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Chiesa del Gesù (Libro VII) (Pianta C3) (I giorno)
(Rione Pigna)
In questa pagina: Tavola di Giuseppe Vasi Com'è oggi Chiesa del Gesù Casa Professa Palazzo Cenci Bolognetti Palazzo Celsi Viscardi
La Tavola (No. 135)

Il Cardinal Alessandro Farnese eresse sulla piazza disegnata da Paolo
III Farnese, per offrire un'adeguato ingresso al Campidoglio, questa grande chiesa che per molti aspetti
apre il periodo Barocco a Roma, soprattutto per le sue ricche decorazioni interne.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto.
Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a:
1) Palazzo Petroni (Cenci Bolognetti); 2) Strada che porta al Campidoglio. La piantina riporta anche 3) Chiesa del Gesù; 4) Palazzi Capitolini; 5)
Casa Professa; 6) Palazzo Celsi Viscardi.
 
Oggi

Oggi Piazza del Gesù è uno degli incroci più trafficati di Roma,
anche perché il traffico è tuttora incanalato nella strada costruita da Paolo III
per permettere il passaggio dei cavalli di Carlo V. La cupola fu disegnata da
Iacopo Barozzi, detto il Vignola, ma fu costruita sotto la direzione di Giacomo della Porta.
La chiesa fu completata nel 1584.
Leggi il resoconto di Henry James della
sua visita al Gesù nel 1873.
Chiesa del Gesù

La bella facciata di Giacomo Della Porta riporta una statua di S.
Ignazio che mostra uno stridente contrasto tra la totale placidità della faccia
del santo e la sua azione piuttosto violenta. L'interno è decorato sfarzosamente
e contiene un gran numero di quadri e sculture. I gesuiti erano grandi sostenitori dell'uso delle immagini
per rivolgersi ai fedeli meno istruiti. Pensavano anche che la ricchezza della
decorazione fosse un mezzo appropriato per celebrare la grandezza di Dio, e pertanto
l'altare dedicato aS. Ignazio (della fine del XVII secolo) è il più sfarzoso di Roma.
La foto sopra ritrae l'Eresia di Piere Legros e un particolare della balaustra.
Il soffitto fu decorato da
Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia. I suoi affreschi sono incorniciati da
una complessa decorazione di Antonio Raggi e Leonardo Retti, colleghi di
Gian Lorenzo Bernini. I loro angeli di stucco sembrano fluttuare nell'aria. La presenza di statue
che rappresentano personaggi Cinesi celebra i successi ottenuti dai Gesuiti
nel lontano Est Asiatico.

Casa Professa

Alcuni anni dopo, un altro cardinal Farnese, Odoardo Farnese,
offrì ai Gesuiti un grande palazzo disegnato da Girolamo Rainaldi
perché ne facessero la loro Casa Professa. L'edificio incorporava la casetta dove
S. Ignazio trascorse i suoi ultimi anni. Nel 1932 la facciata sud fu demolita e
ricostruita riducendo le dimensioni della Casa Professa.
Palazzo Cenci Bolognetti

Palazzo Petroni, oggi Cenci-Bolognetti, è opera minore di
Ferdinando Fuga che vi escogitò un'originale decorazione
per il portale coi pilastri che si allargano verso l'alto. Il palazzo è importante
dal punto di vista storico perché è stato la sede della Democrazia Cristiana
per più di quarant'anni. "Piazza del Gesù" a lungo è stato sinonimo di "Governo".
Palazzo Celsi Viscardi

