SS. Nereo e Achilleo (Libro III) (Pianta B4) (V giorno)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
SS. Nereo e Achilleo
S. Balbina
S. Sisto Vecchio
Un piccolo monumento
Terme di Caracalla

La Tavola (No. 58)

La vecchia chiesa dei SS. Nereo e Achilleo offre a Vasi la possibilità di mostrare le pendici nord del piccolo Aventino con vista sulle Terme di Caracalla e su S. Balbina. Oggi questa cima dell'Aventino è meglio nota come S. Saba (clicca QUI per un giro per S. Saba). La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto. Nella descrizione relativa alla tavola Vasi facva riferimento a: 1) Terme di Caracalla; 2) S. Balbina; 3) SS. Nereo e Achilleo; 4) Vigna de' Padri Gesuiti; 5) S. Sisto Vecchio; 6) Via Nuova (questo nome fu dato in realtà alla strada parallela che fiancheggia le Terme di Caracalla).

Oggi

L'area oggi è piantumata a pini e cipressi che limitano la vista sulle Terme di Caracalla e su S. Balbina. A destra la chiesa di S. Sisto Vecchio con una facciata del XVIII secolo e un campanile molto più vecchio.

SS. Nereo e Achilleo

La chiesa, menzionata già nel 337, fu ricostruita intorno all'anno 800 e largamente restaurata nel 1597. La facciata mostra ancora alcuni dipinti.

S. Balbina

Sulle pendici dell'Aventino vi è un altro monastero/fortezza oltre a quelli di S. Sabina e S. Saba. Una torre medievale permetteva di vedere chiunque si avvicinasse al monastero. La chiesa (ampiamente restaurata negli anni Trenta) conserva una bella sedia episcopale con decorazione Cosmatesca.

S. Sisto Vecchio

La chiesa fu detta Vecchio nel XVI secolo quando le suore Domenicane l'abbandonarono (l'area era spesso alluvionata) per trasferirsi al monastero di SS. Domenico e Sisto. La chiesa e il monastero furono riutilizzati nel XVIII secolo. La nuova facciata è una delle prime opere di Filippo Raguzzini, che mantenne l'ingresso originale di Giacomo Della Porta con i dragoni di Gregorio XIII.

Un piccolo Monumento

Questo piccolo monumento (a sinistra, nella tavola) molto probabilmente segnava il bivio delle due strade che portavano la prima a Porta Latina e l'altra a Porta S. Sebastiano (Via Appia).

Terme di Caracalla

Le Terme furono aperte nel 217 e furono usate fino al VI secolo quando furono distrutti gli acquedotti. Erano soprattutto un luogo d'incontro durante il Tardo Impero con negozi al piano terra lungo la Via Nova, una nuova strada parallela alla Via Appia . Le rovine sono impressionanti e conservano ancora interessanti mosaici, mentre le gigantesca statue trovate qui al tempo di Paolo III si trovano a Napoli.

Fine alla fine degli anni Ottanta tra i due pilastri rimanenti che sostenevano il Calidarium si teneva la stagione Operistica Estiva. L'Aida di Giuseppe Verdi guadagnava parecchio dall'ambientazione. Nel 2003 la Stagione Operistica Estiva si tenne di nuovo alle Terme di caracalla ma ad una certa distanza dai pilastri.



Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Chiesa di s. Balbina
Si ascende a questa chiesa per un vicoletto molto erto, e dalla struttura di essa si ravvisa la sua antichità. È stato creduto da molti, che questa sia quella eretta da s. Marco Papa sulla via Ardeatina, perchè qui sono i corpi della s. Titolare, di s. Quirino suo Padre, e di cinque altri santi Martiri; ma essendo quella via fuori delle mura della Città, ciò non può essere; e però solamente si fa di sicuro, che fu consagrata da s. Gregorio Magno. Stette sotto la cura digli Eremiti di s. Agostino; ma ora la tengono i chierici Pii operarj. Questa contrada anticamente dicevasi Piscina pubblica, ed era la parte più abitata della Città, specialmente nel tempo, che Annibale stava vicino a Roma, e la strada dicevasi Via nova, sebbene alcuni pensino, che da questo luogo principiasse la celebre Via Appia. Or su questa camminando si vede dopo pochi passi la
Chiesa de' ss. Nereo, ed Achilleo
Quella chiesa fu edificata, come si crede, dal Pontefice s. Giovanni I. sopra un tempio d'Iside, e fu detta in fasciola per la memoria, che vi tenevano i Cristiani di una fascietta quivi caduta a s. Pietro, quando per il timore di Nerone fuggiva da Roma, colla quale teneva legata la gamba impiagata da' ceppi, tra i quali stette nella prigione. Il Ven. Card. Baronio, essendone titolare, la ristaurò nella miglior maniera, affinchè si conservasse l'antica forma di basilica con colonne, pulpiti di marmo, e ciborio, ed avendovi collocato sotto i corpi de' santi Titolari, e fattevi dipingere le muraglie da Niccolò Pomarancio, nell'anno 1597. a sua istanza fu data in cura ai Preti della Congregazione dell'Oratorio. Dietro di questa si vedono le rovine delle
Terme di Antonino Caracalla
E' sentimento di tutti gl'intendenti di architettura, che queste terme, che Antoniane furono dette, siano state le più magnifiche, e ben ordinate nell'arte, ed altresì le più ricche di statue, e marmi preziosi; poichè sotto di queste ruine furono trovati il Toro, e l'Ercole Farnesiano, con quasi infinite altre rarità, che si vedono in Roma.

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