Chiesa di S. Maria Maddalena (Libro VII) (Pianta C2) (IV giorno) (Rione Sant'Eustachio)

In questa pagina:
 Tavola di Giuseppe Vasi
 Com'è oggi
 S. Maria Maddalena
 Collegio Capranica
 S. Maria in Aquiro
 S. Salvatore alle Coppelle
 Piazza delle Coppelle

La Tavola (No. 138)

La chiesa di S. Maria Maddalena fu completata nel 1735. La sua ricca decorazione è il miglior esempio di Rococò a Roma, ma non fu molto ammirata. Vasi spende le due pagine dedicate a questa tavola a raccontare la vita dell'Ordine, ma non dice quasi nulla sulla chiesa.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto. Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riderimento a : 1) S. Maria Maddalena; 2) Strada che porta alle the monache di Campo Marzio; 3) Strada che porta al Collegio Capranica. La piantina riporta anche 4) S. Maria in Aquiro; 5) Collegio Capranica; 6) S. Salvatore alle Coppelle; 7) Piazza delle Coppelle. La linea punteggiata nella piantina segna il confine fra Rione Sant'Eustachio (a sinistra), Rione Pigna (in basso a destra) e Rione Colonna (in alto a destra).

Oggi

La piazzetta è rimasta intatta, a parte qualche negozietto.

S. Maria Maddalena

La chiesa è vicina al Pantheon, ma fuori degli itinerari turistici, che di solito suggeriscono di arrivare a Piazza Navona passando per Piazza de' Crescenzi.  Si può considera l'apice dell'iperdecorativismo a Roma. Uno stile più sobrio finì per prevalere e nel XIX secolo questa facciata era considerata un esempio di cattivo gusto.

Collegio Capranica

Vasi segna nella tavola la strada che porta al Collegio Capranica, costruito dal Cardinal Domenico Capranica nel 1457 per promuovere gli studi ecclesiastici. Nel 1527 gli studenti del Collegio morirono combattendo contro le truppe mercenarie di Carlo V a Porta S. Spirito, permettendo così a Clemente VII di rifugiarsi in Castel S. Angelo. Il palazzo conserva alcune belle finestre, sia in stile Guelfo che Gotico. L'entrata di sinistra (in cima alla quale si possono ancora indovinare gli stemmi del Cardinal Capranica e di Papa Nicolò V) immette nel tuttora esistente Collegio Capranica, quella di destra in un cinema che ha sostituito un precedente teatro.

S. Maria in Aquiro

Una chiesa fu costruita in questo posto nel V secolo a spese di Ciro, dal quale la chiesa fu detta "a ciro", da cui Aquiro. L'attuale facciata fu completata nel 1774 da Pietro Camporese. L'interno fu interamente ridisegnato nel 1866; vi si può trovare il bel Monumento all'Arcivescovo Carlo di Montecatini, di Domenico Guidi. Da qui una stradina porta in Piazza di Pietra. Il nome di "Via della spada d'Orlando" si riferisce al leggendario tentativo di Orlando di rompere la sua spada scagliandola contro una roccia. Questo mostra come si perse nel Medio Evo il ricordo dell'Antica Roma: il pezzo di marmo con la frattura provocata dalla spada altro non è che un pezzo di colonna del tempio dedicato da Adrianus a Matidia, sua suocera.

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S. Salvatore alle Coppelle

La chiesa prende il nome dai Cupellari, i costruttori delle botticelle (cupellae) usate per conservar l'acqua, che avevano le loro botteghe nella zona. Col nuovo acquedotto costruito da Sisto V e Paolo V questo commercio fu abbandonato ma il nome indica tuttora la chiesa e la strada. La chiesa fu interamente ricostruita nel XVIII secolo e fu affidata ad una confraternita incaricata di assistere i forestieri malati. Una specie di buca da lettere sul muro laterale della chiesa conserva l'iscrizione del 1750 che invitava i locandieri a fornire i nomi dei forestieri bisognosi di assistenza.
Dentro la chiesa si puo ammirare il bel Monumento al Cardinal Giorgio Spinola, di Bernardino Ludovisi. Dal 1913 S. Salvatore alle Coppelle è la chiesa della comunità Rumena a Roma.

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Piazza delle Coppelle

In una piazzetta nascosta dietro la chiesa vi è un bell'edificio del tardo XVIIIth secolo. La sua decorazione generica senza specifici riferimenti araldici indica che fu diviso in appartamenti e affittato. La madonnella è una copia di un dipinto di Pierre Mignard (1612-95) che trascorse più di 20 anni a Roma prima di tornare a Parigi e diventare un famoso ritrattista alla corte di Luigi XIV.

Brano dell'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Chiesa di s. Salvatore delle Cupelle
Dell'antichità di questa chiesa solamente si conserva il piccolo campanile alla gotica, e della moderna magnificenza non vi e altro, che un deposito ornato di marmi, sculture, e metalli dorati lavorato da Bernardino Ludovisi. Indi ritornando nella strada a sinistra, si vede la nuova
Chiesa di s. Maria Maddalena e Convento de' Ministri degl'Infermi
Quanto ricca è questa chiesa di pitture, marmi, e stucchi dorati, altrettanto giocoso è il suo disegno, ancora del prospetto. Ed è ornata di bellissimi altari, di statue, bassirilievi, e pitture di buona mano: il s. Lorenzo Giustiniani è di Luca Giordani, il s. Cammillo de Lellis di Placido Costnzi, le pitture a fresco del Cav. Conca, e li due laterali di suoi allievi. La s. Penitente sull'altare maggiore è di Alessandro Costanzi, ed il s. Niccolò di Bari è del Baciccio: è poi riguardevole l'organo collocato sopra la porta, per li molti registri, che vi si suonano; non già le pitture nella tribuna e volta.
Chiesa di s. Maria in Aquiro, e collegio Capranica
Dopo il vicolo a sinistra della divisata chiesa, siegue il collegio Capranica eretto l'an. 1400. da un Cardinale di tale antichissima famiglia in una parte del proprio palazzo, e però vanta il primato tra tutti i collegi di Roma.
A fianco evvi la chiesa di s. Maria in Aquiro, eretta da Anastasio I. circa l'anno 400. sopra le rovine di un tempio antico creduto di Giugurta, e fu riedificata dal Card. Ant. Maria Salviati, il quale nel 1591. vi aggiunse la casa per li fanciulli orfani raccolti da s. Ignazio di Lojola, ed insieme il collegio per quelli, che volessero studiare le lettere. Il s Carlo, che sta nella primi cappella della chiesa, è di un Lombardo; il quadro nella seconda è di Francesco Pavone, le pitture a fresco nella terza sono di Carlo Veneziano, il quadro sull'altare però è creduto del Nappi. L'architettura dell'altare maggiore è di Mattia de Rossi, ed il quadro, di Carlo Maratta. Le pitture della passione nella penultima cappella sono di Gio: Batista Speranza, ed il quadro con i laterali sono di Gherardo Fiammingo.
Si disse questa chiesa in Equiro, o Aquiro forse dagli archi del acqua vergine, che quivi passando andavano, a finire, come dicemmo; presso la chiesa di s. Ignazio; perciò si crede dal Nardini, che qui giungesse almeno uno de' portici de' Septi, che poi vi furono fatti da Lepido, e da Agrippa, in cui facevasi una continua fiera, e mercato di preziose merci.

Prossima tavola nel Libro VII: Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio
Prossima tappa nell'itinerario del IV giorno: Seminario Romano