Statue oranti

Questa pagina parla di sculture barocche di un genere particolare: sono monumenti funerari, di solito collocate sulle pareti di Cappelle e mostrano il defunto in atto di preghiera dietro un inginocchiatoio.
Qui sotto un famoso esempio di queste sculture in Cappella Cornaro in S. Maria della Vittoria,dove Gian Lorenzo Bernini ritrasse i membri della famiglia Cornaro.


Cappella Cornaro in S. Maria della Vittoria

I busti in atto di preghiera divennero piuttosto comuni nel XVII secolo in molti paesi europei. La novità di mostrare non tanto il busto del defunto, quanto dietro ad un inginocchiatoio (o solo appoggiato sopra di esso), fu introdotta da Alessando Algardi nel suo Monumento al Cardinal Garcia Millini in S. Maria del Popolo.


Monumento al Cardinal Garcia Millini (1638) di Alessandro Algardi in S. Maria del Popolo e Monumento a Virginia Primi Bonanni (1648) di Giuliano Finelli in S. Caterina da Siena a Magnanapoli

Algardi non scolpì l'inginocchiatoio, ma guardando la statua abbiamo l'impressione che sia intera e che ne vediamo solo la parte superiore. Il Cardinale è ritratto col suo libro di preghiere nell'atto di battersi (delicatamente) il petto. L'idea suggerita da questo monumento venne subito sviluppata in modo più chiaro, di solito scolpendo un cuscino prima del busto: lo si può vedere in un monumento di Giuliano Finelli in S. Caterina da Siena a Magnanapoli. Finelli, che iniziò la sua carriera con Gian Lorenzo Bernini, la concluse aderendo alle raccomandazioni dell'Accademia di S. Luca per l'arte "classica". Gian Lorenzo Bernini si servì di questo genere di sculture nella progettazione della Cappella Raimondi a S. Pietro in Montorio e della Cappella Cornaro a S. Maria della Vittoria.


Monumento a Gabriele Fonseca (1661) di Gian Lorenzo Bernini in S. Lorenzo in Lucina, Monumento a Johannes Savenier (1638) di Alessandro Algardi e Monumento a Gualtiero Gualteri de Castro (1659) di Ercole Ferrata in S. Maria dell'Anima

Bernini scolpì personalmente il Monumento a Gabriele Fonseca, un ricco dottore Portoghese, in S. Lorenzo in Lucina. È un ritratto pieno di vita, tipico della scultura del Bernini.
Nella chiesa di Santa Maria dell'Anima possiamo confrontare un'opera di Alessandro Algardi, il leader della scuola classica, con un'opera di Ercole Ferrata, uno dei migliori allievi del Bernini. L'intensa devozione del giovane, rappresentato in modo molto classico, (a sinistra/Algardi) rende un po' melodrammatico l'atteggiamento del cardinale (a destra/Ferrata).

In alcuni monumenti in grandi cappelle o nelle navate della chiesa vediamo una scultura a figura intera o per essere più precisi un altorilievo a figura intera. Il monumento al cardinale Pimentel in S. Maria sopra Minerva fu progettato da Gian Lorenzo Bernini ed eseguito dai suoi allievi. Questa posizione del defunto riapparirà nel Monumento ad Alessandro VII del Bernini.


Monumento (a sinistra) al Cardinal Domenico Pimentel (1654) scolpito da Ercole Ferrata e progettato da Gian Lorenzo Bernini in S. Maria sopra Minerva; Monumento (al centro) al Cardinal Marzio Ginetti (1675) di Antonio Raggi in S. Andrea della Valle e Monumento (a destra) all'Arcivescovo Carlo di Montecatini (1699) di Domenico Guidi in S. Maria in Aquiro

Come in molti altri casi i temi e le idee suggerite dal Bernini furono utilizzate da altri architetti e scultori. Carlo Fontana progettò la Cappela Ginetti in S. Andrea della Valle e chiese ad Antonio Raggi, allievo del Bernini, di ritrarre il Cardinal Ginetti in una posa molta simile a quella del Cardinale Pimentel.
Domenico Guidi è uno dei pochi scultori del XVII secolo che non lavorarono per Bernini. Era l'allievo preferito di Alessandro Algardi e alla sua morte ereditò i suoi "clienti". Per molti anni ebbe un sacco di commesse e offrì i suoi servizi a prezzi molto competitivi. Un suo monumento può essere visto in S. Maria in Aquiro.

