I  GIUBILEI

ORIGINI DEL GIUBILEO

Le origini del Giubileo si ricollegano all'Antico Testamento.
La legge di Mosè aveva fissato per il popolo ebraico un anno particolare: "Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel Paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, Né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo, esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest'anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo" (Libro del Levitico, XXV, 8-55; XXVII, 16-25).

La tromba con cui si annunciava questo anno particolare era un corno d'ariete, che in ebraico si dice "Jobel", da cui deriva la parola "Giubileo". 

La celebrazione di quest'anno comportava anche la restituzione di tutti i terreni; inoltre, le case acquistate dopo l'ultimo Giubileo dovevano tornare senza indennizzo al primo proprietario (in città però tornavano solo le case dei sacerdoti e dei leviti) e gli schiavi israeliti potevano riacquistare la libertà.

Giuseppe Flavio afferma, ma è tesi discutibile, che venivano condonati anche i debiti. In questo modo la legge assicurava un periodico ritorno dei diritti di proprietà, personali e reali, allo stato primitivo, limitando il latifondo e la schiavitù. Con tutto ciò il significato del Giubileo era schiettamente religioso, espiatorio (Lev., XXV, 9), prima che sociale.

Nel Nuovo Testamento Gesù si presenta come Colui che porta a compimento l'antico Giubileo, essendo venuto a "predicare l'anno di grazia del Signore" (Isaia).

IL GIUBILEO CRISTIANO

- Nella Chiesa cattolica il Giubileo è comunemente detto anche Anno Santo non solo perché si inizia, si svolge e si conclude con solenni riti sacri, ma anche perché è destinato a promuovere la santità di vita.
Si tratta di un perdono generale, ossia di un'indulgenza plenaria che il Papa concede sotto determinate condizioni ai fedeli. Teologicamente è quindi fondato sul valore delle indulgenze e sul potere che ha la Chiesa di elargirle.
Nella tradizione cattolica il Giubileo è un grande evento religioso, è l'anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati, è l'anno della riconciliazione tra i contendenti, della conversione e della penitenza sacramentale e, di conseguenza, della solidarietà, della speranza, della giustizia, dell'impegno al servizio di Dio nella gioia e nella pace con i fratelli. L'anno giubilare è soprattutto l'anno di Cristo, portatore di vita e di grazia all'umanità.
Il primo Anno Santo fu promulgato con grande solennità da papa Bonifacio VIII nel 1300 con la bolla Antiquorum habet digna fide relatio, in cui si prometteva una grande remissione dei peccati a chi visitasse con speciali modalità in Roma le basiliche di S. Pietro e S. Paolo. Con ciò il Papa volle venire incontro alla diffusa aspirazione di tutta la cristianità a una profonda rigenerazione morale (e in effetti eccezionale fu il concorso dei pellegrini: il Villani calcola che a Roma ve ne fossero in permanenza, per tutto l'anno, duecentomila), e al tempo stesso riaffermare l'altissimo concetto che egli aveva, anche sul piano temporale, della Chiesa e della sua dignità di pontefice.
Le finalità peculiari del Giubileo vengono fissate dal pontefice con la bolla di promulgazione e sono per lo più una determinazione dei fini generali a cui per sua natura il Giubileo è ordinato: richiamo della Chiesa alla vita della grazia, ripresa della vita sacramentale, rinnovamento della vita morale, ecc.
Le condizioni richieste per validamente lucrare il Giubileo furono precisate in forma pressoché definitiva da papa Benedetto XIV in occasione della celebrazione del 1750. Ordinariamente, quando la bolla di promulgazione non si pronunci diversamente, sono richieste tre condizioni: visita delle quattro maggiori basiliche di Roma (S. Pietro, S. Paolo, S. Giovanni, S. Maria Maggiore), sacramento della Confessione e della Comunione, preghiere a intenzione del pontefice.
Il rituale del Giubileo risale ad Alessandro VI (1500) ed è forse dovuto al suo cerimoniere Giovanni Burcardo. Funzione caratteristica è l'apertura della Porta Santa, la porta a destra di ciascuna delle quattro basiliche che, murata allo scadere dell'ultimo Giubileo, viene aperta alla vigilia del Natale precedente il nuovo Anno Santo; la cerimonia in S. Pietro è officiata dal Papa stesso.
Il Giubileo del 2000 assume un'importanza speciale perché, facendosi quasi ovunque il computo del decorso degli anni a partire dalla venuta di Cristo nel mondo, vengono celebrati i duemila anni dalla nascita di Cristo (prescindendo dall'esattezza del computo cronologico). Non solo, ma si tratta del primo Anno Santo a cavallo tra la fine di un millennio e l’inizio di un altro: il primo Giubileo, infatti, fu indetto da Papa Bonifacio VIII nel 1300.
Il Giubileo può essere: ordinario, se legato a scadenze prestabilite; straordinario, o minore, se viene indetto per qualche avvenimento di particolare importanza.
Gli Anni Santi ordinari, celebrati fino ad oggi, sono 25; quello del 2000 sarà il ventiseiesimo.
La consuetudine di indire Giubilei straordinari risale al 1585 (papa Sisto V): la loro durata è varia, da pochi giorni ad un anno. Gli ultimi Anni Santi straordinari di questo secolo sono quelli del 1933 (indetto da papa Pio XI per il XIX centenario della Redenzione), del 1966 (indetto per celebrare la chiusura del Concilio Vaticano II) e del 1983 (indetto da papa Giovanni Paolo II per i 1950 anni della Redenzione).

