| Piazza Navona (Libro II) (Pianta C2) (IV giorno)
In questa pagina: Tavola di Giuseppe Vasi Com'è oggi
Fontana del Moro Palazzo Pamphili S. Agnese in Agone Fontana dei Quattro
Fiumi I Quattro Fiumi Le Sette Bestie Fontana del
Nettuno
in pagina collegata: S. Giacomo degli Spagnoli
Palazzo
Lancellotti
La Tavola (No. 26)
Vasi ci mostra Piazza Navona
in estate quando, per offrire refrigerio ai Romani,
vniva allagata (ricordo dei tempi in cui lo Stadio di Domiziano veniva usato per le
naumachie). La vista è presa da sud
(pallino verde sulla pianta sotto). Nella descrizione relativa alla tavola
Vasi faceva riferimento a: 1) Obelisco e Fontana (dei Quattro Fiumi); 2) Altre
Fontane (Fontana del Moro e Fontana del Nettuno); 3) Chiesa di S. Agnese e
Palazzo Panfili; 4) Chiesa ed Ospitale di S. Giacomo degli Spagnoli.
La piantina riporta anche 5) Palazzo Lancellotti.
2a) è la Fontana del Moro
e 2b) è la Fontana del Nettuno. 3a) è S. Agnese e 3b) è il Palazzo
Panfili.
 
Oggi
Sempre affollata di turisti di giorno e al centro della vita notturna, Piazza Navona
fu abbellita alla fine XIX secolo con la decorazione della terza fontana, a nord.
In Piazza Navona vola la colomba.
Fontana
del Moro
Bernini ridisegnò una precedente vasca di Giacomo della Porta aggiungendo la statua
centrale del "Moro", che scolpì personalmente.
Palazzo Pamphili
Il Palazzo (oggi sede dell'Ambasciata Brasiliana) fu costruito nel 1650 da Girolamo
Rainaldi. Come molti altri palazzi di Roma è stato recentemente ridipinto.
Qui visse Olimpia Maidalchini cosgnata di Papa Innocenzo X, il cui nome spezzato e
tradotto in Latino ("olim pia" = un tempo pia) divenne una facile battuta sui costumi allegri
della donna. Convinse il Papa a nominarla Principessa di (vedi S. Martino (al Cimino), cittadina
interamente ridisegnata nel XVII secolo.
S. Agnese in Agone
 
In precedenza la chiesa era orientata in maniera contraria:
il retro verso Piazza Navona e l'entrata da Via dell'Anima. "Agone" si riferisce alle
corse che avevano luogo nello Stadio (di Domiziano).
Il progetto iniziale di S. Agnese è di Girolamo Rainaldi, aiutato dal figlio
Carlo. Partiti i lavori nel 1652, un anno dopo Francesco Borromini
sostituì Rainaldi e modificò quasi del tutto il disegno della facciata che fu ampliata fino
a includere parti del Palazzo dei Pamphili palace, e guadagnando così lo spazio
per erigere i due campanili. Borromini progettò anche la cupola sull'alto tamburo.
Nel 1655 Papa Innocenzo X morì e Borromini perse quasi subito il supporto del Principe
Camillo Pamphili che richiamò Carlo Rainaldi, il quale completò la facciata per il 1666.
Sebbene Rainaldi modificò alcuni aspetti della facciata, dei campanili e della cupola
l'impressione generale è quella di un'armonia di stile.
S. Agnese rappresentò la soluzione vanamente inseguita per San Pietro da Bernini
e divenne un modello per creare un equilibrio tra la cupola e la facciata di una chiesa.
Ciascun campanile ha un orologio: questo succede anche in San Pietro e in
SS. Trinità dei Monti. Gli orologi indicano due ore differenti: quella italiana e quella
europea (il Tempo Ultramontano): W. J. Goethe diede una spiegazione dettagliata
delle due prtiche nel suo Italienische Reise - September 17, 1786
(per una breve spiegazione vedi il vecchio orologio di Sutri).
Come di consueto la chiesa ha ovunque la colomba del Papa.
