Parteciparono 1.400.000 persone.
In quelle occasioni il Papa celebra anche la
beatificazione di Giovanni della Croce e di Francesco Solano.
1700: inizia un nuovo secolo, detto "dei lumi", fondato sulla cultura della "ragione".
Il Giubileo è aperto da Innocenzo XII a cui è legata una delle maggiori opere
caritative di Roma: l'ospizio di san Michele a Ripa. Innocenzo però, muore prima della fine
dell'anno. Per la prima volta un Anno Santo viene turbato dalla morte del papa.
Gli succede Clemente XI. Molti pellegrini illustri giungono a Roma per l'evento giubilare.
Tra questi il Granduca di Toscana Cosimo III e la regina polacca Maria Cristina (o Casimira?),
vedova di Giovanni III Sobieski,
che entra a piedi nudi in San Pietro e in abito da penitente visita le chiese romane.
Un viaggiatore inglese scrive a proposito della devozione dei pellegrini:
"La folla continua a passare in ginocchio la Porta Santa di San Pietro con tale affluenza
che non sono ancora riuscito a farmi strada per entrare".
Il Giubileo del 1725 è fortemente segnato dalla figura
di Benedetto XIII,
che indice un Sinodo della provincia romana e stabilisce una serie di norme
per la preparazione spirituale dell'evento. I romani vedono il papa percorrere
le strade della città su modeste carrozze, salmodiare con devozione durante il tragitto
e trascorrere intere giornate in preghiera nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva,
retta dai padri Domenicani di cui era stato membro. Il papa
volle un Giubileo dal tono severo, senza luminarie e spettacoli, e che fosse curata
la predicazione nelle diverse chiese di Roma: a questo scopo, fece chiamare i più famosi
predicatori del tempo. Un fatto significativo è l'accoglienza riservata dai padri Mercedari
a 370 schiavi riscattati per l'Anno Santo. Per il Giubileo fu inaugurata
la stupenda scalinata della Trinità dei Monti in Piazza di Spagna.
Nella Bolla di indizione del Giubileo del 1750, Peregrinantes a Domino,
Benedetto XIV
sottolinea la necessità di fare penitenza perché l'Anno sia veramente "Santo":
anno di edificazione e non di scandalo. Il papa richiama il valore del pellegrinaggio
come superamento delle dimensioni quotidiane di peccato. Il Giubileo ha, così,
una forte caratterizzazione spirituale. Tra i predicatori più instancabili ed ascoltati
c'è Leonardo da Porto Maurizio, un francescano riformato: alle sue prediche in Piazza Navona
partecipa anche il papa. Padre Leonardo erige a Roma, durante l'Anno Santo, 572 croci,
la più celebre è quella innalzata in mezzo all'arena del Colosseo (dove vengono erette anche 14 edicole
per il pio esercizio della Via Crucis). Questa croce è venerata fino a oggi.
Clemente XIV promulgò il Giubileo per il 1775
(per la prima volta la Bolla di indizione del Giubileo è in italiano:
"L'Autore della nostra vita") e ne curò la preparazione con un ciclo di prediche, di processioni e di missioni
in alcune piazze romane. Vengono anche realizzate alcune opere pubbliche, tra cui il
restauro degli ospedali Santo Spirito e San Giovanni. Ma Clemente non poté aprirlo perché
morì tre mesi prima dell'apertura solenne (al quale provvide il nuovo pontefice Pio VI).
Appena eletto, in febbraio, Pio VI
apre la Porta Santa in San Pietro per il Giubileo più breve della storia.
Il Giubileo del 1775 è ricordato
anche per la presenza di un folto gruppo di Patriarchi e Vescovi cattolici di rito orientale.
A questo diciannovesimo Anno Santo parteciparono 300.000 pellegrini,
tra i quali Massimiliano d'Austria.
1800. Il Giubileo del nuovo secolo non viene celebrato a causa dei profondi
rivolgimenti che attraversano l'Europa a seguito della Rivoluzione francese.
