Basilica di S. Sebastiano (parte prima) (Libro III) (V giorno)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
S. Sebastiano
Cecilia Metella
Nella seconda parte:
Circo di Caracalla (Circo di Romolo o Massenzio)
S. Urbano
Ninfeo di Egeria
Sepolcro di Annia Regillia
Valle della Caffarella
SS. Nunziata

La Tavola (No. 59 - ii)

S. Sebastiano è una delle sette chiese che visitano i pellegrini. In effetti la strada che collega S. Paolo fuori le Mura con S. Sebastiano è tuttora chiamata Via delle Sette Chiese. La vista è presa dal punto segnato in verde nella pianta del XIX secolo, sotto. Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a: 1) S. Sebastiano; 2) Strada che porta a S. Paolo; 3) Cecilia Metella. La piantina riporta anche: 4) Circo di Caracalla; 5) S. Urbano; 6) Ninfeo di Egeria; 7) Sepolcro di Anna Regillia; 8) Chiesa del Domine Quo Vadis; 9) Stada che conduce alla SS. Nunziata; 10) Valle della Caffarella.


Oggi

Essendo la chiesa parecchio distante dal centro and the whole area along Via Appia Antica being protected, molto poco è cambiato dai tempi di Vasi. Non si vede la tomba di Cecilia Metella solo perché la chiesa è sul lato destro della Via Appia e la tomba su quello sinistro e la maccina fotografica, diversamente da Vasi, non può inquadrare due direzioni opposte contemporaneamente.

S. Sebastiano

La chiesa fu quasi interamente ricostruita nel 1612 a spese del Cardinal Scipione Borghese da Flaminio Ponzio e Giovanni Vasanzio. Le colonne appartengono alla basilica. In the adjoining Via delle Sette Chiese c'è una cappellina (non ancora ridipinta) che fu pure fatta costruire dal Cardinal Borghese.

All'interno della chiesa il Cardinal Maffeo Barberini (che divenne Papa Urbano VIII) costruì una cappella in onore di S. Sebastiano. La statua fu eseguita da Giuseppe Giorgetti, probabilmente su disegno di Gian Lorenzo Bernini. Le api e il sole dei Barberini fanno qui una delle tante loro apparizioni.

Il soffitto ligneo, di Giovanni Vasanzio, è tutto decorato con gli stemmi del Cardinal Borghese, con l'eccezione di uno stemma di Gregorio XVI.

Cecilia Metella

La tomba di Cecilia Metella, la nuora del triunviro Crasso, fu trasformata in fortezza dai Caetani (il loro stemma sopravvive), che aggiunsero i pinnacoli e costruirono un palazzo. Essi cinsero di mura un piccolo villaggio compresa una chiesa (S. Nicola di Bari). La fortezza fu attaccata e distrutta diverse volte e alla fine divenne un covo di briganti.
Leggi il resoconto di Charles Dickens sulla sua visita a queso luogo nel 1845.

Vai alla seconda parte.

Per sapere di più della Via Appia vedi Via Appia da Cecilia Metella a Torre in Selci e Via Appia da Torre in Selci alle Frattocchie.

Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Basilica di s. Sebastiano fuori delle mura
Dopo non poco cammino si trova sulla medesima via questa chiesa, la quale fu eretta, come si crede, da Costantino Magno sopra il cimiterio di s. Calisto Papa, e fu dedicata a s. Sebastiano, come protettore della Chiesa, ed ancora perchè quivi da s. Lucina matrona Romana fu portato il di lui cadavere. Fu ristaurata da s. Damaso, da Adriano I. e da Eugenio IV. finalmente poi fu rinnovata dal Card. Scipione Borghese. Prima la custodivano i monaci Benedettini, ora però sta in cura di quei di s. Bernardo. Nella prima cappella a destra si vede il sasso colle pedate di Gesù Cristo imprese, come dicemmo, quando apparve a s. Pietro: il bassorilievo nella cappella di s. Fabiano è opera di Francesco Papaleo Siciliano; il quadro a destra è del Cav. Ghezzi, e quello incontro, del Passeri; le pitture nell'altare maggiore sono d'Innocenzo Tacconi allievo del Caracci; la cappella privilegiata, ove è il corpo di s. Sebastiano, è disegno di Ciro Ferri, e la statua del Santo a giacere sotto l'altare è del Giorgetti. La porta, che siegue dopo la cappella di s. Francesca conduce al celebre
Cimiterio e catacombe di s. Calisto
Le sepolture de' ss. Martiri dicevansi Are, Grotte, ed ancora Arenarie. Sono queste come vie sotterranee alte circa due uomini, e larghe quattro piedi, facendo varie guide, ed aprendo diverse strade; onde se uno non viene accompagnato da pratici, e provveduto di lumi accesi, indispensabilmente si perderebbe, e più non ritroverebbe la porta: onde in alcuni luoghi vi è stato fatto un muro, acciò non vi si entrasse. Nelle pareti tanto a destra, che a sinistra sono incavati i sepolcri a tre ordini, in forma di cassoni con tavole di marmo, o di terra cotta, trovandosi in alcuni scolpite palme, croci, e talvolta il nome di quel martire con una ampolla del suo sangue, ed ancora li strumenti del martirio, contandosi, che in questo cimiterio siano stati sepolti 170. mila martiri, e vi stettero ancora per qualche tempo i corpi de' ss. Pietro e Paolo Apostoli. Similmente in questo luogo si congregavano i fedeli col sommo Pontefice in tempo delle persecuzioni de' Gentili, per celebrare i divini Misterj, e si vede ancora il sito più largo e so, nell'uscire della porta laterale della chiesa, con l’altare, e sedia Pontificale fatta di semplice marmo. S. Filippo Neri frequentava spesso questo santuario, e vi si tratteneva le intere notti in sante orazioni; perciò nel medesimo luogo ebbe diverse grazie da Dio, e lasciò a noi l'esempio di visitare questa chiesa, che è una delle sette privilegiate.
Molte anticaglie sono nelle vigne di questi contorni, ed è maravigliosa quella, nella vigna a sinistra, e poi seguitando si vede la
Torre di capo di bovi
Uno de' sepolcri, che stavano sulla via Appia, fu questo eretto da Metello Cretico per seppellirvi la sua figliuola Cecilia Metella, e fu di tanta magnificenza, che ancor dura il gran masso formato di travertini a guisa di torre sopra cui si alzava il nobile edilizio; e perchè vi si vede scolpita una testa di bue, da questa oggi porta il nome.

Prossima tavola nel Libro III: Basilica di S. Maria in Trastevere

Prossima tappa nell'Itinerario del V giorno: Chiesa di S. Paolo alle tre fontane