Puoi vedere una bella finestra del Borromini in finestre d'Italia.
La Fontana dei Quattro Fiumi
La fontana disegnata da Gian Lorenzo Bernini è sormontata da un obelisco romano
che regge a sua volta la colomba papale. Vedi anche stemmi e disegni di
Juvarra.
L'obelisco fu portato qui dal Circo di Romolo. E' un obelisco "Romano", nel senso che
che celebra lgli imperatori Vespasiano, Tito e Domiziano e fu eretto inizialmente
in quest'area (allora chiamata Campo Marzio) prima di essere trasferito da
Massenzio nel circo di suo figlio Romolo (per vedere tutti gli obelichi di Roma clicca QUI).
Bernini non era stato invitato a sottoporre un progetto per la fontana volendo il Papa
censurare il suo legame troppo stretto col predecessore Urbano VIII e il fallimento tecnico
del suo tentativo di erigere i due campanili di San Pietro.
Bernini trovò comunque il modo di far vedere il modello della
sua fontana al Papa e ottenne immediatamente la commissione.
La reazioni dei Romani a questa nuova fontana non fu di entusiasmo se prestiamo ascolto a
Pasquino:
Noi volemo altro che Guglie e Fontane. Pane volemo: pane,
pane, pane!
I Fiumi
Bernini coinvolse i suoi allievi nell'esecuzione delle sculture: Il Gange
(di Claudio Francese identificato o con Claude Adam o con Claude Poussin
- i due scultori francesi che lavoravano a Roma - secondo quanto dice R. Wittkower),
il Nil (di Giacomo Antonio Fancelli), il Danubio (di Antonio Raggi il Lombardo),
e il Rio de la Plata (di Francesco Baratta) rappresentano i quattro angoli del
mondo (dispiace per gli Australiani). La rivalità tra Bernini e Borromini
è di solito citata per spiegare la mano alzata del Rio de la Plata, preoccupato
che la chiesa costruita dal Borromini possa cadergli addosso, e per il Nilo che si copre la testa
per non vedere la chiesa del rivale (in realtà allusione alle sue sorgenti allora ignote). Ma in questi gesti si ravvisano anche i simboli dell'umanità,
timorosa ignorante.
Le Bestie
Sette animali in qualche modo legati ai fiumi popolano la fontana conferendole vita.
Fontana del Nettuno
La decorazione della Terza Fontana fu aggiunta solo nel 1878 e per una volta
è in linea col contesto generale.
Brano dell'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:
Piazza
NavonaCorrottamente si dice questa magnifica piazza
navona in vece di Agonale, poichè quivi fu il magnifico Circo, detto
Agonale dalla parola agone, che vuol dire combattimento. Altri hanno
pensato,che tal nome derivasse dalle feste agonali dedicate a Giano,
le quali si facevano ai 9. di Gennaro. Fu ancora detta di Alessandro
Severo, per la vicinanza delle sue terme. Oltre i giuochi di
delizia, e di esercizio, eranvi ancora nel circo agonale i lupanari,
cioè stanze sotterranee destinate per le donne di mal fare. Ora però
svanite tutte quelle oscenità, vi è sorta una gran piazza, cinta di
nobili casamenti, e tempj, e si dice piazza Navona, e vi si tiene in
ogni settimana il mercato di ogni sorte di viveri, e di cose
domestiche, concorrendovi colle loro grascie i popoli vicini.
Nell'estare poi in ogni domenica di Agosto si fa nella medesima
piazza un delizioso lago formato dalle abbondanti fontane, che a
guisa di sorgenti la riempiono di acque, e però vi concorre la
nobiltà con i loro cocchi, e la cittadinanza a farne applauso. Quì
fa nobile prospetto la
Chiesa di s.
AgneseOve è questa magnifica chiesa furono i suddetti
lupanari, in cui fu condotta la verginella s. Agnese per ordine di
Sinfronio Prefetto di Roma, acciò fosse violata la sua verginità; ma
essendo liberata dall'Angelo suo custode, che colla sua presenza
fece all'improvviso cader morto il figliuolo del Prefetto, nel
tempo, che pensava di molestarla, e poi per li fervorosi prieghi del
Prefetto medesimo, facendo ella orazione a Dio fu rimesso in vita.
