Collegio Romano e S. Ignazio (Libro IX) (Pianta B2) (I giorno) (Vista C7)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
S. Ignazio
La finta cupola di Andrea Pozzo
Il teatro

La Tavola (No. 163)

Il retro del Collegio Romano permette a Vasi di mostrare la Chiesa di S. Ignazio e le case che erano state cotruite alcuni anni prima da Filippo Raguzzini e che formano, come dice Vasi, una sorta di teatro di fronte alla chiesa. Nella descrizione sotto la tavola Vasi faceva riferimanto a: 1) Parte del Collegio Romano (mostrato in altra pagina); 2) Oratorio del Caravita; 3) Costruzioni che formano il teatro di fronte alla chiesa.


Oggi

Per una volta nulla è cambiato, gli edifici sono stati a rischio durante questi 250 anni non essendo per sé opera d'arte, ma sono stati risparmiati.

La Chiesa

La chiesa fu costruita a spese del Cardinal Ludovisi, nipote di Gregorio XV (seppellito nella chiesa, e il cui stemma di Pierre Legros è lo sfondo di questa pagina) per celebrare la canonizazione di Sant'Ignazio de Loyola.
La facciata fu disegnata nel 1650 seguendo i consigli di Alessandro Algardi.
L'interno della chiesa è famoso per la decorazione del soffitto e soprattutto per la finta cupola (vedi più sotto) di Andrea Pozzo, ma contiene anche parecchie pregevoli sculture del XVIII secolo; tra loro il bassorilievo L' Annunciazione di Filippo Della Valle. La tavola del Vasi mostra anche L'Oratorio del Caravita, edificio usato dai Gesuiti per rappresentazioni musicali e drammatiche.

La Finta Cupola di Andrea Pozzo

Il progetto iniziale della chiesa prevedeva la cupola, ma quando nel nel 1685 il resto della chiesa era completato i Gesuiti non avevano più soldi per la costruzione della cupola. Allora, un membro dell'ordine, Andrea Pozzo, suggerì di dipingere l'interno di una cupola su di una tela da appendere ai pilastri sui quali si sarebbe dovuta costruire la cupola vera. per completare almeno l'interno della chiesa. La sua conoscenza delle leggi della prospettiva fornì uno straordinario risultato. Nella navata principale c'è un cerchio di marmo che indica il punto assunto da Pozzo per i suoi calcoli. Spostandosi da lì si nota che S. Ignazio ha una cupola strana. La foto a sinistra mostra un modello della cupola.

 

Il Teatro

Questi edifici sono ed erano semplici case private e furono costruite (nel 1727) per essere messe in vendita, nondimeno nessuno sfidò la decisione di Filippo Raguzzini di privilegiare il fatto estetico a discapito dell'utilizzo pratico.

Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Chiesa di S. Ignazio
Il Card. Lodovico Ludovisi nipote di Gregorio XV. eresse questo vasto tempio l’an. 1626. col disegno del P. Grassi Gesuita, cavato quello del Domenichino, e dell'Algardi, di questo però è disegno il prospetto. E' notabile, che cavandosi i fondamenti verso la chiesa di s. Macuto, fu trovata la statua di Minerva, e fu ancora scoperto parte di un acquedotto, che fu creduto dell'acqua vergine; e perchè era incrostato di marmi, e ornato di colonne, e di statue, si credette, che ivi facesse la principale sua comparsa.
Fu terminata la chiesa l'anno 1685. ed ornata principalmente nella volta, nella tribuna, ed altare maggiore colle pitture a fresco del P. Andrea Pozzi Gesuita, il quale dipinse ancora la cupola finta; ed il P. Pietro Latri similmente Gesuita fece i quadri delle cappelle, fuor che quello della cappella del Patriarca s. Giuseppe dipinto da Francesco Trevisani, insieme con un laterale, essendo l’altro di Giuseppe Chiari, e la cupola di Luigi Garzi; il s. Gioacchino però nella cappella che siegue è di Stefano Pozzi. E' ammirabile poi la crociata di questa chiesa per li due altari eretti egualmente secondo il disegno del suddetto P. Pozzi, ed ornati di preziosi marmi, lapislazzoli, e metalli dorati, specialmente quello , in cui si custodisce il corpo di s. Luigi Gonzaga; essendovi il grande bassorilievo in marmo fatto da Monsù le Gros Francese, e quello d'incontro colla ss. Nunziata di Filippo Valle Fiorentino. Similmente è ammirabile il deposito di Gregorio XV. fatto col disegno del mentovato le Gros, il quale scolpì il ritratto del Card. Ludovisi, le altre sculture però sono di Monsù Monò.
Oratorio di S. Francesco Saverio detto del P. Caravita
Dal P. Pietro Caravita Gesuita fu eretto quell'Oratorio l'anno 1611. per esercitarvi alcune opere spirituali specialmente la parola di Dio ogni sera, e la comunione generale ogni mese. Sonovi nel portico delle Pitture di Lazaro Bardi, e nell'altare maggiore del Cav. Conca.

Prossima tavola nel libro IX: S. Apollinare e Collegio Germanico
Prossima tappa nell'itinerario del I giorno: Chiesa di S. Macuto