STORIA DEI GIUBILEI

Il primo Giubileo ordinario fu indetto nel 1300 da Papa Bonifacio VIII, della nobile famiglia dei Caetani, con la Bolla "Antiquorum Habet Fida Relatio". Ne fu occasione remota l'ondata di spiritualità, di perdono, di fratellanza che si stava diffondendo in tutta la cristianità in contrapposizione agli odi e alle violenze dominanti in quell'epoca.
L'occasione immediata è da riallacciare alla voce, iniziata a circolare nel dicembre 1299, secondo la quale nell'anno centenario i visitatori della basilica di San Pietro avrebbero ricevuto una "pienissima remissione dei peccati". L'enorme afflusso di pellegrini a Roma indusse Bonifacio VIII a concedere l'indulgenza per tutto l'anno 1300 e, in futuro, ogni cento anni. Tra i pellegrini di questo primo Giubileo vanno ricordati: Dante Alighieri, Cimabue, Giotto, Carlo di Valois, fratello del re di Francia, con sua moglie Caterina. Dante ne conserva un'eco in alcuni versi del Canto XVIII dell'Inferno, del II del Purgatorio e del XXXI del Paradiso della "Divina Commedia".

Dopo il trasferimento della sede del Papa ad Avignone (1305-1377) vennero formulate numerose richieste perché il secondo Giubileo fosse indetto nel 1350 e non nel 1400. La richiesta si fondava sull'antica usanza ebraica, di cui si parla nel Levitico, dei quarantanove anni dopo i quali il cinquantesimo sarebbe stato giubilare. In modo particolare, fu fatta una supplica da parte del poeta Francesco Petrarca, che in un suo carme sottolineava la brevità della vita e la necessità di consentire a tutti la possibilità di una purificazione spirituale: Clemente VI acconsentì e fissò la scadenza dell'Anno Santo ogni 50 anni.
Alle basiliche da visitare, San Pietro e San Paolo fuori le mura, aggiunse quella di San Giovanni in Laterano.

Successivamente, con la bolla Salvator noster unigenitus, Urbano VI decise di spostare la cadenza a 33 anni, in riferimento al periodo della vita terrena di Gesù. Inoltre, aggiunse la basilica di Santa Maria Maggiore. Diversi motivi portarono però allo slittamento di questa scansione temporale e il Giubileo ebbe luogo nel 1390 e fu celebrato dal suo successore.

Alla sua morte, il nuovo pontefice, Bonifacio IX, diede inizio all'Anno Santo del 1390. L'avvicinarsi della fine del secolo, il centenario del primo Giubileo e l'afflusso consistente di pellegrini lo indussero ad indire, senza bolla, un nuovo Giubileo nel 1400 per rispettare la scadenza dei cinquant'anni decisa nel 1350.
La Chiesa era, in quell'anno, ancora divisa, tra Roma e Avignone, dove regnava un antipapa. I cristiani francesi, spagnoli e parte di quelli italiani non presero parte al pellegrinaggio giubilare poiché i loro sovrani, aderendo alla parte scismatica della Chiesa, impedirono la partecipazione al Giubileo dei loro sudditi. A Roma però era scoppiata la peste e sulle strade imperversavano molti briganti, cosicché il papa estese il Giubileo anche fuori Roma. Estese la visita per acquistare le indulgenze alle basiliche di S. Lorenzo fuori le Mura, S. Maria in Trastevere e S. Maria Rotonda, che si aggiungevano così alle quattro basiliche maggiori già scelte negli anni precedenti.
Nel Giubileo del 1400 ha avvio un nuovo tipo di pellegrinaggio penitenziale che, partendo da varie contrade dell'Italia settentrionale, si dirige a Roma sotto l'insegna di "pace e misericordia".

Finito lo scisma d'Occidente, Martino V indisse il Giubileo per il 1423, secondo quanto stabilito da Urbano VI (ogni 33 anni) e in riferimento a quello del 1390. In quell'occasione il papa introdusse due novità: la coniazione di una speciale medaglia commemorativa e l'apertura della Porta Santa a San Giovanni in Laterano. A questo quinto Giubileo, in una Roma desolata e abbandonata a se stessa, parteciparono San Bernardino da Siena con la sua devozione al nome di Gesù (abbreviato nel trigramma JHS) e Santa Francesca Romana.