Nel 1797 le truppe francesi occupano Roma e la città diviene il centro della Repubblica romana.
Il papa che avrebbe dovuto convocarlo, Pio VI,
muore esule nel 1799. L'anno giubilare trascorre così tra l'assenza forzata del papa da Roma,
le difficili
condizioni politiche generali, l'incertezza degli eventi bellici. L'insieme di questi
fattori non hanno permesso a Pio VII di pensare di celebrare
l'Anno Santo, neanche con ritardo.
Quello del 1825 è il ventesimo Anno Santo ed l'unico Giubileo celebrato nell'Ottocento.
Le cancellerie europee del periodo della Restaurazione vedono con preoccupazione la convocazione del Giubileo
per il notevole movimento di persone che avrebbe messo in moto. In un tempo di rivoluzioni
liberali e di cospirazioni ogni viaggiatore è considerato con sospetto,
le frontiere sono chiuse, le strade sorvegliate, gli ospizi scompaiono.
Eppure Leone XII lo ha voluto, organizzato e compiuto.
La Bolla di indizione fa riferimento alle difficoltà, ma allo stesso tempo pone
la celebrazione giubilare nel segno della gioia. Tra le novità, l'indulgenza concessa
a coloro che avrebbero venerato una delle icone più antiche del mondo, quella della
Madonna della Clemenza, del VII secolo, custodita nella basilica di S. Maria in Trastevere.
E' detto "Giubileo della restaurazione" perché vi parteciparono principi e
sovrani restituiti ai loro regni: Maria Teresa di Savoia, Maria Cristina Regina di Napoli e
l'Infanta di Spagna. Oltre mezzo milione di pellegrini giunse a Roma.
Leone XII sostituì per le consuete visite dei fedeli la basilica di
San Paolo fuori le mura, distrutta dall'incendio del 1823, con la basilica
minore di Santa Maria in Trastevere.
Il Giubileo del 1850 non fu né indetto, né celebrato a causa dalle vicende
della Repubblica Romana. Pio IX
è esule da qualche anno e rientra a Roma soltanto nell'aprile del 1850, troppo tardi
per indire l'Anno Santo. Il distacco del papa da Roma è la conseguenza di un vasto
fenomeno di agitazione generale che investe la città e gli Stati pontifici a partire dal 1848.
Sono i prodromi della cosiddetta questione romana, in cui veniva messo in discussione
il potere temporale del papa. Questo Giubileo non avvenuto lasciava aperta una domanda
per Pio IX e i suoi successori. Sarebbe stata possibile in futuro un'altra
celebrazione giubilare dal momento in cui veniva messo in discussione il potere temporale
del papa?
1875:
Roma è divenuta capitale d'Italia da qualche anno. Pio IX ha perso il potere temporale
sulla città e sugli Stati pontifici, ma decide di restare a Roma chiudendosi in Vaticano
e dichiarandosi "prigioniero del re". La Porta Santa di San Pietro rimase nuovamente chiusa,
come nel 1850. Pio IX, con la scadenza dell'Anno Santo, giudicò che non ci fossero
le condizioni per una regolare celebrazione dell'evento, ma volle comunque indirlo
in maniera nuova rispetto al passato. Il papa estese il Giubileo a tutto il mondo
cattolico e lo celebrò a Roma in forma ridotta inaugurandolo nella basilica
di San Pietro alla sola presenza del clero romano e senza l'apertura della Porta Santa.
Un Giubileo, quindi, a "porte chiuse".
Spettò a Leone XIII indire il ventiduesimo
Giubileo per il 1900. Dopo settantacinque anni si riapre la Porta Santa.
Leone XIII, il 24 dicembre 1899, può inaugurare il primo Anno Santo dopo la fine del potere
temporale del papa. Leone XIII, che si era pronunciato su una delle questioni centrali
del tempo, quella sociale, con la storica Enciclica Rerum novarum, teneva a riqualificare
la visibilità della Chiesa e del pontificato romano. Il Giubileo fu una di queste occasioni.
