S. Pietro in Vinculis  (Libro III) (Pianta B3) (II giorno)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
S. Pietro in Vinculis
S. Francesco di Paola
S. Antonio Abate e Torri degli Annibaldi e dei Cesarini

La  Tavola (No. 45)

Vinculis è un riferimento alla catene di San Pietro per le quali la chiesa fu costruita fina dal  442 dall'Imperatrice Eudossia (da cui Basilica Eudossiana) (nello sfondo della pagina un rilievo di Andrea Bregno che si trova dentro la chiesa e che mostra una catena).
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina sotto. Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a: 1) Parte del monastero di S. Francesco di Paola; 2) Strada che porta a S. Martino ai Monti; 3) S. Pietro in Vincoli; 4) Palazzo del cardinale titolare. La piantina del 1748 riporta anche 5) Monastero di S. Antonio Abate.

Oggi

Il campanile e l'adiacente monastero furono abbattuti agliinizi del XX secolo per fare spazio ad una sezione dell'Università di Roma, ma a parte questo la semplice facciata Rinascimentale costruita da Meo del Caprina nel 1475 per Sisto IV Della Rovere non risulta alterata.

S. Pietro in Vinculis

La chiesa viene oggi associata alla statua del Mosè, di Michelangelo, e con la parte della Tomba di Giulio II che fu terminata e che rimase a Roma. La tomba era stata progettata per la nuova Basilica Vaticana, dove oggi Giulio II è sepolto in maniera molto semplice vicino alla tomba di suo zio Sisto IV.
Il chiostro fa parte oggi dell'Università, ma merita una visita.

Clicca QUI per un approfondimento sulla chiesa di San Pietro in Vincoli (chiese di Roma).

Il chiostro è costruito nello stesso stile della facciata. Al centro un elegante pozzo con lo stemma di Giulio II ci ricorda che questa parte di Roma non aveva sufficiente fornitura d'acqua fino a quando Sisto V non restaurò l'acquedotto Romano che portava l'acqua dai Castelli Romani. Dietro il pozzo una fontanella costruita nel 1642 dal Cardinal Antonio Barberini è un segno del ritorno dell'acqua nella collina. Le linee curve della vasca sono interrotte dalla api dei Barberini.

S. Francesco di Paola

La chiesa e l'ampio monastero dedicato a San Francesco di Paola sono oggi isolati su di un rialzamento del terreno per via della grande strada di comunicazione (Via Cavour ) costruita per congiungere la Stazione Ferroviare di Termini con i Fori.
La chiesa fu costruita nel 1623 a spese del Cardinal Aldobrandini (poi Clemente VIII) e presenta alcuni interessanti particolari.

S. Antonio Abate e Torri degli Annibaldi e dei Cesarini

La tavola mostra all'estrema destra una porta tuttora al suo posto. Dietro quella porta c'è ancora un monastero abbastanza moderno di nessun interesse architettonico. Le mura del monastero conservano una torre medievale in buone condizioni e non alterata da eccessivi restauri. Apparteneva alla famiglia degli Annibaldi. Gli Annibaldi nel XIII secolo erano fieri nemici dei Frangipane che vivevano non lontano da qui in una parte fortificata del Colosseo. Un'altra torre medievale vicina a S. Francesco di Paola venne in possesso dei Cesarini nel XV secolo e le fu dato un apetto Rinascimentale. I Cesarini ospitarono nella casa protetta dalla torre Vannozza de' Cattanei, madre di Cesare e Lucrezia Borgia, il cui padre era Papa Alessandro VI. Per tale ragione queste sono dette le Case dei Borgia.

Brano dell'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:

Chiesa di S. Pietro in Vinculis
Molto celebre è la chiesa, che siegue appresso le dette rovine, non solo perchè si conservano in essa le catene, con le quali il Principe degli Apostoli stette legato nella prigione di Gerusalemme, e le altre con le quali fu legato in Roma, miracolosamente unitesi insieme in tempo di s. Leone Magno; ma altresì per l'antichissima tradizione, che quivi il medesimo s. Pietro fondasse una chiesa, e vi celebrasse i divini Misteri, non già con quella magnificenza, e solennità, che dipoi si fece, dopo avuta pace la Chiesa cattolica; ma con quella parsimonia, e modestia, che permettevano quei primi tempi; perciò da Adriano fu rinnovata, ed ornata con antiche colonne striate, cavate forse dalle suddette terme, o da' tempj de' gentili. Giulio II. mentre ne era Cardinale titolare, vi pose i Canonici regolari di s. Salvatore, e poi fatto Papa rinnovò la chiesa, ed ordinò al Buonarroti , che vi facesse il suo deposito; ma per nostra disavventura non vi fece altro, che la sola statua di Mosè, tanto stupenda, che si guarda con ammirazione sopra tutte le opere antiche, e moderne; il resto però fu fatto da Raffaello di Montelupo. Il s. Agostino nel primo altare a destra è del Guercino da Cento, il sepolcro col ritratto del Card. Margotti, è del Domenichino; il s. Pietro in Carcere nell'altare, che siegue viene dal detto Domenichino; l'altro deposito col ritratto è similmente del Domenichino, e la mezza figura di s. Margherita da Cortona nell'ultima cappella è del suddetto Guercino. Le pitture, che sono nella tribuna, furono fatte a fresco da Giacomo Coppi Fiorentino, e del Cristo morto colla Madonna nella cappella a destra della tribuna, non se ne sa l'autore. La prigionia di san Pietro nell'altare, che siegue, è del Nogarj, ed il sepolcro del Card. Vecchiarelli fu fatto da due Napolitani. Siegue dopo un altare con l'immagine della ss. Vergine molto antica, ed un Santo fatto in mosaico: nell'ultimo altare evvi una Pietà, e nella volta il miracolo delle catene fu dipinto da Gio: Batista Paroti Genovese. Il monastero fu fatto con disegno di Giulio da Sangallo, e le rovine, che si vedono appresso, sono delle dette terme di Tito; quelle però, che si dicono le sette sale, si credono conserve di acqua, forse per la naumachia di Nerone, che era ove vediamo il Colosseo.
Chiesa di S. Francesco di Paola ai Monti
A destra della riferita è questa chiesa, rivoltata però dall'altra parte, e fu edificata dalla Principessa Panflli di Rostano con disegno di Gio: Pietro Morandi. Sta unita al convento de' Frati del medesimo santo Titolare, ed è ornata di varie pitture moderne; il s. Michele Arcangelo, ed il s. Francesco di Paola sono di Stefano Perugino, e i laterali nell'ultima cappella sono di Giuseppe Chiati.


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