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Altorilievi Barocchi
L'uso di altorilievi in marmo od in bronzo nella decorazione di porte,
monumenti, fontane, facciate e chiese era assai diffuso nella Roma del XVII secolo
e si basava sia sulla classica (Colonna di Trajano) sia sui modelli
Rinascimentali (Ghirlandaio, Donatello). Tuttavia il fatto che
Michelangelo, considerato lo scultore supremo, avesse usato l'altorilievo solo nelle sue
prime oper, relegava questo genere di scultura a livello di un'arte minore.
Gian Lorenzo Bernini condivideva questa opinione e i rilievi suoi o progettati da lui
e realizzati da altri ebbero un ruolo complementare in una più complessa opera d'arte
(altorilievi nella Cappella Raimondi e nella
Cappella Cornaro).
Algardi divise la scena in tre parti: il Papa e il suo corteo,
Attila e gli Unni e sopra di loro S. Pietro e S. Paolo che discendono armati
dal cielo. Il Papa e Attila sono statue pienamente tridimensionali
mentre gli altri personaggi hanno maggiore o minore rilievo per dare un senso
di profondità.
Borromini chiese ad Algardi di occuparsi delle pale d'altare in marmo di
cinque cappelle (compresa la principale). Algardi morì nel 1654 e le pale furono
progettate ed eseguite da Domenico Guidi, un allievo di
Algardi, e da altri scultori che lavorarono spesso anche con Gian Lorenzo
Bernini (Ferrata, Caffà, Raggi). Le scene di questi rilievi hanno elementi
architettonici (gradini, colonne) che aiutano nell'attribuire una scala differente
alle figure. L'influenza di Bernini is particolarmente visibile
visible nei corpi magri e nel drappeggio animato. Il rilievo di
Melchiorre Caffà si ispirava chiaramente alla statua gigantesca di S. Longino del
Bernini.
Per quasi un secolo le cappelle più sfarzose ebbero pale d'altare in marmo.
Antonio Raggi nelle sua pala in S. Andrea della Valle mantenne la tripartizione della scena
fatta da Algardi. Melchiorre Caffà fece un tentativo di combinare
Algardi con Bernini nel progetto di una pala d'altare in S. Caterina a Magnanapoli:
l'uso di marmi differenti, le teste dei cherubini, le nuvole sono tutti riferimenti
alle opere di Bernini.
Verso la fine del '600 cominciò a prevalere un disegno più sobrio. Questo fu in parte dovuto
all'influenza degli scultori francesi che dopo aver studiato all'Accademia di Francia
sceglievano di vivere e lavorare a Roma. Essi possono essere considerati
scultori romani barocchi, con una inclinazione per Algardi piuttosto che per Bernini.
i rilievi di Pierre Monnot nella Cappella di S. Giuseppe (opposta a quella del Bernini:
Cappella Cornaro)
in S. Maria della Vittoria sono certamente un omaggio ad Algardi .
Pierre Le Gros fu il progettista di una pala d'altare molto creativa dove un quadro
(un'immagine sacra) era inserito in un altorilievo. Essa mostra che l'interesse di
sperimentare nuove maniere di combinare architettura, pittura e sculura era vivo
nella prima parte del '700.
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