Solo sotto il pontificato di Nicolò V venne indetto un Giubileo per il 1450. La risposta dei fedeli fu eccezionale tanto che il Giubileo del 1450 è ricordato tra i più partecipati della storia e come l'ultima grande manifestazione collettiva dell'età medievale. Roma fu messa a dura prova dalla presenza di un numero così grande di pellegrini per i quali si ponevano problemi di ordine pubblico, sanitario (si diffuse la peste) oltre che di approvvigionamento. Quello del 1450 è stato definito il "Giubileo dei Santi", perché a Roma furono presenti, tra gli altri, i futuri S. Rita da Cascia, San Giovanni da Capestrano, Santa Caterina da Bologna, Re Ferdinando di Napoli, la Regina Carlotta di Cipro e S. Antonino da Firenze. Quest'ultimo definì il Giubileo l'"Anno d'oro", per indicare la ritrovata unità della Chiesa d'Occidente dopo lo scisma.
Il Beato Angelico dipinse per l'occasione alcune stanze pontificie.
Con le offerte dei pellegrini venne istituita la Biblioteca vaticana.

Paolo II, con una bolla del 1470, stabilì che in futuro il Giubileo si svolgesse ogni 25 anni. Ad indire il successivo Giubileo (per la prima volta detto "Anno Santo"), nel 1475, fu Sisto IV: per questa occasione il Papa, per far convergere a Roma tutto il mondo cattolico sospese, durante il periodo giubilare, tutte le indulgenze plenarie fuori di Roma. Fu utilizzata la nuova tecnologia della stampa, scoperta nel 1444 da Gutemberg: le Bolle giubilari, le istruzioni per la giornata del pellegrino e le preghiere da recitare nei luoghi sacri vennero presentate, per la prima volta, sui moderni caratteri di stampa. Da questo Giubileo, inoltre, entrò in uso la semplice e significativa denominazione di "Anno Santo" che è giunta fino ai nostri giorni. Sisto IV volle che Roma fosse abbellita con nuove importanti opere urbanistiche e architettoniche per preparare la città ad accogliere i pellegrini. Tra queste la Cappella Sistina e anche un ponte, detto Sisto, per facilitare l'afflusso dei fedeli.
In quel tempo, a Roma, lavorarono i più grandi artisti dell'epoca: Verrocchio, Signorelli, Ghirlandaio, Botticelli, Perugino, Pinturicchio, Melozzo da Forlì.
Il Tevere straripò e per andare a San Paolo si dovettero usare imbarcazioni.

Nel 1500 Alessandro VI inaugurò solennemente il Giubileo e compì un nuovo rito: l'apertura di una Porta Santa nella basilica di San Pietro a cui, da allora, venne trasferito il ruolo tradizionale che per secoli aveva svolto la porta aurea di S. Giovanni in Laterano. Il papa volle, inoltre, che l'apertura delle porte sante fosse prevista in ciascuna delle quattro basiliche maggiori fissate per la visita giubilare. Da quel momento la Porta Santa e il passaggio attraverso di essa divenne uno dei fatti più importanti dell'Anno Santo. Fu anche inaugurata una nuova via, detta Alessandrina, che collegava Castel Sant'Angelo alla Basilica di San Pietro.
Nella bolla il papa prescrisse che per acquisire l'indulgenza era necessario ai romani visitare 30 volte le quattro basiliche e ai forestieri 15 volte.
Partecipò alla celebrazione di questo ottavo Giubileo Niccolò Copernico.

Clemente VII celebrò nel 1525 il nono Giubileo in un tempo di conflitti religiosi e politici. Si era infatti nel pieno della crisi religiosa, iniziata da Martin Lutero in Germania nel 1517. Il monaco agostiniano aveva, tra l'altro, messo in discussione il principio stesso delle indulgenze. Veniva così ridiscusso uno dei cardini dell'Anno Santo. Più in generale si chiedeva, da molte parti, una Riforma della Chiesa. Ma anche nel campo politico lo scontro era grande: il conflitto tra Carlo V e Francesco I dà vita alla prima grande spaccatura politica dell'epoca moderna in Europa.
Anche la Chiesa ne fa le spese: Roma, due anni dopo l'Anno Santo, verrà invasa e saccheggiata dalle truppe imperiali di Carlo V ed il papa dovrà rifugiarsi a Castel Sant'Angelo.
Per la cronaca, scarsa fu la partecipazione popolare.
Per la prima volta il tocco di un martello d'oro aprì la Porta Santa.

