Piazza di Termini
(Libro II) (Pianta A2) (II giorno)
In questa pagina: Tavola di Giuseppe Vasi Com'è oggi
La
meridiana in S. Maria degli Angeli I
granari dei papi e S. Isidoro in Thermis Fontana
delle Najadi
La Tavola (No. 35)
Termini è oggi la parola usata per designare la Stazione Ferroviaria Centrale
di Roma. Il nome deriva dalle Thermae costruite all'inizio del IV secolo
da Diocleziano. L'attuale piazza si trova dentro il contorno delle terme.
Vicino a piazza di Termini Sisto V costruì la sua villa.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748,
sotto. Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a:
1) Rovine delle Terme
Diocleziane; 2) Chiesa di S. Maria degli Angeli; 3) il sito degli scavi effettuati
nel 1750, che sono mostrati in dettaglio in A; 4) Granai.
La piantina riporta anche 5) Fontana delle Najadi; 6) S. Isidoro in
Thermis.

Oggi

Divenuta oggi una grande rotatoria per il traffico, Piazza di Termini è chiamata
Piazza della Repubblica o Piazza Esedra per via della sua forma.
La chiesa di S. Maria degli Angeli fu sostanzialmente alterata da Luigi Vanvitelli
nel 1749, poco prima della tavola di Vasi, cambiandone l'orientazione: quato cambiamento fu
quasi sacrilego dato che la chiesa era stata progettata da Michelangelo che le aveva dato
la forma di Croce greca usando il Tepidarium delle terme come navata principale
(a quel tempo il Tepidarium, per le sue dimensioni, era ritenuto una sorta di museo
e ci si riferiva ad esso come alla Pinacoteca), e i due Calidaria
come transetto destro e sinistro. Agli inizi del XX secolo la facciata del Vanvitelli
fu demolita per riportare alla luce i muri originali del Calidarium
(una piccola parte della facciata si può vedere sulla sinistra).
La Meridiana

L'attuale transetto della chiesa era la navata principale della chiesa disegnata
da Michelangelo. L'ingresso era da questa parte. Nel 1703 Clemente
XI costruì una meridiana in cui non è l'ombra a segnare l'ora ma la luce. Al
mezzogiorno astronomico un raggio di sole, entrando in chiesa da uno stemma vicino al soffitto,
attraversa la linea meridiana disegnata sul pavimento. Il punto di intersezione con la
linea varia nel corso dell'anno secondo le stagioni e i segni zodiacali e le stelle
che li rappresentano indicate da mosaici. La meridiana permette di calcolare
la Pasqua e la posizione della stella Polare. La scelta di S. Maria degli
Angeli, una chiesa piuttosto remota dal centro della Roma papale, fu dovuta alla
stabilità delle mura della chiesa, vecchie di 1400 anni. Tanto che la meridiana è tuttora
precisa.

I Granari dei Papi e S. Isidoro in Thermis
Col numero 4 sulla tavola Vasi indica i granai di Roma. Furono costruiti da Gregorio
XIII usando i grandi ambienti delle terme. Per celebrare questa realizzazione
pose sui muri esterni (oggi in Via
Parigi) il suo stemma con una iscrizione esplicatoria. Alcuni anni dopo
Paolo V dovette ampliare e restaurare i granai e si sentì obbligato a lasciare anch'egli
uno stemma
e un'altra iscrizione. Agli inizi del XVIII secolo Clemente XI giunse alla conclusione
che i granai non bastavano più per i bisogni della città. Così fu ottenuto uno spazio ulteriore
in un'altra parte delle rovine e uno stemma gigantesco completò l'opera.

Per l'Anno Santo del 1750 Benedetto XIV trasformò uno degli ambienti of the
ancient baths into a little chapel (S. Isidoro in Thermis), by covering
the Roman walls with a Baroque façade. In 1764 Clemens XIII added a depot
for storing olive oil and celebrated the event with a large coat of arms.
Because most of the inhabitants of Rome were not able to read the
inscriptions, sheaves of wheat and branches of olive-trees provided an
alternative means of making known the purpose of the buildings.

Fontana delle Najadi
After the annexation of Rome to the Kingdom of Italy in 1870, the
new government made Piazza di Termini the center of the expansion of the
city required by its new role as capital of a large country. In 1885 a
large fountain was designed at the center of the square and at the
beginning of the XXth century the sculptor Mario Rutelli decorated it with
four Naiads (water-nymphs) in the act of subduing sea monsters. At a later
stage Rutelli added a man holding a gigantic fish spouting water. Usually
the many streams of spouting water of the fountain do not allow a clear
view of the statues. During the maintenance of the fountain it is possible
to understand why Rutelli's Naiads were so criticized and charged with
being (in today's words) soft-porn. The subject of the central group
instead is more consistent with other Roman statues (in particular Fontana del Moro
by Bernini).

Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:
Piazza
di TerminiDalle mentovate Terme prese il corrotto nome
di Termini questa gran piazza, o prato, se vogliamo dire il vero.
Sonovi d'intorno molti granai della R.C.A. e da una parte il gran
casino della villa Negroni, già Peretti, dall'altra il detto orto
de' monaci di S. Bernardo, e dall'altra parte le maravigliose Rovine
delle Terme Diocleziane. Da un Prete Siciliano mio compatriotto
fu proposto, che le rovine delle Terme di Diocleziano fossero
consagrate a Dio, e con ragione, perchè fabbricate da tanti
fervorosi Cristiani, i quali poi in gastigo, ed in odio del nome
finto di Gesù Cristo, e per ricompensa delle loro fatiche furono
tutti martirizzati, come diremo, presso alle tre fontane. La vasta
magnificenza di quelle Terme si ravvisa molto bene dalla grande
estensione delle rovine, che sono ne' giardini intorno alla gran
piazza, e molto più da quelle, che ora vediamo cangiate in chiesa
colle otto maravigliose colonne di granito egizio tutte intiere. I
monaci Certosini vi fecero il gran monastero coll'entrate lasciate
l'anno 1362. da' Conti Niccolò, e Napolione di Casa Orsina, ed il
Buonarroti ricavò da quelle ruine il vastissimo tempio in forma di
croce greca, e Pio IV. per la visione avuta dal suddetto Prete lo
consagrò l'anno 1561. in onore della Regina degli Angioli. Monsignor
Francesco Bianchini, osservando la vastità e robustezza di questo
edilizio già fermato e assodato dal gran peso, che ha sostenuto pel
corso di tanti secoli, segnò in quel pavimento la linea
meridiana con tutti i segni dello Zodiaco, facendo entrare dall'
alto un piccolo raggio solare, per riconoscere il suo corso; ma in
oggi non corrisponde più al segno. Il Pontefice Benedetto XIV. ornò
questo gran tempio colla direzione del Cav. Luigi Vanvitelli, e vi
collocò tutti i quadri originali della basilica Vaticana, che sin
ora sono stati fatti in mosaico, e però sembra una ricca galleria.
Il deposito nell'entrare a destra è di Carlo Maratta, e l'altro a
sinistra di Salvatore Rosa, entrambi celebri pittori. Il ss.
Crocifisso con s. Girolamo, ed il resto delle pitture nella prima
cappella sono di Giacomo Rocca Romano, e la Maddalena con Gesù
Cristo incontro è di Arrigo Fiammingo; sieguono due depositi di
Cardinali, e poi il s. Brunone a destra è di autore incerto, ed
incontro Gesù Cristo, che dà le chiavi a s. Pietro è del Muziani.
Siegue poi la grande nave, co' famosi quadri; il primo a destra, che
rappresenta la crocifissione di s. Pietro, è opera di Niccolò
Ricciolini; e il secondo, la caduta di Simon Mago, è del Vanni;
quello nella cappella è di Ercole Graziani, e i laterali sono di
Franc. Trevisani. Il terzo quadro, che siegue con s. Pietro, che
risuscita Tabita, è di Gio: Baglioni, ed il quarto con s. Girolamo è
del Muziano. La ss. Vergine nella cappelletta d'appresso, ed altre
pitture sono del sudd. Baglioni; la Presentazione di Maria al tempio
è di Franc. Roncalli, ed il martirio di s. Sebastiano,è del
Domenichino. Il quadro dall'altra parte col battesimo di Gesù Cristo
è di Carlo Marana, ed il s. Pietro con Anania morto è del Roncalli
dalle Pomarancie. Il santo Bambino con Angioli nella cappelletta,
che siegue, è di Domenico da Moriana, il s. Michele Arcangelo però è
di Giulio Piacentino, e le altre pitture sono di Arrigo Fiammingo.
Il quadro della ss. Concezione nella nave grande è di Giuseppe
Chiari quello sull'altare del Cav. Odazj, e i laterali di Francesco
Trevisani; la caduta di Simon Mago è di Pompeo Batoni, e la Messa
greca di Monsù Subleras; le pitture in alto di Andrea Procaccini, e
il Redentore, che dà le chiavi a s. Pietro nella cappella, che
siegue è del Muziani. Nel monastero vi è un chiostro con 100.
colonne, e ne' corridori vi sono delle stampe famose. Appresso i
granari
a destra fu, anni sono, fatta una cappella in onore di s.
Isidoro protettore dell'agricoltura.
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