Spedale e Chiesa di S. Spirito in
Sassia
(Libro IX) (Pianta D2) (VIII giorno) (Vista D3)
In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi Com'è oggi
S. Spirito in Sassia Lo Spedale Stemmi La Ruota
S. Lorenzo in Borgo
La Tavola
(No. 171)
Fondato da Innocenzo III, l'ospedale fu interamente ricostruito da
Baccio Pontelli sotto Sisto IV, ma molti altri papi contribuirono ad
ingrandirlo e arricchirlo. In particolare Benedetto XIV aggiunse il Braccio Nuovo.
Il nome deriva dalla vicina chiesa fondata da Re Ina per i pellegrini
sassoni (Sassia = Sassonia) nel 728, che diede il nome anche alla
Porta S. Spirito (clicca QUI per una lista delle
chiese nazionali a Roma). La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina
del 1748, sotto. Nella descrizione relativa alla pianta Vasi faceva riferimento a:
1) Palazzo del Commendatore; 2) Braccio vecchio dello
Spedale; 3) Braccio nuovo; 4) Cupola della cappella. La pianta mostra anche 5)
Chiesa di S. Spirito in Sassia; 6) S. Lorenzo in Borgo.
 
Oggi
L'ospedale è ancor oggi in attività con le recenti rampe d'accesso sul
Lungotevere. La costruzione delle banchine del Tevere ha portato alla distruzione del
Braccio Nuovo.
La Chiesa
La chiesa fu ricostruita da Antonio da Sangallo, ma la facciata fu completata sotto
Sisto V, il cui stemma è tuttora visibile. La chiesa è stata da poco ridipinta di bianco
invece che del vecchio rossiccio. Dentro la chiesa ci sono interessanti tombe di dottori che
lavorarono nel vicino ospedale. Si può vedere il bel soffitto della chiesa
in una pagina che si occupa dei soffitti di molte chiese Romane.
L'Ospedale
Vicino alla chiesa, il cortile del Palazzo del Commendatore (cioè la casa
del direttore dell'Ospedale) è ricca di memorie di papi e cardinali. Paolo V
celebrò con una fontana il notevole approvigionamento d'acqua
(l'Acqua Paola)
che aveva fornito all'ospedale. Un orologio gigante è collocato nello stemma
di un cardinale: i simboli araldici sono quelli dell'ospedale. L'entrata alla biblioteca è
dominata dallo stemma di Clemente XI.
La lunga corsia costruita da SistoIV (Corsia Sistina) è interrotta da una
grande cappella con cupola ottagonale. Il portale con lo stemma di Sisto IV
è assai finemente decorato. La cappella contiene un altare con baldacchino decorato con i simboli
araldici (stelle e strisce)
di Clemente VIII.
Stemmi
Nell'ospedale molti stemmi consevano la memoria di Papi che lasciarono
la loro impronta sulla grande costruzione. A sinistra: una finestra con lo stemma di
Sisto IV (nemmeno originale). Al centro: sopra: stemma all'entrata costruita da Alessandro VII;
al centro: stemma di Innocenzo III (non
originale); in basso: stemma di Eugenio IV (non originale). A destra: l'entrata stessa
disegnata da Gian Lorenzo Bernini nel 1664 (un'altra entrata disegnata dal Bernini è andata
perduta, ma la si può vedere nelle incisione di
Filippo Juvarra e Giovanni Battita Falda).. Pio VI per celebrare
l'ampliamento dell'ospedale fece mettere all'entrata uno stemma colossale (vedi sotto)
che ora si trova nel cortile.

La Ruota
L'ospedale si manteneva sulle donazioni pubbliche e una cassetta delle elemosine è
tuttora visibile fuori del Braccio Vecchio. E' collocata vicino a una ruota usata per
accogliere i bambini abbandonati. La grata ha un foro più grande per permettere il passaggio di un bambino.
La ruota era un modo efficace per trattare con discrezione i molti casi di bambini indesiderati.
S. Lorenzo in Borgo
La chiesa risale al XII secolo e nel XV secolo il
Cardinal Armellini la incorporò nel suo palazzo. Intorno al 1930 fu riportata
all'originario stile Romanico. E' anche chiamata S. Lorenzo
in Piscibus, verosimilmente a causa di un vicino mercato del pesce.
Passo scelto dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 e relativo a questa pagina:
Spedale di s.
