.
Verde (Giallo/Bigio) Antico è il termine generico usato nel XVII secolo per indicare i marmi
colorati recuperati dagli edifici antichi e usati soprattutto per la decorazione delle
cappelle. |
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Marmo finto (navata principale) e marmo vero (cappelle) in S. Carlo al
Corso.
Nella seconda metà del XVIII secolo e soprattutto nel XIX, la mancanza di risorse pose
delle forti limitazioni all'uso di marmo. Così in alcune chiese l'iniziale impressione
di una decorazione sontuosa si rivela falsa quando ci si avvicina. |
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Marmo botticino nel Monumento a Vittorio
Emanuele II.
Il gigantesco Vittoriano fu la principale addizione a Roma durante il Regno d'Italia
(1861-1945). Sembra che la decisione di usare il botticino, il marmo bianco
proveniente dalla città omonima vicino a Brescia, fu presa dal Primo Ministro
Giuseppe Zanardelli, nato a Brescia. Il botticino è un marmo di eccellente qualità,
ma la sua bianchezza cozza col colore leggermente giallastro dei principali monumenti di Roma.
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Colonna di porfido Tempio di Romolo e statua di Roma in Piazza del Campidoglio.
Il porfido è una dura roccia ignea della quale il tipo più famoso è quello rosso scuro.
Poiché simile alla porpora, che era il colore simboleggiante l'autorità, il porfido
rosso fu chiamato porfido imperiale. Veniva dall'Egitto ed era assai apprezzato
dagli antichi omani. Nel IV secolo Costanza, figlia dell'Imperatore Costantino il Grande,
fu sepolta in un bel sarcofago di porfido in S.
Costanza. Nei secoli XII/XIII molte antiche colonne di porfido furono
affettate per ottenere dischi per decorare i pavimenti delle chiese (mosaici Cosmateschi).
Dei bei pavimenti cosmateschi si possono vedere in S.
Giovanni in Laterano, in S. Maria
Maggiore, in S.
Maria in Cosmedin e in S.
Grisogono. |
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Leone di basalto in Piazza del
Campidoglio.
Il basalto è una scura e dura roccia ignea usata in scultura dagli antichi
Egiziani. A Rome il basalto si trova solo nelle statue Egiziane. Una lava basaltica fu usata
dai Romani per pavimentare le loro strade. |
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Piccola statua in alabastro di Francesco Franzoni ai
Musei Vaticani.
L'alabastro is a soft and easily carved
limestone usata per sculture non esposte alle intemperie. Per la sua
traslucidità talvolta sostituisce il vetro nelle finestre delle cappelle per ottenere una luce
diffusa. Sei huge colonne di alabastro furono donate da Mohammed Ali come contributo
dell'Egitto alla ricostruzione di S. Paolo fuori le
Mura. |
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Ciborio di Lapislazzulo in S. Caterina da Siena a
Magnanapoli e colonne di lapis lazuli nella Chiesa del
Gesù.
Il Lapis lazuli è un silicato blu semi-prezioso, spesso associato all'oro in piccoli
oggetti. Per via della sua scarsità le colonne decorate con lapislazzuli
della tomba-altare di S. Ignazio nella Chiesa del Gesù furono considerate il vertice
insuperabile del lusso e della sontuosità. |