Ad indire il decimo Giubileo per il 1550 fu Paolo III (morto il 10 novembre 1549)  ma ad aprirlo fu il suo successore Giulio III. Il primo lo aveva preparato, fino alla sua morte nel 1549, dopo aver trovato Roma ancora lacerata dal sacco del 1527 e dopo che si era intrapresa, con il Concilio di Trento, la riforma della Chiesa cattolica. Il secondo lo ha celebrato a partire dal febbraio del 1550, data della sua elezione. Per questo ritardo iniziale, l'Anno Santo fu prolungato fino all'Epifania successiva. Questo Giubileo fu un'occasione per realizzare quel rinnovamento della vita religiosa che avrebbe trovato espressione nel Concilio di Trento. Lo sforzo dei romani, ad esempio, nell'accoglienza fu ingente, specie verso i pellegrini più poveri.
Parteciparono, tra gli altri, San Francesco Borgia, Michelangelo Buonarroti e Giorgio Vasari.

Il Giubileo del 1575 è il primo dopo il Concilio di Trento. Roma si è preparata all'evento con particolare cura e austerità. Fin dal 1573 viene dato ordine a osti e albergatori di non alzare i prezzi. Vengono costruite nuove strade per favorire l'itinerario dei pellegrini; tra queste, Via Merulana che collega il Laterano con S. Maria Maggiore. Il Papa, Gregorio XIII, alla vigilia dell'Anno Santo chiede ai cardinali un nuovo stile di vita per edificare i fedeli.
Confluiscono a Roma oltre 300.000 persone da tutta l'Europa. Tra i tanti pellegrini vanno ricordati il cardinale San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, ed il poeta Torquato Tasso.
Il Giubileo è caratterizzato da nuove presenze di aggregazioni laicali e religiose, tra cui la Confraternita della SS.Trinità dei Pellegrini e dei Convalescenti fondata da Filippo Neri. Questa istituzione organizza l'accoglienza ai pellegrini fin nei particolari più umili.

Gli "Avvisi di Roma", il giornale cittadino redatto giorno per giorno, riferiscono che l'Anno Santo del 1600 indetto da Clemente VIII è uno dei più riusciti sia per la massiccia partecipazione dei fedeli, che per la particolare devozione dei pellegrini. Due le ragioni: il fatto che la Chiesa cattolica comincia a raccogliere i frutti del Concilio di Trento; la sostanziale distensione che investe l'Europa dopo anni di guerre e di divisione. A Roma le istituzioni di ospitalità, create dalle varie Confraternite, svolgono un ruolo determinante per risolvere il problema dell'alloggio e del sostentamento della grande maggioranza dei pellegrini, che sono poveri e non possono accedere alle normali s trutture alberghiere.
Il Muratori fissa nel numero eccezionale di 3 milioni i pellegrini provenienti da tutta l'Europa.

Il tredicesimo Giubileo, del 1625, si apre tra i "rumori" della guerra dei Trent'anni scoppiata nel 1618. Urbano VIII emana un bando per vietare a qualsiasi persona di portare armi e usare violenza a Roma. Un'epidemia di peste si diffonde in alcune regioni del Sud dell'Italia e il papa, per evitare che questa si diffonda anche a Roma, stabilisce di sostituire la visita alla Basilica di San Paolo, che è fuori le Mura, con quella di Santa Maria in Trastevere, dove fu aperta una Porta Santa. (Non se ne capisce la ragione precisa. O non fu piuttosto a causa di un'inondazione del Tevere? Controllare le fonti)
Per la prima volta gli effetti spirituali del Giubileo vengono estesi a coloro che, per ragioni di salute, o di prigionia, non possono giungere a Roma. E' un'importante innovazione che modifica in profondità il concetto ispiratore di questa indulgenza che, originariamente, era legata al viaggio a Roma.

Il Giubileo del 1650 si apre, a differenza del precedente, in un'epoca di pace relativa: è finita la guerra dei Trent'anni che aveva sconvolto l'Europa. Innocenzo X apre l'Anno Santo nella Basilica di San Pietro, rinnovata al suo interno per l'occasione, alla presenza di un'enorme folla di pellegrini. La cupola di San Pietro appare per la prima volta illuminata. Uno dei fatti più rilevanti della celebrazione giubilare è il restauro, voluto dal papa, della allora fatiscente Basilica cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano che, secondo alcuni studiosi, è stata "vestita" da Borromini come una sposa bianca. Il Papa coglie l'occasione del restauro della sua sede episcopale per manifestare l'intento di pacificazione universale della Chiesa: Innocenzo X aveva, infatti, lavorato per la pacificazione in Europa durante la lunga guerra dei Trent'anni.
Parteciparono la Principessa Maria di Savoia e il Principe di Norimberga.

