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Gian Lorenzo Bernini
Architetto, scultore, pittore, scenografo e autore di teatro
(Napoli 1598-Roma 1680)
È uno dei personaggi dominanti del Seicento italiano,
principale interprete del fasto cattolico della Chiesa e dell'aristocrazia
romana. Lavorò quasi esclusivamente a Roma, da cui si allontanò per pochi mesi
nel 1665, chiamato a Parigi per il rinnovamento del Louvre (i suoi progetti non
vennero però realizzati). Ebbe la sua prima educazione artistica sotto la guida
del padre Pietro e si formò a Roma (dove la famiglia si era trasferita nel
1605), sommando il virtuosismo tecnico del tardo manierismo allo studio del
naturalismo ellenistico, le suggestioni dei grandi maestri del Cinquecento al
classicismo della pittura dei Carracci in una rinnovata e originalissima
visione. Tale formazione appare evidente nelle sculture conservate a Roma alla
Galleria Borghese: Giove fanciullo e la capra Amaltea (ca. 1615), per molto
tempo scambiata per opera ellenistica; il gruppo Enea, Anchise e Ascanio
(1618-1619), ritenuto da alcuni studiosi opera del padre; Plutone e Proserpina
(1621-1622), che riassume l'esperienza manieristica; David (1623), in cui non
viene esaltato l'eroe, ma lo sforzo del corpo teso nel lancio della pietra in
una scattante posa a spirale; Apollo e Dafne (1622-25), un vero prodigio tecnico
per la levità delle figure colte in corsa, liberissime nello spazio, per
l'abilità della lavorazione del marmo che pare cera traslucida nella resa della
metamorfosi della ninfa. Si capisce così come B. non sia affascinato dalla
realtà sconvolgente delle cose, come Caravaggio, ma dalla loro mutevole e
fuggevole apparenza in uno spazio aperto e dinamico. Inizia in seguito la lunga
serie di opere per S. Pietro , che occupò l'artista per più di quarant'anni
nella difficile e delicata impresa della definitiva sistemazione dell'edificio:
il primo lavoro è il famoso baldacchino (1624-33), col quale sostituì ai
tradizionali cibori un'originalissima struttura bronzea, che si inserisce
nell'enorme vano sottostante la cupola rendendolo vibrante e dinamico; avvalorò
poi questa soluzione con il riassetto dei grandi piloni della cupola, le cui
facce interne, rivolte cioè verso il baldacchino, vengono animate con due ordini
di nicchie: quelle superiori, le Logge delle Reliquie, incorniciate dalle
colonne tortili della "pergula" dell'antico S. Pietro, che fanno da eco a quelle
poderose del baldacchino, e quelle inferiori occupate da quattro enormi statue
di santi, una delle quali, l'enfatico Longino, è opera dello stesso Bernini.
Ideò poi il rivestimento di marmi policromi delle navate, realizzò i monumenti
funebri di Urbano VIII (1628-47), di Alessandro VII (1671-78), la Cappella del
Sacramento e la sistemazione del vano absidale con l'immensa "macchina" della
cattedra di S. Pietro (1657-1666) sorretta dalle colossali statue dei Dottori
della Chiesa e culminante nel gorgo di angeli e di raggi dorati che partono dal
finestrone con il simbolo dello Spirito Santo. Per l'esterno di S. Pietro
progettò due campanili laterali per la facciata, che dovevano equilibrarne la
larghezza e incorniciare la cupola michelangiolesca, ma ne venne costruito uno
solo e lo si dovette demolire per cedimenti del terreno: il fatto segnò
un'interruzione dell'attività berniniana per S. Pietro, che riprese però ben
presto e culminò con la costruzione del Colonnato (1656-67), la più famosa e la
più geniale delle sue opere, nella quale realizzò con la massima chiarezza la
sua concezione di spazio dinamico, che lo spettatore comprende solo muovendosi
in esso, stimolato dall'inarrestabile successione di scorci, e diede una grande
lezione di consapevolezza urbanistica nel collegamento della basilica alla
città. Se i lavori per S. Pietro, che comprendono anche la scenografica Scala
Regia (1664-67) e il gruppo di Costantino a cavallo, possono costituire una
sorta di filo conduttore del percorso artistico di B., vastissima fu la sua
attività in Roma, tanto che organizzò una vera équipe di aiuti, tra i quali era
anche il fratello Luigi. Risulta dalle sue opere, in cui architettura e scultura
sono inscindibilmente fuse, che B. è l'artefice principale delle fastose
scenografie della Roma barocca, sia in senso letterale, poiché dà canovacci per
opere di teatro, allestisce spettacoli, macchine sceniche, addobbi per feste,
sia, soprattutto, per la sua concezione di uno spazio in cui
uomo-natura-architettura-scultura sono in continua e mobile relazione: si pensi
alle fontane delle Api (1644), del Tritone (1642-1643) e soprattutto alla Fontana
dei Quattro Fiumi (1648-51), che rende vibrante di colori e di suoni la cavità di Piazza
Navona; si pensi alla concezione teatrale della Cappella Cornaro in S. Maria
della Vittoria, in cui l'Estasi di S. Teresa (1647-1652) si drammatizza in un
vero scenario teatrale, o del presbiterio di S. Andrea al Quirinale (1658-61),
geniale inoltre per la dinamica pianta ellittica e per la liberissima
interpretazione dello schema del Pantheon (di cui in quegli anni B. progettò un
restauro).