Intorno al 1880 la stretta stradina che colegava Piazza del Gesù con Palazzo Cesarini fu allargata abbattendo gli edifici sul lato nord.
Gli edifici sul lato sud furono in vario grado modificati secondo i gusto dell'epoca.
Palazzo Celsi Viscardi conservò il suo primitivo aspetto:
l'edificio era stato eretto nel 1678 da Giovanni Antonio De Rossi per i
Celsi, ma i Viscardi, che acquistarono il palazzo agli inizi del XVIII secolo, lo decorarono con
i loro simboli araldici.
Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:
Chiesa
del GesùInsigne trofeo è questo gran tempio della pietà
di Alessandro Card. Farnese, e la Casa professa de' PP. Gesuiti, che
l’è unita di Odoardo Card. Farnese, i quali uno dopo l'altro fecero
a gara per favorire le imprese del santo Fondatore. Eran quivi due
piccole, chiese, una dove è la casa, dicevasi s. Maria in Astalli, e
l'altra dove è la chiesa era dedicata a s. Andrea Apostolo, le quali
ottenne s. Ignazio da Paolo III. onde abbracciando tutto quel sito
nell'anno 1543. gettò i fondamenti della Casa professa, e nel 1568.
quelli della chiesa col disegno di Giacomo Barozio da Vignola; il
prospetto però, è di Giacomo della Porta di lui allievo. E’
ammirabile questa chiesa non solo per la sua vastità, ma molto più
per li ornamenti di pittura, di scultura, di marmi, e stucchi
dorati, specialmente per la gran volta, tribuna, e cupola dipinti
egregiamente dal Baciccio, altresì per la preziosissima cappella di
s. Ignazio ricca di marmi preziosi, argenti, e metalli lavorati
egregiamente, e perchè troppo nojoso mi renderei se volessi quì
notare tutte le sue parti, accennerò solamente le cose principali.
Il s. Andrea Apostolo con altre pitture nella prima cappella a
destra è del Ciampelli; il s. Francesco Borgia nella seconda è del
P. Pozzi Gesuita, e le pitture a fresco sono del Cav. Celio; i sette
Angioli nella terza sono di Federigo Zuccheri ed il s. Francesco
Saverio nella crociata è del Cav. Maratta; l'altare però è nobile
disegno di Pietro da Cortona, e le pitture in alto sono del Carboni:
entro l'ovato di metallo sostenuto da un Angiolo simile si
custodisce un braccio del Santo, ed altrove parte del corpo di s.
Francesco Borgia. La cappelletta, che siegue ornata di bellissime
colonne è disegno di Giacomo della Porta, il quale fece ancora il
disegno dell'altare maggiore, in cui si vede il quadro dipinto dal
Muziano, e a destra il deposito del Card. Bellarmino fattovi dal
suddetto Card. Odoardo col disegno del Cav. Rinaldi; le statue però
sono di Pietro Bernini. La cappelletta, che siegue è disegno
similmente di Giacomo della Porta; ed il grande altare di s. Ignazio
nella crociata è disegno del P. Pozzi Gesuita. Questo vanta il
primato fra tutti gli altari delle chiese di Roma, non solo per le
quattro colonne incrostate di lapislazzoli, statue e bassirilievi di
marmo e di metalli dorati, ma ancora per la grande statua del Santo
tutta di argento, e ricoperta di giove, fatta dal modello di Monsù
le Gros, e per l'ammirabile gruppo di statue colla Fede, e le
nazioni barbare, che l'adorano scolpite da Gio. Teudone, e l'altro
colla Religione, che fulmina contro gli Eretici scolpite dal detto
Monsù le Gros. Si conserva sotto l'altare il corpo di s. Ignazio
entro un'urna preziosa, ed altrove parte del corpo di s. Ignazio
vescovo e martire di Antiochia. Il quadro della ss. Trinità nella
cappella, che siegue è del Bassano, la creazione degli Angioli del
Salimbeni, ed il baccellino di nostro Signore e la trasfigurazione
sul Tabor di Durante Alberti; il Dio Padre però in atto di creare il
mondo è disegno del P. Fiammeri, da altri colorito. Le pitture nel
basso della cappella della ss. Vergine sono del Romanelli, e quelle
dalla cornice in su sono di Niccolò Pomarancio; le statue sono del
Fancelli, del Guidi, e di Gio. Lanzoni. L'istoria di s. Pietro
nell'ultima cappella fu dipinta da Francesco Mola, e le pitture
nella volta sono del Pomarancio. E finalmente li stucchi, putti, e
statue sul gran cornicione furono fatti con disegni del Baciccio da
Leonardo Reti, ed Antonio Raggi. Nella sagrestia sonovi delle
pitture del Ciampelli; il s. Francesco Saverio però sull'altare è di
Annibale Caracci.
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