Sotto la guida di Parteciparono 1.400.000 persone.
In quelle occasioni il Papa celebra anche la beatificazione di Giovanni della Croce e di Francesco Solano.

1700: inizia un nuovo secolo, detto "dei lumi", fondato sulla cultura della "ragione". Il Giubileo è aperto da Innocenzo XII a cui è legata una delle maggiori opere caritative di Roma: l'ospizio di san Michele a Ripa. Innocenzo però, muore prima della fine dell'anno. Per la prima volta un Anno Santo viene turbato dalla morte del papa. Gli succede Clemente XI. Molti pellegrini illustri giungono a Roma per l'evento giubilare. Tra questi il Granduca di Toscana Cosimo III e la regina polacca Maria Cristina (o Casimira?), vedova di Giovanni III Sobieski, che entra a piedi nudi in San Pietro e in abito da penitente visita le chiese romane. Un viaggiatore inglese scrive a proposito della devozione dei pellegrini: "La folla continua a passare in ginocchio la Porta Santa di San Pietro con tale affluenza che non sono ancora riuscito a farmi strada per entrare".

Il Giubileo del 1725 è fortemente segnato dalla figura di Benedetto XIII, che indice un Sinodo della provincia romana e stabilisce una serie di norme per la preparazione spirituale dell'evento. I romani vedono il papa percorrere le strade della città su modeste carrozze, salmodiare con devozione durante il tragitto e trascorrere intere giornate in preghiera nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, retta dai padri Domenicani di cui era stato membro. Il papa volle un Giubileo dal tono severo, senza luminarie e spettacoli, e che fosse curata la predicazione nelle diverse chiese di Roma: a questo scopo, fece chiamare i più famosi predicatori del tempo. Un fatto significativo è l'accoglienza riservata dai padri Mercedari a 370 schiavi riscattati per l'Anno Santo. Per il Giubileo fu inaugurata la stupenda scalinata della Trinità dei Monti in Piazza di Spagna.

Nella Bolla di indizione del Giubileo del 1750, Peregrinantes a Domino, Benedetto XIV sottolinea la necessità di fare penitenza perché l'Anno sia veramente "Santo": anno di edificazione e non di scandalo. Il papa richiama il valore del pellegrinaggio come superamento delle dimensioni quotidiane di peccato. Il Giubileo ha, così, una forte caratterizzazione spirituale. Tra i predicatori più instancabili ed ascoltati c'è Leonardo da Porto Maurizio, un francescano riformato: alle sue prediche in Piazza Navona partecipa anche il papa. Padre Leonardo erige a Roma, durante l'Anno Santo, 572 croci, la più celebre è quella innalzata in mezzo all'arena del Colosseo (dove vengono erette anche 14 edicole per il pio esercizio della Via Crucis). Questa croce è venerata fino a oggi.

Clemente XIV promulgò il Giubileo per il 1775 (per la prima volta la Bolla di indizione del Giubileo è in italiano: "L'Autore della nostra vita") e ne curò la preparazione con un ciclo di prediche, di processioni e di missioni in alcune piazze romane. Vengono anche realizzate alcune opere pubbliche, tra cui il restauro degli ospedali Santo Spirito e San Giovanni. Ma Clemente non poté aprirlo perché morì tre mesi prima dell'apertura solenne (al quale provvide il nuovo pontefice Pio VI). Appena eletto, in febbraio, Pio VI apre la Porta Santa in San Pietro per il Giubileo più breve della storia.
Il Giubileo del 1775 è ricordato anche per la presenza di un folto gruppo di Patriarchi e Vescovi cattolici di rito orientale.
A questo diciannovesimo Anno Santo parteciparono 300.000 pellegrini, tra i quali Massimiliano d'Austria.

1800. Il Giubileo del nuovo secolo non viene celebrato a causa dei profondi rivolgimenti che attraversano l'Europa a seguito della Rivoluzione francese. Nel 1797 le truppe francesi occupano Roma e la città diviene il centro della Repubblica romana. Il papa che avrebbe dovuto convocarlo, Pio VI, muore esule nel 1799. L'anno giubilare trascorre così tra l'assenza forzata del papa da Roma, le difficili condizioni politiche generali, l'incertezza degli eventi bellici. L'insieme di questi fattori non hanno permesso a Pio VII di pensare di celebrare l'Anno Santo, neanche con ritardo.