Tra le molte altre opere bisogna ricordare almeno: il palazzo
Barberini, dalla scenografica facciata; il palazzo di Montecitorio, con l'uso
naturalistico della pietra viva; la Verità discoperta dal Tempo (1646-52, Roma,
Galleria Borghese); la Beata Ludovica Albertoni (1674, Roma, S. Francesco a
Ripa) dall'accentuato patetismo controriformistico; le chiese di Castel Gandolfo
e di Ariccia (1658-1661 e 1662-1664); i quadri con gli autoritratti pieni di
sensibilità coloristica; la stupenda serie dei busti marmorei, da quelli
ufficiali dei pontefici, di Francesco I d'Este (1650-1651, Modena, Galleria
Estense), di Luigi XIV di Francia (1665, Versailles, castello) a quelli
"parlanti", vibranti di vita, di Costanza Bonarelli (ca. 1635, Firenze, Museo
Nazionale del Bargello), di Scipione Borghese (1632, Roma, Galleria Borghese) e
di Gabriele Fonseca (1668-1673, Roma, S. Lorenzo in Lucina).
(sopra - Piazza del Popolo: Iscrizione celebrante l'entrata della Regina di Svezia;
sullo sfondo: l'ape di Urbano
VIII in S. Maria in Aracoeli)
Ecco la lista completa delle opere di Bernini:
Scala Regia in Vaticano (Statua di Costantino)
Baldacchino di S. Pietro (stemma di Urbano VIII)
Due angeli in S. Andrea delle Fratte in: Angeli Barocchi
Monumento a Urbano VIII in S. Pietro in: Memento Mori
Monumento a Alessandro VII in S. Pietro in: Memento Mori
Monumento a Gabriele Fonseca in S. Lorenzo in Lucina in: Statue Oranti
Fontana nel Palazzo Antamoro in: Fontane nei cortili di Roma
Tre cappelle: Raimondi, Cornaro e Albertoni
S. Longino in San Pietro
Diversi stemmi
Chiesa di S. Bibiana (Tavola 6)
S. Maria del Popolo (Tavola 21)
Monumenti funerari in S. Maria del Popolo e in S. Maria sopra Minerva
Palazzo Chigi in Piazza Colonna (Tavola 22)
Piazza di Montecitorio (Tavola 23) con l'uso naturalistico della pietra viva
Pantheon o Chiesa di S. Maria ad Martyres (Tavola 25)
Piazza Navona e Obelisco (Tavola 26)
Piazza di S. Pietro in Vaticano (Tavola 27)
Piazza e Palazzo Barberini (Tavola 36) dalla scenografica facciata
Piazza di Spagna e Collegio di Propaganda Fide
(Tavola 40)
Chiesa di S. Anastasia (Tavola 55)
Statua di S. Sebastiano (Tavola 59bis)
Palazzo Odescalchi (Tavola 64)
Chiesa di S. Giacomo alla Lungara (Tavola 72)
Ponte S. Angelo (Tavola 85 bis)
Statua della Beata Ludovica Alberoni (1674) in S. Francesco a Ripa (Tavola
130)
Chiesa di S. Maria in Aracoeli (Tavola 130bis)
Chiesa di S. Andrea al Quirinale (Tavola 135bis)
Chiesa di S. Maria della Vittoria (Tavola 148)
Obelisco (Il Pulcino) della Minerva (Tavola 156)
Entrata dello Spedale di S. Spirito (Tavola 171)
Palazzo del Quirinale (Tavola 192)
Fontana della Lumaca in Villa Panfili (Tavola 200)
Iscrizione di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) in sua memoria in S. Maria Maggiore
Bernini visse per molti anni in una casa che guardava la Cappella Paolina
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