Spirito in SassiaConserva questo Archiospedale
l'antichissimo nome di quello, che quivi insieme con una chiesa
dedicata alla ss. Vergine edificò Ina Re de' Sassoni occidentali
l'anno 717. per comodo de' pellegrini di sua nazione, e che
chiamossi scuola de' Sassoni. Ma poi per un formidabile incendio
accaduto l'anno 817. ed altro nell'847. restando tutta questa
contrada desolata, s. Leone IV. la riparò colli soccorsi de' Re di
quelle nazioni. Dipoi questa contrada essendo stata devastata da
Arrigo IV. e da Federigo Barbarossa, il Pontefice Innocenzo III. nel
1198. ispirato da Dio ordinò quivi la fabbrica di uno spedale per li
poveri infermi, e per li projetti; e perchè si riconoscesse, che ciò
fu per speciale ispirazione divina, volle, che portasse il titolo di
s. Spirito. Ne concedè la cura ad alcuni Preti regolari in quel
medesimo tempo radunati in Francia per servire gl'infermi, il
fondatore de' quali chiamato Giulio Monpelieri fu da lui creato
Commendatore di questo nuovo ordine di s. Spirito, che dipoi si
dilatò in benefizio de' poveri infermi, e projetti per tutta
l'Italia, ed Europa. Perciò il medesimo Pontefice eresse appresso
allo spedale una chiesa
dedicata allo Spirito santo, che poi nell'anno 1538 fu edificata di
nuovo, ed ornata da vari Pontefici, e Cardinali, con pitture, marmi,
e stucchi dorati. Il disegno della chiesa è di Antonio da Sangallo,
e quello del prospetto di Ottavio Mascherino; il ciborio però è
architettura di Andrea Palladio. Greg. XIII. vi fece col disegno del
detto Mascherino il magnifico palazzo
per il Commendatore, che di ordinario è un Prelato, nel quale è
una scelta libreria, aumentata da Monsig. Lancisi, e da molti
Principi, fra' quali Lodovico XIV. Re di Francia. Il Cav.
Bernini rinnovò il braccio dello spedale con il portone, sotto
Alessandro VII. ed il Cav. Fuga seguitò l'altro braccio col medesimo
disegno del Bernino, sotto il Pontificato di Benedetto XIV. L'altare
isolato nello spedale vecchio è disegno del suddetto Andrea
Palladio, ed il quadro è di Carlo Maratti, il quale dipinse ancora
la ss. Nunziata, che ora sta nel nuovo oratorio de'
fratelli fatto col disegno del Cav. Passalacqua. Le pitture a fresco
nello spedale nuovo sono di Gregor. Giorgini, ed il quadro
sull'altare è del Lanfranco. Sonovi appresso le abitazioni
distinte per i fanciulli, e per le fanciulle; queste apprendono i
buoni costumi da alcune monache Agostiniane, che ivi hanno il lor
monastero, ed imparano i lavori proprj dalla loro età fino a tanto
che si maritino, o si facciano religiose, e però vi è unita una
chiesa dedicata a s. Tecla. Li fanciulli sono istruiti nel leggere,
e scrivere, e vengono trattenuti fino a tanto, che siano abili a
procacciarsi il vivere.
Chiesa
di s. Lorenzo in BorgoSi disse anticamente questa
chiesa in piscibus, ed ora in borgo vecchio, perchè questa contrada
è la più antica di tutte le altre, che sono nella città Leonina.
Nell'anno 1200. era questa chiesa unita alla basilica Vaticana,
dipoi vi stettero alcune religiose di s. Chiara, le quali essendo da
Leone X. trasferite altrove, restò sotto la cura della Confraternita
di s. Spirito. Quindi nel 1650. fu riedificata dalla nobilissima
famiglia Cesi, che quì accanto ha un magnifico palazzo ornato di
statue, e marmi antichi; e fu conceduta la chiesa ai Chierici
regolari delle scuole pie, i quali ci hanno stabilito il loro
noviziato. Conserva quella chie(sa) l'antica forma a tre navi,
ornata con belle colonne, marmi, e pitture, fra le quali evvi il s.
Lorenzo dipinto da Giacinto Brandi, e lo sposalizio della santissima
Vergine di Niccolò Berettori, le pitture però, che sono intorno alla
chiesa, e ne' laterali dell'altare maggiore sono di Michelangelo
Ricciolini.
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