Quello del 1825 è il ventesimo Anno Santo ed l'unico Giubileo celebrato nell'Ottocento. Le cancellerie europee del periodo della Restaurazione vedono con preoccupazione la convocazione del Giubileo per il notevole movimento di persone che avrebbe messo in moto. In un tempo di rivoluzioni liberali e di cospirazioni ogni viaggiatore è considerato con sospetto, le frontiere sono chiuse, le strade sorvegliate, gli ospizi scompaiono. Eppure Leone XII lo ha voluto, organizzato e compiuto. La Bolla di indizione fa riferimento alle difficoltà, ma allo stesso tempo pone la celebrazione giubilare nel segno della gioia. Tra le novità, l'indulgenza concessa a coloro che avrebbero venerato una delle icone più antiche del mondo, quella della Madonna della Clemenza, del VII secolo, custodita nella basilica di S. Maria in Trastevere.
E' detto "Giubileo della restaurazione" perché vi parteciparono principi e sovrani restituiti ai loro regni: Maria Teresa di Savoia, Maria Cristina Regina di Napoli e l'Infanta di Spagna. Oltre mezzo milione di pellegrini giunse a Roma.
Leone XII sostituì per le consuete visite dei fedeli la basilica di San Paolo fuori le mura, distrutta dall'incendio del 1823, con la basilica minore di Santa Maria in Trastevere.

Il Giubileo del 1850 non fu né indetto, né celebrato a causa dalle vicende della Repubblica Romana. Pio IX è esule da qualche anno e rientra a Roma soltanto nell'aprile del 1850, troppo tardi per indire l'Anno Santo. Il distacco del papa da Roma è la conseguenza di un vasto fenomeno di agitazione generale che investe la città e gli Stati pontifici a partire dal 1848. Sono i prodromi della cosiddetta questione romana, in cui veniva messo in discussione il potere temporale del papa. Questo Giubileo non avvenuto lasciava aperta una domanda per Pio IX e i suoi successori. Sarebbe stata possibile in futuro un'altra celebrazione giubilare dal momento in cui veniva messo in discussione il potere temporale del papa?

1875: Roma è divenuta capitale d'Italia da qualche anno. Pio IX ha perso il potere temporale sulla città e sugli Stati pontifici, ma decide di restare a Roma chiudendosi in Vaticano e dichiarandosi "prigioniero del re". La Porta Santa di San Pietro rimase nuovamente chiusa, come nel 1850. Pio IX, con la scadenza dell'Anno Santo, giudicò che non ci fossero le condizioni per una regolare celebrazione dell'evento, ma volle comunque indirlo in maniera nuova rispetto al passato. Il papa estese il Giubileo a tutto il mondo cattolico e lo celebrò a Roma in forma ridotta inaugurandolo nella basilica di San Pietro alla sola presenza del clero romano e senza l'apertura della Porta Santa. Un Giubileo, quindi, a "porte chiuse".

Spettò a Leone XIII indire il ventiduesimo Giubileo per il 1900. Dopo settantacinque anni si riapre la Porta Santa. Leone XIII, il 24 dicembre 1899, può inaugurare il primo Anno Santo dopo la fine del potere temporale del papa. Leone XIII, che si era pronunciato su una delle questioni centrali del tempo, quella sociale, con la storica Enciclica Rerum novarum, teneva a riqualificare la visibilità della Chiesa e del pontificato romano. Il Giubileo fu una di queste occasioni. La preparazione logistica e l'organizzazione fu anche sostenuta, per la prima volta, dal Governo italiano. L'apertura della Porta Santa avvenne in un clima di conciliazione oltre che di solennità e di festa. Roma si popolò, per l'occasione, di pellegrini da ogni parte del mondo.
Il Giubileo fu caratterizzato da sei beatificazioni e due canonizzazioni (quelle di San Giovanni Battista de La Salle e di Santa Rita da Cascia).

Il Giubileo del 1925 fu indetto da Pio XI e la stampa italiana dette ampio spazio all'evento, mostrando così il nuovo clima di accordo instauratosi a Roma. Pio XI diede, poi, al Giubileo un carattere spiccatamente missionario, visto che le missioni costituirono uno dei grandi temi del suo pontificato. A lui si deve la consacrazione dei primi vescovi cinesi. Il Papa designò tre "cardinali legati" per l'apertura della Porta Santa nelle basiliche. Esortò i fedeli a pregare per la pace tra i popoli al fine di lucrare le indulgenze.
L'anno giubilare fu anche coronato da una serie di solenni cerimonie religiose, tra cui le più suggestive furono alcune canonizzazioni: quella di Teresa del Bambino Gesù, il curato d'Ars e Giovanni Eudes. La partecipazione dei pellegrini fu impressionante: quell'anno giunsero a Roma più di mezzo milione di persone da tutto il mondo.

1933 Il 24 dicembre 1932, Pio XI annuncia, tra la sorpresa generale, l'indizione di un Anno Santo straordinario per il 1933: quello della Redenzione. Dopo aver istituito la festa del Cristo Re e consacrato l'umanità al Sacro Cuore di Gesù, alla vigilia del centenario della morte di Cristo il papa annuncia l'Anno Santo della Redenzione. I tempi liturgici di questo Giubileo sono diversi rispetto agli altri: l'apertura della Porta Santa è fissata la Domenica di Passione (e non la notte di Natale), mentre la chiusura il Lunedì di Passione dell'anno successivo. Pio XI crea così un grande evento religioso centrato sulla figura del Cristo Redentore. Questo Giubileo è la prima occasione, dopo la fine del potere temporale, in cui alcune celebrazioni presiedute dal papa avvengono all'esterno della basilica di San Pietro.