Nella chiesa di Gesù e Maria i monumenti funerari della famiglia Bolognetti sono nella navata. Giorgio Bolognetti, vescovo di Rieti, aveva così tanto contribuito alle spese per la decorazione della chiesa che gli fu concesso di erigere i monumenti funebri per la sua famiglia nella navata: per questa ragione la chiese venne anche chiamata il Cappellone .


Monumento a Ercole e Giovan Luigi Bolognetti (1686) di Lorenzo Ottoni nella Chiesa di Gesù e Maria

La distanza dall'altare, tuttavia, influisce sull'effetto dei monumenti e i familiari di monsignor Bolognetti sembrano più coinvolti in conversazioni sociali tra loro che intenti a pregare. Il monumento è di Lorenzo Ottoni, allievo di Ercole Ferrata, le cui opere si trovano in molte città dello Stato pontificio. In generale, egli mostrava stretti legami con la scuola del Bernini, ma era anche influenzato dalla crescente rilevanza degli artisti francesi e più in generale della Francia nella società romana, come possiamo vedere in un altro monumento nella piccola chiesa di S. Maria in Publicolis.


Monumento al Marchese Antonio Publicola Santacroce e a sua moglie Girolama Nari (1709) di Lorenzo Ottoni in S. Maria in Publicolis

La chiesa divenne una sorta di cappella di famiglia del Marchese Santacroce, che viveva nelle vicinanze. Come si può vedere, si vestiva alla francese e indossava una parrucca. Mentre la marchesa è ritratta in un atteggiamento molto rigido, il marchese si batte il petto come i cardinali dell'Algardi e di Ferrata.

Il XVIII secolo fu un periodo molto disincantato, anche a Roma. Gli atti di contrizione non erano più popolari e i ricchi erano più interessati ai minuetti. Lo si vedeva anche nei monumenti funebri.


Monumenti a Giovanni Andrea Giuseppe Muti e a Maria Colomba Vincentini Muti (1725)di Bernardino Cametti in S. Marcello

Giovanni Andrea Muti e sua moglie possedevano un palazzo vicino alla chiesa dei SS. Venanzio e Ansovino, ma preferirono costruirsi la cappella nella più affascinante chiesa di S. Marcello al Corso. I monumenti progettati per il Muti da Bernardini Cametti sono formalmente molto simili a quelli costruiti nel XVII secolo, ma lo spirito è diverso. Lo spettatore ha l'impressione che il marito stia invitando la sua timida moglie a ballare.

In generale il periodo barocco a Roma è considerato chiuso entro il 1750, quindi Paolo Posi che lavorò a Roma principalmente dopo il 1750 non è menzionato in molti libri e saggi sulla Roma barocca: progettò tuttavia alcuni monumenti funebri che per l'uso del colore e materiali diversi appartengono alla tradizione barocca: in particolare il suo monumento a Maria Flaminia Odescalchi Chigi del 1771 può essere considerato l'ultima tomba barocca a Roma.


Monumento al Cardinal Pier Luigi Carafa (1759) di Paolo Posi e Pietro Bracci in S. Andrea delle Fratte

Paolo Posi non era uno scultore, ma piuttosto un tipo particolare di architetto nel senso che progettava architetture effimere per le celebrazioni. Il monumento al cardinale Carafa in S. Andrea delle Fratte fu progettato da lui, ma la statua del cardinale fu scolpita da Pietro Bracci.


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