Per conservare la memoria del sopraddetto celebre fatto, fu nel
medesimo luogo eretta una piccola chiesa, la quale è memorabile
ancora, perchè essendo stata parrocchiale, fu in essa battezzata s.
Francesca Romana. Assunto poi al Pontificato Innocenzo X., che quivi
aveva la sua abitazione, eresse la magnifica chiesa con disegno del
Cav. Rainaldi; ma dipoi fu terminata col mirabile prospetto, e
cupola dal Cavaliere Borromini, ed è una delle più cospicue, e
ricche chiese di Roma. E' formata questa in croce greca, e fino al
cornicione è tutta di marmi, sculture, e bassirilievi, anco negli
altari; dal cornicione in su è tutta ornata di stucchi dorati, e
pitture a fresco. Il bassorilievo nell' primo altare a destra è di
Francesco Rossi; la statua di santa Agnese nelle fiamme, ed il
rilievo di s. Emerenziana nell'altro altare sono di Ercole Ferrata.
Il gran rilievo della Sagra Famiglia sull' altare maggiore è di
Domenico Guidi, e quello, che siegue di s. Cecilia, e di Antonio
Raggi. La statua di s. Sebastiano nell'altra cappella l'aveva fatta
il Cav. Bernini, ma perchè riuscì di piccola proporzione, fu posta
nella sagrestia contigua, e sull'altare ve ne fu messa un'altra, di
cui non se ne sa l'autore, ed il s. Eustachio tra le fiere, è di
Melchior Maltese, che poi fu terminato da Ercole Ferrata suddetto.
Le pitture negli angoli sono graziose opere del Baciccio, e quelle
nella cupola di Ciro Ferri; ma per disavventura morto sul principio
dell'opera, essa fu terminata dal Pasqualini suo allievo. Il
deposito d'Innocenzo X., che sta sopra la porta, è del suddetto
Bernini, ed il bassorilievo della s. Vergine, che sta nel
sotterraneo, è dell'Algardi. E' unito a questa chiesa il
collegio, che dicesi Panfili per li giovani vassalli di quell' Eccma
casa, ed ancora una grandiosa librerìa, per comodo de' medesimi, ed
altresì de' Preti cappellani. A destra della chiesa evvi il
Palazzo
Panfili, e CollegioDal mentovato Innocenzo X. fu fatto
questo magnifico palazzo con disegno del Borromini, e vi sono delle
pitture fresco di Pietro da Cortona. Ma non contento quel magnanimo
pontefice del palazzo, e della chiesa, volle anco incontro a questa
fare l'ammirabile fonte, e
si prevalse dell'ingegno del Cav. Bernini. Questo seppe unire
l'antico col moderno, formando quattro scogli, che dopo una
proporzionata altezza, unendosi con grazia formano piedistallo
all'obelisco egizio, che era stato preso dal Circo di Caracalla il
quale in segno di pace termina colla colomba, che ha un ramo di
ulivo in bocca, fatta di metallo conforme all'arme di quel
Pontefice. Posano i quattro scogli in un seno circondato di acqua,
che figura il mare perciò vi si vedono dispersi de' pesci; e sopra
li scogli stanno a sedere i quattro Fiumi principali del Mondo,
figurati in quattro colossi di marmo; il Danubio fu scolpito da
Claudio Francese; il Gange da Francesco Baratta; il Nilo da Gio.
Antonio Fancelli, e l'Argentano da Antonio Raggi; li scogli però con
il cavallo, leone, palma, ed altri ornamenti furono fatti di mano
del medesimo Bernino, il quale fece ancora la bellissima statua del
Moro, posta in mezzo all'altra fontana fattavi già da Gregorio
XIII. i tritoni però co' delfini sono opere di fra Guglielmo della
Porta, e secondo alcuni del Buonarroti.
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