Nel 1950, pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, Pio XII apre l'Anno Santo in un orizzonte carico di tensione e con le ferite della seconda guerra mondiale non ancora rimarginate. Un messaggio di pace è sotteso al Giubileo del 1950. E' l'anno del "gran ritorno e del gran perdono" di tutti gli uomini, anche i più lontani dalla fede cristiana. Pio XII indica chiaramente le finalità del Giubileo: santificazione delle anime mediante la preghiera e la penitenza e l'incrollabile fedeltà a Cristo e alla Chiesa; azione per la pace e tutela dei Luoghi Santi; difesa della Chiesa contro i rinnovati attacchi dei suoi nemici e impetrazione della vera fede per gli erranti, gli infedeli e i senza Dio; attuazione della giustizia sociale e opere di assistenza a favore degli umili e dei bisognosi.
L'Europa è divisa in due e i cattolici dell'Est non si possono recare a Roma. Nonostante queste difficoltà la partecipazione dei pellegrini è straordinaria e l'udienza con il papa, a partire da questo Giubileo, entra a far parte integrante della vita dei fedeli. Videre Petrum è stato l'obiettivo di molti. Durante l'anno giubilare (il I novembre 1950) Pio XII proclama il dogma dell'Assunzione di Maria, in Piazza san Pietro alla presenza di quasi cinquecentomila fedeli e di 622 vescovi. In quest'anno santo vengono canonizzati Pio X e Maria Goretti. Un altro aspetto significativo fu lo spettacolo offerto dai pellegrini. Il loro esempio fu definito: "la più grande predica di questo secolo".

1975: "Ha ancora senso la celebrazione del Giubileo?". Era una domanda ricorrente tra i cattolici nell'immediato postConcilio. Dopo il Vaticano II una celebrazione come quella giubilare sembrava a molti anacronistica, legata a un'idea di cristianità medievale. Paolo VI sentiva questi problemi, ma decise di non interrompere la tradizione dei Giubilei. Il papa vide l'Anno Santo come occasione di rinnovamento interiore dell'uomo. In occasione di questo Giubileo scrisse l'Esortazione Apostolica Gaudete in Domino, con l'intenzione di porre le celebrazioni giubilari sotto il segno della gioia. I tre punti fondamentali di questo Anno Santo sono: la gioia, il rinnovamento interiore e la riconciliazione. Un osservatore laico della storia della Chiesa scrisse a proposito del Giubileo del 1975: "fu un grande successo".
I pellegrini furono quasi 9 milioni.

Nel 1983 Giovanni Paolo II indisse il ventisettesimo Giubileo, indicandolo nella bolla "Aperite portas Redentori" come anno straordinario per i 1950 anni dalla redenzione.