La preparazione logistica e l'organizzazione fu anche sostenuta, per la prima volta,
dal Governo italiano. L'apertura della Porta Santa avvenne in un clima di conciliazione
oltre che di solennità e di festa. Roma si popolò, per l'occasione, di pellegrini
da ogni parte del mondo.
Il Giubileo fu caratterizzato da sei beatificazioni e due
canonizzazioni (quelle di San Giovanni Battista de La Salle e di Santa Rita da
Cascia).
Il Giubileo del 1925 fu indetto da Pio XI
e la stampa italiana dette ampio spazio all'evento, mostrando così il nuovo clima di accordo
instauratosi a Roma. Pio XI diede, poi, al Giubileo un carattere spiccatamente missionario,
visto che le missioni costituirono uno dei grandi temi del suo pontificato.
A lui si deve la consacrazione dei primi vescovi cinesi.
Il Papa designò tre "cardinali legati" per l'apertura della Porta Santa nelle basiliche.
Esortò i fedeli a pregare per la pace tra i popoli al fine di lucrare le indulgenze.
L'anno giubilare fu anche coronato da una serie di solenni cerimonie religiose,
tra cui le più suggestive furono alcune canonizzazioni: quella di Teresa del Bambino Gesù,
il curato d'Ars e Giovanni Eudes. La partecipazione dei pellegrini fu impressionante:
quell'anno giunsero a Roma più di mezzo milione di persone da tutto il mondo.
1933
Il 24 dicembre 1932, Pio XI annuncia, tra la sorpresa generale, l'indizione di un
Anno Santo straordinario per il 1933: quello della Redenzione. Dopo aver istituito la
festa del Cristo Re e consacrato l'umanità al Sacro Cuore di Gesù, alla vigilia del
centenario della morte di Cristo il papa annuncia l'Anno Santo della Redenzione.
I tempi liturgici di questo Giubileo sono diversi rispetto agli altri: l'apertura della
Porta Santa è fissata la Domenica di Passione (e non la notte di Natale), mentre
la chiusura il Lunedì di Passione dell'anno successivo. Pio XI crea così un grande evento
religioso centrato sulla figura del Cristo Redentore. Questo Giubileo è la prima occasione,
dopo la fine del potere temporale, in cui alcune celebrazioni presiedute dal papa avvengono
all'esterno della basilica di San Pietro.
Nel 1950, pochi anni dopo la fine
della seconda guerra mondiale, Pio XII apre l'Anno Santo
in un orizzonte carico di tensione e con le ferite della
seconda guerra mondiale non ancora rimarginate. Un messaggio di pace è sotteso al
Giubileo del 1950. E' l'anno del "gran ritorno e del gran perdono" di tutti gli uomini,
anche i più lontani dalla fede cristiana.
Pio XII indica chiaramente le finalità del Giubileo: santificazione delle anime mediante
la preghiera e la
penitenza e l'incrollabile fedeltà a Cristo e alla Chiesa; azione per la pace e
tutela dei Luoghi Santi; difesa della Chiesa contro i rinnovati attacchi dei
suoi nemici e impetrazione della vera fede per gli erranti, gli infedeli e i
senza Dio; attuazione della giustizia sociale e opere di assistenza a favore
degli umili e dei bisognosi.
L'Europa è divisa in due e i cattolici dell'Est
non si possono recare a Roma. Nonostante queste difficoltà la partecipazione dei pellegrini
è straordinaria e l'udienza con il papa, a partire da questo Giubileo,
entra a far parte integrante della vita dei fedeli. Videre Petrum è stato l'obiettivo di molti.
Durante l'anno giubilare (il I novembre 1950) Pio XII proclama il dogma dell'Assunzione di Maria,
in Piazza san Pietro alla presenza di quasi cinquecentomila fedeli e di 622 vescovi.
In quest'anno santo vengono canonizzati Pio X e Maria Goretti.
