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Porto di Ripa Grande
(Libro V) (Pianta C3) (VI giorno)
In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
Ospizio di S. Michele
La Tavola (No. 97)

La via tradizionale per portare le merci e i cibi a Roma era lungo il Tevere
da Ostia. Roma antica aveva sulla riva sinistra dei magazzini in cui depositare grano,
olio e marmi provenienti dalle province.
Innocenzo
XII costruì sulla riva destra
"la Dogana da riporvi le merci che sogliono pagare il dazio, ed il comodo per i ministri"
per il traffico proveniente da Civitavecchia e
Terracina.
Vasi mostra Ripa Grande anche nella tavola 98.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto.
Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a:
1) Ospizio di S. Michele; 2) Dogana principale; 3) Dogana per le navi; 4) Granai; 5)
Via Portuense; 6) Rovine del
Ponte Sublicio; 7) Vecchia dogana.
 
Oggi

Con la costruzione dei murazzi per prevenire le alluvioni e con l'inizio dell'era
ferroviaria il Tevere ha perso la sua funzione di via di transito.
Le dogane furono sacrificate alle necessità del traffico: fu costruito
un nuovo ponte (chiamato Sublicio come l'antico ponte Romano) per collegare il Testaccio a Porta
Porte(n)se. I granai furono demoliti o trasformati in botteghe.
Ospizio di S.
Michele

Il grande edificio che si sporge sul fiume fu costruito da Innocenzo XI e ingrandito dai
Papi della prima metà del XVIII secolo. Serviva a differenti scopi:
orfanotrofio, riformatorio e fabbrica. Gli stemmi in facciata sono andati perduti, ma non alcune
delle decorazioni. Il cortile interno conserva memorie dei Papi (busto di Clemente XI).
La grata di ferro per finestra che si vede sullo sfondo di questa pagina è sempre un omaggio
a quel papa.
Oggi l'edificio ospita l'Istituto
Italiano del Restauro ed è di tanto in tanto usato per mostre.

Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:
Ospizio
di s. MicheleSotto Innocenzo XI. ebbe principio questo
grande ospizio l'anno 1686. affine di dare ricovero ai poveri
fanciulli mendicanti per la Città, e di levarli dall'ozio. Perciò vi
sono delle botteghe, e maestri per tutte le arti specialmente de'
lavori di lana, e di arazzi; evvi ancora lo studio delle lettere,
della musica, e del disegno colla stamperia di caratteri, e di rami;
e per quelli, che non hanno volontà di far bene, vi è la casa di
correzione, con tutte le sorte di gastighi. Clemente XI. accrebbe
molto la fabbrica col disegno di Mattia de' Rossi, e di Francesco
Fontana, aggiungendovi l'ospizio de' vecchi, ed invalidi dell'uno, e
dell'altro sesso, eretto, come diremo, nella giornata seguente, da
Sisto V. presso ponte Sisto. E finalmente Clemente XII. vi fece le
carceri per le donne insolenti, che meritano la galera, o altra pena
per i loro misfatti. Presedono a questo grande ospizio due Cardinali
con alcuni nobili Deputati, e una famiglia di religiosi delle scuole
Pie vi abita per insegnare a quei fanciulli, non solo le lettere, ma
ancora i buoni costumi, ed il santo timor di Dio. Porta un tal
nome quest'ospizio, da una cappella, che quivi era dedicata a s.
Michele Arcangelo. Altra cappella fuvvi ancora dedicata alla ss.
Vergine, che da' marinari dicevasi del buon Viaggio; prima però
dicevasi della Torre, per quella, che quì fatta aveva s. Leone IV.
circa l'anno 848. per impedire le scorrerie de' saracini, che spesse
volte venivano per fiume a danneggiare la Città. In memoria di ciò,
e per comodo de' marinari fu fatta nel medesimo ospizio una cappella
con tre altari, che corrisponde nel gran
Porto
di Ripa GrandeIncontro agli antichi navali fu fatto il
moderno sbarco delle navi, che vengono dal mare, per maggiore comodo
dell'abitato di Roma, oggi disceso buona parte nel basso. Il
Pontefice Innocenzo XII. dopo aver fatto ridurre la spiaggia comoda
allo sbarco col disegno di Mattia de' Rossi, e di Carlo Fontana,
fecevi ancora la Dogana da riporvi le merci che sogliono pagare il
dazio, ed il comodo per i ministri.
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