Sempre Giovanni Paolo II proclamò il Grande Giubileo del 2000. La maggiore innovazione in questo Giubileo fu l'aggiunta di molti Giubilei particolari per vari gruppi di persone e fu celebrato simultaneamente a Roma, in Terra santa e in molte altre parti del mondo. I preparativi per il Grande Giubileo iniziarono quando papa Giovanni Paolo II emise la sua lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente (dal latino: "All'approssimarsi del Terzo Millennio") il 10 novembre 1994. Nella lettera, egli invitava la Chiesa a iniziare un periodo di tre anni di intensi preparativi per la celebrazione del terzo millennio cristiano. Il primo anno, il 1997, fu caratterizzato da un'esplorazione della Persona di Gesù. Il secondo, il 1998, dalla meditazione sulla Persona dello Spirito Santo. Il terzo, il 1999, dalla meditazione sulla Persona di Dio il Padre. La convocazione formale dell'anno santo arrivò attraverso la bolla papale di indicazione, Incarnationis Mysterium (dal latino: Mistero dell'Incarnazione), il 29 novembre 1998. Nella bolla, il papa indicava il suo desiderio di guidare la Chiesa dentro il Grande Giubileo sin dall'inizio del suo pontificato. Insistette sul carattere ecumenico di questo evento che coinvolgeva cioè non solo i cattolici ma tutti i cristiani e il mondo intero.
Le varie chiese e basiliche di Roma approfittarono del giubileo per eseguire lunghe e necessarie riparazioni. La facciata della basilica di San Pietro in Vaticano ebbe l'impalcatura per mesi per rimuovere accuratamente la sporcizia di secoli. La Santa Sede dispose anche la costruzione di un imponente parcheggio coperto sotto il colle del Gianicolo, al fine di ospitare tutti gli autobus previsti in arrivo, costruzione che rimase bloccata per qualche tempo in seguito alla scoperta di mosaici risalenti al periodo imperiale in sale sconosciute fino ad allora localizzate sotto il colle. I mosaici furono trasferiti in modo da permettere il completamento del parcheggio in tempo per il giubileo.
L'inno ufficiale del Grande Giubileo del 2000 fu il brano Gloria a te Cristo Gesù, composto da Jean-Paul Lécot e presentato per la prima volta al pubblico da Andrea Bocelli.
Il logo del Giubileo venne selezionato nel 1996 tramite un concorso pubblico: vinse la proposta di Emanuela Rocchi, classe 1974, romana, all'epoca allieva della Scuola dell'Arte della medaglia dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Il simbolo presentava cinque colombe policrome stilizzate e unite in una figura unica (rappresentazione dei cinque continenti terrestri), sovrapposte a una croce anch'essa policroma (che idealmente "sostiene" le colombe) e ad un cerchio azzurro (rappresentazione dell'universo); attorno a tale emblema è riportato il motto dell'anno giubilare (Christus heri, hodie, semper, ovvero "Cristo ieri, oggi, sempre") e, all'esterno dell'insieme, la scritta Iubilaeum A.D. 2000.
Il Piviale giubilare indossato da Giovanni Paolo II per l'apertura della Porta Santa, in colori smaglianti (grazie all'uso del lurex) era stato realizzato a Prato ed è oggi esposto al Museo del Tessuto.
Le condizioni per ottenere l'indulgenza erano state largamente semplificate rispetto agli anni precedenti: le normali condizioni di confessione, eucaristia, preghiera per il papa e rinuncia all'attaccamento al peccato erno rimaste invariate ma, a differenza dei precedenti giubilei, bastava visitare solo una singola chiesa in un singolo giorno. L'indulgenza poteva essere ottenuta a Roma visitando una delle quattro basiliche patriarcali, la Basilica di San Pietro, San Giovanni Laterano, San Paolo fuori le mura o Santa Maria Maggiore, come pure visitando il Santuario della Madonna del Divino Amore, la Basilica di San Lorenzo fuori le mura o le catacombe cristiane di Roma. Durante la visita, il pellegrino doveva prendere parte alla celebrazione eucaristica o trascorrere mezz'ora in adorazione eucaristica. L'indulgenza si poteva ottenere anche in Terra Santa visitando la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, la Chiesa della Natività a Betlemme, o la Chiesa dell'Annunciazione a Nazaret.
Inoltre, il giubileo fu esteso a tutte le diocesi del mondo. Una visita alla cattedrale, chiesa o un altro santuario indicato dal vescovo sarebbe stata sufficiente per ottenere l'indulgenza del Giubileo. Suore e frati di clausura potevano ottenere l'indulgenza presso le loro cappelle.
Infine, l'indulgenza poteva essere ottenuta attraverso il sacrificio personale o opere di carità. Furono specificatamente citati come sacrifici, smettere di fumare o bere alcool per almeno un giorno o fare una donazione per aiutare il povero.
Il Giubileo del 2000 è ricordato come uno dei più riusciti degli ultimi decenni. Per tutto l’anno Giovanni Paolo II compì diversi pellegrinaggi e gesti simbolici non previsti dalle pratiche usuali dei festeggiamenti. Uno degli eventi principali del Giubileo fu lo svolgimento della Giornata Mondiale della Gioventù a Roma, fra il 15 e il 20 agosto: parteciparono più di due milioni di giovani cattolici, che negli ultimi due giorni si riunirono nella zona di Tor Vergata per una lunga veglia di preghiera. In quell’occasione, i giornali italiani si riferirono ai giovani con il nome di “Papaboy”, espressione in uso ancora oggi, ma che oggi indica soprattutto i sandali di gomma allora diffusissimi ai piedi dei giovani pellegrini.

Nel 2015/2016 papa Francesco indisse un giubileo straordinario per il 50º anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. Quel giubileo vide per la prima volta presenti il Papa regnante e un Papa emerito. Infatti, alla cerimonia di apertura della Porta Santa l'8 dicembre 2015 presieduta da papa Francesco, partecipò anche il papa emerito Benedetto XVI, che ha attraversato la porta dopo il papa regnante ma prima degli altri.

Il Giubileo del 2025, anche detto Giubileo della Speranza, fu il venticinquesimo giubileo universale ordinario della storia della Chiesa cattolica. L'organizzazione del Giubileo, per volontà di papa Francesco, fu stata affidata al Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, presieduto da monsignor Rino Fisichella (lo stesso che invitava a contestualizzare la bestemmia di Berlusconi in una delle sue magnifiche barzellette).