Un altro aspetto significativo fu lo spettacolo offerto dai pellegrini.
Il loro esempio fu definito: "la più grande predica di questo secolo".
1975: "Ha ancora senso la celebrazione del Giubileo?". Era una domanda ricorrente tra i cattolici
nell'immediato postConcilio. Dopo il Vaticano II una celebrazione come quella giubilare
sembrava a molti anacronistica, legata a un'idea di cristianità medievale.
Paolo VI sentiva questi problemi, ma decise di non interrompere la tradizione dei Giubilei.
Il papa vide l'Anno Santo come occasione di rinnovamento interiore dell'uomo.
In occasione di questo Giubileo scrisse l'Esortazione Apostolica Gaudete in Domino,
con l'intenzione di porre le celebrazioni giubilari sotto il segno della gioia.
I tre punti fondamentali di questo Anno Santo sono: la gioia, il rinnovamento interiore
e la riconciliazione. Un osservatore laico della storia della Chiesa scrisse
a proposito del Giubileo del 1975: "fu un grande successo".
I pellegrini furono quasi 9 milioni.
Nel 1983 Giovanni Paolo II
indisse il ventisettesimo Giubileo, indicandolo nella bolla
"Aperite portas Redentori" come anno straordinario per i 1950 anni dalla redenzione.
Sempre Giovanni Paolo II proclamò
il Grande Giubileo del 2000. La maggiore innovazione in questo Giubileo fu l'aggiunta di molti Giubilei particolari
per vari gruppi di persone e fu celebrato simultaneamente a Roma, in Terra santa e in molte altre parti del mondo.
I preparativi per il Grande Giubileo iniziarono quando papa Giovanni Paolo II emise la sua lettera apostolica
Tertio Millennio Adveniente (dal latino: "All'approssimarsi del Terzo Millennio") il 10 novembre 1994.
Nella lettera, egli invitava la Chiesa a iniziare un periodo di tre anni di intensi preparativi per la celebrazione del terzo millennio cristiano.
Il primo anno, il 1997, fu caratterizzato da un'esplorazione della Persona di Gesù.
Il secondo, il 1998, dalla meditazione sulla Persona dello Spirito Santo.
Il terzo, il 1999, dalla meditazione sulla Persona di Dio il Padre.
La convocazione formale dell'anno santo arrivò attraverso la bolla papale di indicazione, Incarnationis Mysterium
(dal latino: Mistero dell'Incarnazione), il 29 novembre 1998. Nella bolla, il papa indicava il suo desiderio di guidare
la Chiesa dentro il Grande Giubileo sin dall'inizio del suo pontificato.
Insistette sul carattere ecumenico di questo evento che coinvolgeva cioè non solo i cattolici ma tutti i cristiani e il mondo intero.
Le varie chiese e basiliche di Roma approfittarono del giubileo per eseguire lunghe e necessarie riparazioni.
La facciata della basilica di San Pietro in Vaticano ebbe l'impalcatura per mesi per rimuovere accuratamente la sporcizia di secoli.
La Santa Sede dispose anche la costruzione di un imponente parcheggio coperto sotto il colle del Gianicolo,
al fine di ospitare tutti gli autobus previsti in arrivo, costruzione che rimase bloccata per qualche tempo in seguito
alla scoperta di mosaici risalenti al periodo imperiale in sale sconosciute fino ad allora localizzate sotto il colle.
I mosaici furono trasferiti in modo da permettere il completamento del parcheggio in tempo per il giubileo.
L'inno ufficiale del Grande Giubileo del 2000 fu il brano Gloria a te Cristo Gesù, composto da Jean-Paul Lécot
e presentato per la prima volta al pubblico da Andrea Bocelli.
