Porta S. Sebastiano (Libro I) (Pianta A4) (V giorno)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
Arco di Druso
Domine Quo Vadis?
Cappella di Reginald Pole e Tomba di Priscilla
Le Mura tra Porta S. Sebastiano e Porta S. Paolo

La Tavola (No. 10)

Porta Capena, la porta delle Mura Repubblicane da cui cominciava la Via Appia, era situata alla fine del Circo Massimo, tra il Celio e l'Aventino. La nuova porta costruita da Aureliano a sud-est di Porta Capena per inglobare le Terme di Caracalla dentro le Mura mantenne il nome di Porta Capena, ma fu comunemente detta Porta Appia e in seguito prese il nome di Porta S. Sebastiano, dalla (relativamente) vicina Basilica.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto, che mostra: 1) Porta S. Sebastiano; 2) Arco di Druso; 3) Porta Ardeatina; 4) Bastione del Sangallo.

Oggi

La porta fu ricostruita da Belisario e Narsete che la rinforzarono con due alte torri per le quali vennero usati i marmi delle tombe lungo la Via Appia. Dentro la porta c'è un interessante bassorilievo medievale che celebra la sconfitta di Roberto I, Re di Napoli, che nel 1327 tentò invano di conquistare Roma (in quel periodo i Papi erano ad Avignone).


Arco di Druso

La Via Appia era spesso la scena dei trionfi in onore di un imperatore vittorioso che ritornava a Roma dalle province più lontane dell'Impero. I resti di un arco trionfale eretto vicino a Porta S. Sebastiano sono comunemente detti "Arco di Druso", sebbene il riferimento al figlio di Tiberio non sia supportato da prove. L'arco divenne parte dell'acquedotto che portava l'acqua alle Terme di Caracalla.

Domine Quo Vadis?

La cappella fu costruita nel XVII secolo dal Cardinal Barberini sul posto dove San Pietro, in fuga da Roma, incontrò il Signore e gli chiese: "Domine quo vadis?" Gli rispose il Signore: "Eo Romam iterum crufigi".

Cappella di Reginald Pole e Tomba di Priscilla

Una piccola cappella fu costruita dal Cardinal Reginald Pole sul posto dove, nel 1539, sfuggì ad un attentato ordinato da Enrico VIII d'Inghilterra. (Clicca QUI per saperne di più su Reginald Pole) L'uso dei mattoni ben si accorda ai molti monumenti Romani esistenti nella zona, in particulare il vicino Sepolcro di Annia Regillia.
Di fronte alla chiesetta del Domine Quo Vadis c'è una tomba Romana di forma circolare sulla quale i Caetani costruirono una torre rotonda. E' detta "Tomba di Priscilla": è uno dei tanti monumenti Romani lungo la Via Appia che furono modificati nel Medio Evo.

Puoi continuare il viaggio visitando le seguenti pagine:
Basilica di S. Sebastiano fuori delle mura
Via Appia Antica dalla tomba di Cecilia Metella alla Torre in Selci
Via Appia Antica da Torre in Selci alle Frattocchie.

Le Mura tra Porta S. Sebastiano e Porta S. Paolo

La passeggiata lungo questo tratto di Mura è interessante e offre bei panorami: le Mura sono rivolte a sud e non sono sovrastate da edifici vicini. Vicino a Via Cristoforo Colombo c'è una delle porte più piccole che veniva aperta di tanto in tanto: fu chiamata Porta Ardeatina.

Bastione del Sangallo

Il Sacco di Roma del 1527 ad opera delle truppe mercenarie (i "Lanzichenecchi") di Carlo V indusse i Papi a prendere precauzioni per la difesa dell'Urbe. Le Mura Aureliane non solo erano in rovina in diversi punti ma erano anche state costruite prima dell'invenzione della polvere da sparo e dell'artiglieria. Paolo III incaricò Antonio da Sangallo il Giovane di renderle più moderne. Sangallo costruì un grande bastione che permetteva di controllare sia Via Appia sia Via Ostiense, ma i costi furono così alti che Paulo III abbandonò il progetto.

Brano dell'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Porta Capena, o di s. Sebastiano
Teneva un tal nome questa porta, perchè portava al tempio o bosco delle Camene fatto da Numa, o secondo altri alla città di Capena, che Italo fabbricò presso Alba; in oggi però prende il nome dal cimiterio e basilica di s. Sebastiano, che poco più di un miglio le sta discosto. Da questa porta principiava la celebre via Appia, lastricata da Claudio Appio Censore fino a Capua, e poi da altri distesa fino a Brindisi in Calabria, spianando monti ed inalzando valli, per renderla agiata e comoda a' passaggieri, e alle spedizioni, che continuamente facevansi per levante; e però vi erano ad ogni miglio poste delle colonnette, che indicavano il numero delle miglia, come oggidì si costuma; ed ogni tanto vi erano de' seditori di marmo e comodi opportuni, e sopra tutte era ornata di magnifici edifizj di tempj, e tombe sepolcrali di nobili famiglie. Or camminandosi per questa via, si trova in primo luogo la piccola
Chiesa di Domine, quo vadis?
Appresso a questa piccola chiesa fu il tempio dedicato a Marte, sostenuto da cento maravigliose colonne, la maggior parte delle quali cadde, come dicemmo, allor quando vi fu martirizzato s. Sisto Papa. Sulle rovine di questo fu dipoi eretta una chiesa in onore della ss. Vergine col titolo delle Palme, per le palme delle quali era circondato l'antico tempio. E perchè quivi presso, come è tradizione, apparve il divin Redentore colla croce in spalla a s. Pietro, mentre fuggiva l'ira di Nerone, il quale maravigliato gli disse, Domine, quo vadis? e Gesù Cristo per istruirlo, che era sua volontà, che egli in Roma soffrisse volentieri la morte, li rispose; Eo Romam iterum crucifigi; e lasciando impresse le vestigie de' suoi santi piedi fu di una pietra, disparve; perciò conservarono i Cristiani per molto tempo quivi la memoria di un tal fatto, e la pietra colle sante pedate. Ma poi vi eressero una cappelletta, che, secondo alcuni scrittori, è quell'altra rotonda, che poco lungi si vede discosto da questa, e che nell'an. 1536. fu rinnovata dal Card. Reginaldo Polo Inglese; umilmente stando questa per cadere nel 1610. fu ristaurata, e per maggior devozione vi fu posta la copia delle pedate ricavate dalla vera, che si custodisce nella basilica di s. Sebastiano, a cui ci incammineremo.

Prossima tavola nel Libro I: Porta S. Paolo
Prossima tavola nell'itinerario del V giorno Basilica di S. Sebastiano fuori delle mura