Chiesa di S. Carlo ai Catinari
(Libro VII) (Pianta C3) (VII giorno)
(Rione Sant'Eustachio), (Rione Sant'Angelo) e (Rione Regola)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi (S. Anna dei Falegnami/S. Elena dei Credenzieri)
S. Carlo ai Catinari
Cappella di S. Cecilia
Palazzo Santacroce
Casa di Alessandro Gancia
Chiesa di Gesù Nazzareno o dei Santi Cosma e Damiano dei Barbieri e Palazzo Cavallerini
Palazzo Boccapaduli

La Tavola (No. 136)

La chiesa è dedicata a S. Carlo Borromeo ma il riferimento ai Catinari è dovuto alle numerose botteghe che producevano e vendevano botticelle. La vista è presa dal punto segnato in verde nella pianta del 1748, sotto. Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a: 1) S. Carlo de' Catinari; 2) Monastero delle Monache di S. Anna; 3) Strada dei falegnami; 4) Strada che porta a Piazza Giudia; 5) Palazzo Mattei. La piantina riporta anche 6) Palazzo Santacroce; 7) Casa di Alessandro Gancia; 8) Chiesa di Gesù Nazzareno o dei Santi Cosma e Damiano dei Barbieri; 9) Palazzo Boccapaduli; 10) Palazzo Cavallerini. La linea punteggiata segna i confini tra Rione Sant'Eustachio (in alto a sinistra), Rione Pigna (in alto a destra), Rione Regola (in basso a sinistra) e Rione Sant'Angelo (in basso a destra).

Oggi

Sebbene oggi una grande strada (Via Arenula) divida l'area del Campo di Fiori dal Ghetto la vista dalla chiesa verso Palazzo Mattei è piuttosto simile, nonostante il Monastero di S. Anna sia stato abbattuto per aprire Via Arenula nel 1887. Anche le chiesette di S. Anna dei Falegnami e di S. Elena dei Credenzieri, entrambe nelle vicinanze di S. Carlo dei Catinari, furono demolite: il nome delle due strade esistenti (Via di S. Anna e Via di S. Elena) ci aiuta a capire dov'erano localizzate.

S. Carlo ai Catinari

La chiesa ha una facciata di G. B. Soria e una delle più belle cupole di Roma. La vista presa dalla terrazza del Monumento a Vittorio Emanuele mostra che la cupola è assai vicina alla facciata (clicca qui per sapere di più sulle Cupole di Roma). Questo perché la chiesa è a croce greca. L'interno è riccamente decorato di quadri e affreschi molti dei quali rappresentano San Carlo Borromeo il cui motto Humilitas è riportato sulla facciata. Sotto, una foto del motto scattata nei giardini di Palazzo Borromeo all'Isola Bella (Lago Maggiore). I molti stemmi con tre bastoni appartengono al Cardinal G. B. Leni che generosamente finanziò la costruzione del'edificio.


Cappella di S. Cecilia

Antonio Gherardi (1644-1702) fu un pittore che si guadagnò una buona reputazione con gli affreschi del soffitto di S. Maria in Trivio. Nel 1695 fu incaricato del progetto e della decorazione di una cappella dedicata a S. Cecilia, patrona dei musicisti. Mentre il grande quadro sopra l'altare è piuttosto accademico, l'architettura e gli stucchi che decorano la volta della cappella sono un'eccellente aggiunta alle cappelle progettate da Gian Lorenzo Bernini alcuni anni prima.

Palazzo Santacroce

La tavola mostra nell'estrema destra la strada che porta a Piazza Giudia. Il secondo edificio sulla strada è il vecchio Palazzo Santacroce (un Palazzo Santacroce più grande sta di fronte a S. Carlo ai Catinari), costruito alla fine del XV secolo. La decorazione, che ricorda il Palazzo dei Diamanti in Ferrara, è unica a Roma. Vicino c'è la chiesa dei Santacroce di S. Maria in Publicolis.

Casa di Alessandro Gancia

La strada che porta da S. Carlo dei Catinari alla chiesetta di S. Salvatore in Campo è molto stretta e i passanti ignari possono non notare ciò che rimane di una facciata dipinta di una casa Rinascimentale. Qui viveva Alessandro Gancia che occupava diverse posizioni alla corte di Papa Paolo III (1534-50). Egli rese omaggio al suo padrone facendo dipingere lo stemma di Paolo III.