Il logo del Giubileo venne selezionato nel 1996 tramite un concorso pubblico: vinse la proposta di Emanuela Rocchi,
classe 1974, romana, all'epoca allieva della Scuola dell'Arte della medaglia dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Il simbolo presentava cinque colombe policrome stilizzate e unite in una figura unica (rappresentazione dei cinque continenti terrestri),
sovrapposte a una croce anch'essa policroma (che idealmente "sostiene" le colombe)
e ad un cerchio azzurro (rappresentazione dell'universo); attorno a tale emblema è riportato
il motto dell'anno giubilare (Christus heri, hodie, semper, ovvero "Cristo ieri, oggi, sempre")
e, all'esterno dell'insieme, la scritta Iubilaeum A.D. 2000.
Il Piviale giubilare indossato da Giovanni Paolo II per l'apertura della Porta Santa,
in colori smaglianti (grazie all'uso del lurex) era stato realizzato a Prato ed è oggi esposto al Museo del Tessuto.
Le condizioni per ottenere l'indulgenza erano state largamente semplificate rispetto agli anni precedenti:
le normali condizioni di confessione, eucaristia, preghiera per il papa e rinuncia all'attaccamento al peccato erno rimaste invariate
ma, a differenza dei precedenti giubilei, bastava visitare solo una singola chiesa in un singolo giorno.
L'indulgenza poteva essere ottenuta a Roma visitando una delle quattro basiliche patriarcali,
la Basilica di San Pietro, San Giovanni Laterano, San Paolo fuori le mura o Santa Maria Maggiore,
come pure visitando il Santuario della Madonna del Divino Amore, la Basilica di San Lorenzo fuori le mura o le catacombe cristiane di Roma.
Durante la visita, il pellegrino doveva prendere parte alla celebrazione eucaristica o trascorrere mezz'ora in adorazione eucaristica.
L'indulgenza si poteva ottenere anche in Terra Santa visitando la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, la Chiesa della Natività a Betlemme, o la Chiesa dell'Annunciazione a Nazaret.
Inoltre, il giubileo fu esteso a tutte le diocesi del mondo.
Una visita alla cattedrale, chiesa o un altro santuario indicato dal vescovo sarebbe stata sufficiente per ottenere l'indulgenza del Giubileo.
Suore e frati di clausura potevano ottenere l'indulgenza presso le loro cappelle.
Infine, l'indulgenza poteva essere ottenuta attraverso il sacrificio personale o opere di carità.
Furono specificatamente citati come sacrifici, smettere di fumare o bere alcool per almeno un giorno o fare una donazione per aiutare il povero.
Il Giubileo del 2000 è ricordato come uno dei più riusciti degli ultimi decenni.
Per tutto l’anno Giovanni Paolo II compì diversi pellegrinaggi e gesti simbolici non previsti dalle pratiche usuali dei festeggiamenti.
Uno degli eventi principali del Giubileo fu lo svolgimento della Giornata Mondiale della Gioventù a Roma, fra il 15 e il 20 agosto:
parteciparono più di due milioni di giovani cattolici, che negli ultimi due giorni si riunirono nella zona
di Tor Vergata per una lunga veglia di preghiera. In quell’occasione, i giornali italiani si riferirono ai giovani
con il nome di “Papaboy”, espressione in uso ancora oggi, ma che oggi indica soprattutto i sandali di gomma allora diffusissimi ai piedi
dei giovani pellegrini.
Nel 2015/2016 papa Francesco indisse un giubileo straordinario
per il 50º anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II.
Quel giubileo vide per la prima volta presenti il Papa regnante e un Papa emerito.
Infatti, alla cerimonia di apertura della Porta Santa l'8 dicembre 2015 presieduta da papa Francesco,
partecipò anche il papa emerito Benedetto XVI, che ha attraversato la porta dopo il papa regnante ma prima degli altri.
Il Giubileo del 2025, anche detto Giubileo della Speranza, fu il venticinquesimo giubileo universale
ordinario della storia della Chiesa cattolica. L'organizzazione del Giubileo, per volontà di papa Francesco,
fu stata affidata al Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione,
presieduto da monsignor Rino Fisichella (lo stesso che invitava a contestualizzare la bestemmia di Berlusconi
in una delle sue magnifiche barzellette).