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La ''CIRCOLARE'' di Roma |
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Introduzione
Alla fine degli anni Quaranta il cinema italiano divenne famoso per la descrizione realistica delle lotte e degli stratagemmi che le classi più povere mettevano in atto per fronteggiare le miserie morali e materiali causate dalla guerra. Mentre i più noti film di Roberto Rossellini e Vittorio de Sica raccontavano i tragici aspetti del dopoguerra, altri film trattavano gli stessi soggetti in maniera più leggera. Queste commedie erano di solito ambientate a Roma anche per ragioni economiche, dal momento che l'industria del cinema aveva ed ha sede a Roma. Una situazione spesso ritratta in queste commedie è un tram affollato.
In verde brillante: il tratto esistente della Circolare: tram N° 3 Per definizione il tram di Roma è la Circolare Esterna che corre vicino alle antiche mura da Castel Sant'Angelo (A in pianta) a Porta Maggiore (B in pianta) via Porta S. Paolo (C in pianta), per poi attraversare i quartieri di fine XIX/inizio XX secolo a S. Lorenzo Fuori le Mura (D in pianta). Negli anni Sessanta i tram furono rimpiazzati dai bus e solo nel 1990 ritornarono in voga dato che non inquinano, ma nel frattempo alcune linee erano state smantellate. Oggi la Circolare Esterma è servita da tre linee: Linea 3 (tram) (in verde nella pianta) da Porta Portese a Piazza Thorvaldsen (nella parte nord di Villa Borghese); Linea 19 (tram) da Piazza Thorvaldsen a Piazza Risorgimento (vicino a Porta Angelica); Linea 23 (bus) da Piazza Risorgimento a Porta Portese. La linea 3 tra Porta Portese e Porta Maggiore è quasi un giro turistico di Rome: l'itinerario comprende l'attraversamento del fiume al vecchio porto di Ripa Grande, Porta S. Paolo, le rovine delle Mura Serviane, il Circo Massimo, S. Gregorio al Celio, SS. Giovanni e Paolo, Colosseo, S. Clemente, SS. Pietro e Marcellino, S. Giovanni in Laterano, and S. Croce in Gerusalemme. Questa pagina tratta di alcuni edifici interessanti nella parte dell'itinerario fuori delle antiche mura. Via Tiburtina (N. 1 in pianta)
Casa in Via Tiburtina Questo piccolo edificio attrae l'attenzione del passante per la sua finta finestra che mostra una famiglia sorridente. I personaggi sono vestiti in costumi tradizionali che già non erano più in uso quando fu costruita la casa agli inizi del XX secolo. Piazza Galeno (N. 2 in pianta)
Villino Ximenes in Piazza Galeno Ettore Ximenes (1855-1925) fu uno scultore noto per i suoi monumenti celebranti eroi nazionali (Garibaldi a Milano, il Generale Belgrano a Buenos Aires, Giovanni da Verrazzano a New York, lo zar Alessandro II a Kiev). Con i soldi guadagnati si costruì una casa che denota la sua predilezione per l'uso di simboli che rappresentano idee (previdentemente non si affidò solo all'intuizione dello spettatore ma aggiunse alcune frasi di aiuto). I quattro orologi in cima alle torrette sono un incitamento a non sprecare il tempo perché Ruit Hora.
Particolare del fregio L'ampio fregio mostra una scena complessa: le varie generazioni pagano tributo all'altare delle arti (Ara Artium): l'uomo primitivo in ginocchio è seguito da un Egiziano, quindi da un Assiro, e dietro di lui Greci, Romani, etc... Piazza Buenos Aires (No. 3 in pianta)
Ingresso al Quartiere Coppedè Gino Coppedè (1886-1927) ricevette l'incarico di progettare 20 edifici in un'area da poco urbanizzata. I suoi lavori sono un esempio dell'eclettismo che caratterizzò gli inizi del XX secolo (eclettismo=ispirarsi liberamente a varie fonti). L'ingresso al nuovo complesso è colossale con una sorta di ponte che collega due grossi edifici. La decorazione del ponte comprende uno stemma della famiglia Medici (estintasi nel 1737 e quindi impotente a lamentarsi), teste di leoni e di cavalli, affreschi, festoni con maschere antiche e lampade a olio.
Villino delle Fate Uno degli edifici è noto come Villino delle Fate per la sua stravagante decorazione: l'immagine sopra mostra una scala gotica, l'angolo fiorentino, l'angolo venezino.
Fontana in Piazza Mincio La fontana al centro della piazza ci ricorda la Fontana delle Tartarughe, con le rane al posto delle tartarughe.
Particolari Gli edifici erano destinati alle nuove classi emergenti i cui membri erano molto affezionati ai simboli nobiliari e così spesso la decorazione mostra degli stemmi araldici. Le api sono un riferimento allo sviluppo industriale della campagna e le ruote che formano il capitello di alcune colonne costituiscono un accenno analogo, mentre la testa di ariete è più Egiziana che Romana. Coppedè e i suoi committenti avevano anche una certa simpatia per i leoni Assiri. Nel disegno di alcune finestre l'architetto cercò di combinare riferimenti alle finestre di Palazzo Nonfinito a Firenze (clicca qui) e a quelle di alcuni palazzi Romani (clicca qui). Piazza Thorvaldsen (Nn. 4 e 5 in pianta)
Galleria d'Arte Moderna e "Giasone" di Bertel Thorvaldsen Nel 1911, per il 50° anniversario del Regno d'Italia, Roma vide il completamento di diversi palazzi compresa la Galleria Nazionale d'Arte Moderna, un museo dedicato agli artisti italiani del XIX e del XX secolo. Moltri altri edifici ostentati dello stesso periodo furono posizionati in luoghi storici di Roma ed appaiono fuori contesto, mentre questa galleria disegnata da Cesare Bazzani in uno spazio aperto appena fuori di Villa Borghese guadagna parecchio dal suo isolamento. La foto mostra in primo piano un'opera di Jacques Lipchitz (1891-1973). L'ultima fermata del tram è in una piazza dedicata a Bertel Thorvaldsen (1770-1844), lo scultore danese che visse e lavorò a Roma per quarant'anni (1797-1837). E' ricordato da una copia in bronzo della statua grazie alla quale ottenne i suoi primi riconoscimenti. La statua rappresenta Giasone e fu modellata in plastilina nel 1802 (la statua di marmo fu completata solo nel 1828). Il corpo è mostrato frontalmente mentre la faccia è voltata e ne vediamo il profilo: questa postura era in linea con i canoni del Neoclassicismo, che predicava viste frontali o laterali, ma la combinazione delle due sembra influenzata dalla grande conoscienza dell'arte Egiziana che originò dalla spedizione di Napoleone in Egitto nel 1799. |