Chiesa di Gesù Nazzareno o dei SS. Cosma e Damiano dei Barbieri e Palazzo Cavallerini

Nel 1560 alla Gilda dei barbieri fu assegnata una chiesetta dedicata alla SS. Trinità. I barbieri ridedicarono la chiesa ai SS. Cosma e Damiano (due santi Siriani del IV secolo, ritenuti dei medici). Nel 1722-24 fu quasi completamente rifatta (l'architetto è sconosciuto). Continuò ad appartenere alla Gilda dei Barbieri fino al 1888 quando fu assegnata alla Confraternita di Gesù Nazzareno e rinominata. Necessita di restauri. Per una lista delle chiese appartenenti ad una gilda clicca QUI.
Un grande palazzo di fronte la chiesa rischia di non attrarre l'attenzione del passante sia per la strettezza della strada sia per il suo cattivo stato di conservazione. Un'occhiata attraverso un grande portale rivela tuttavia nell'oscurità lo stemma di Clemente X Altieri (1670-76), papa quando il Cardinal Giovan Giacomo Cavallerini costruì questo palazzo, che ancora ne porta il nome.

Palazzo Boccapaduli

Nel 1555 Paolo IV emanò un decreto che obbligava gli Ebrei dello Stato Pontificio a spostare la loro residenza in un'area ristretta di Roma o in Ancona. L'area scelta per il ghetto Romano aveva una popolazione varia, sia dal punto di vista religioso che sociale. I Boccapaduli, una famiglia molto antica di Roma, affittarono il loro palazzo nel ghetto e ne comprarono uno immediatamente fuori, in Via de' Falegnami. Il palazzo fu in seguito ampliato e ciò che oggi vediamo è principalmente un edificio del XVIII secolo.

Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Chiesa e Monastero di s. Anna
Apparteneva questa chiesa ai Cavalieri Templari, e chiamavasi allora s. Maria in Giulia; ottenuta poi l'anno 1297. dalle monache Benedettine, che stavano appresso la chiesa di s. Gio: Calibita, la rinnovarono in bella forma l'anno 1675. , e perchè queste monache conservano l'anello di s. Anna madre della ss. Vergine, le posero il titolo della medesima, e dicesi ai Funari. L'altare maggiore è tutto ornato di preziosi marmi secondo il disegno del Cav. Rainaldi; il quadro di s. Anna nell'altare a destra è del Cavarozzi, ed il s. Benedetto incontro del Savonazzi, le pitture però sulla volta sono graziose opere di Giuseppe Passeri. Nelle cantine del monastero si vedono varj muri antichi con archi, e pavimenti di mosaico, quali si credono essere residui di bagni privati.
Ritornando poi sulla strada de' Falegnami, si vede in ultimo di essa la
Chiesa e Convento di s. Carlo a' Catenari
Prese un tal nome questa magnifica chiesa dagli artisti, che in questa contrada lavoravano certi vasi di legno, chiamati catini, e fu edificata insieme colla casa de' Chierici Regolari Barnabiti dal Card. Gio: Batista Leni in occasione, che que' religiosi quì presso avevano una piccola chiesa detta s. Biagio dell' Anello, per l'anello, che vi si conservava di detto Santo, atterrata per dar luogo all'abitazione de' Chierici Teatini, e per un grande incendio quivi seguito: onde su quelle rovine nell'anno seguente 1612. fu piantata la chiesa con disegno di Rosato Rosati, il prospetto però è del Soria. E' ornata di bellissimi altari di marmo, e di pitture celebri; il quadro del s. Carlo nell'altare maggiore è opera di Pietro da Cortona, le pitture a fresco nella tribuna sono del Lanfranco dipinte in tempo della sua vecchiaia, e quelle negli angoli della cupola sono del Domenichino similmente delle ultime sue opere, il Dio Padre però nel cupolino è di Gio: Giacomo Semenza allievo di Guido. Il quadro nella cappella, che segue è del Romanelli, e quello incontro con s Cecilia, di Antonio Gherardi; la s. Anna nella crociata è di Andrea Sacchi, ed il s. Bartolommeo incontro di Giacinto Brandi; la ss. Nunziata però nella cappella laterale è del suddetto Lanfranco.

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