Convento di S. Agostino
(Libro VII) (Pianta C2) (IV giorno) (Rione Sant'Eustachio)

In questa pagina:
Tavola di Giuseppe Vasi
Com'è oggi
Il Convento e la Torre
Biblioteca Angelica
S. Antonio de' Portoghesi

La Tavola (No. 123)


Come in altri casi l'obiettivo di Vasi non è quello del titolo della tavola: qui piuttosto è la Torre della Scimmia, o Torre Scapucci, con la piazzetta davanti. Un altro obiettivo è la piccola fontana "della scrofa", che compare anche nello sfondo-pagina.
La vista è presa dal punto segnato in verde nella piantina del 1748, sotto.
Nella descrizione relativa alla tavola Vasi faceva riferimento a: 1) Fontana della Scrofa; 2) Torre Scapucci; 3) S. Antonio dei Portoghesi; 4) Palazzo Carafa.
La piantina riporta anche 5) Biblioteca Angelica.
La linea punteggiata segna i confini tra Rione Ponte (a sinistra), Rione Sant'Eustachio (nella parte inferiore della pianta) e Rione Campo Marzio (in alto).


Oggi


Di prim'acchito la vista sembra molto diversa, in realtà quasi niente è cambiato. Anche gli edifici dietro la chiesa, compreso Palazzo Carafa, hanno conservato le loro dimensioni. Vasi si prende solo qualche libertà e fa di una piazzetta una grande piazza. L'unico cambiamento è la fontanella che si trova oggi all'angolo della strada, mentre la scrofa è ancora in Via della Scrofa. Si dice che questa fontana avesse degli effetti sulla fertilità delle donne.

Il Convento e la Torre

L'entrata al monastero ricostruita nel 1746 da Luigi Vanvitelli è semplice ma con un tocco di eleganza del XVIII secolo. La torre prende nome da una scimmia che rapì un bimbo portanselo in cima. La famiglia, in memoria dell'evento, mise una madonnella e una lampada.

Biblioteca Angelica

Nel 1614 il vescovo agostiniano Angelo Rocca aprì la prima biblioteca pubblica di Roma. Nel 1659 Alessandro VII chiese a Francesco Borromini di progettare un edificio appropriato per ospitare una bibloteca. L'edificio fu in seguito modificato da Luigi Vanvitelli. La biblioteca è tuttora aperta al pubblico. La foto mostra l'entrata vicina alla chiesa di S. Agostino ed un rilievo che mostra il fondatore da cui la biblioteca ha preso il nome.

Sant'Antonio dei Portoghesi

La chiesa nazionale del Portogallo (clicca QUI per una lista delle chiese nazionali a Roma) fu cotruita tra il 1624 e il 1695 da Martino Longhi e Carlo Rainaldi. E' una chiese più barocche di Roma e qui anche lo stemma ha un ruolo maggiore nella decorazione della facciata (in questo caso è lo stemma della famiglia reale di Bragança).

Brano dall'Itinerario di Giuseppe Vasi del 1761 relativo a questa pagina:


Chiesa e Convento di s. Agostino
Senza andar cercando dove sia questo, basta incamminarsi a sinistra, che dopo pochi passi si vede la gran mole del nuovo convento, fatto con disegno del Cav. Luigi Vanvitelli Romano, il quale ha rinnovato ancora la chiesa, che per la vecchiezza minacciava rovina, particolarmente la cupola, la quale vantava il primato fra tutte le moderne di Roma. Fu questa eretta l'anno 1483. con disegno quasi gotico di Giacomo Pontelli, servandosi de' travertini caduti dal Colosseo, e furono trasportati in essa tutti i corpi de' santi Martiri, che erano nell'antichissima chiesa di s. Tritone, ora affatto soppressa per la nuova fabbrica del convento. Sono in questa nobilissime cappelle ornate di marmi, depositi, e pitture celebri, fra le quali tiene il primo luogo un Profeta con due putti dipinto sopra un pilastro della nave da Raffaello da Urbino, fatto a somiglianza delle opere di Michel Angelo Bonarroti; il s. Agostino nell'altare della crociata è del Guercino da Cento. L'altare maggiore ornato di marmi preziosi è disegno del Cav. Bernini, e li Angioli furono terminati da Gio. Fancelli sotto il mentovato Bernini; le pitture nella cappella di s. Agostino, e di s. Guglielmo sono del Lanfranco, il s. Tommaso di Villanuova, del Romanelli, il medesimo Santo scolpito in marmo, è di Melchior Gafar Maltese, terminato per causa di morte da Ercole Ferrata; il deposito del Card. Imperiali è opera di Domenico Guidi; la deposizione dalla Croce è di Giorgio Vasari; il quadro del B. Giovanni, è di Giacinto Brandi; la s. Appollonia, del Muziani; l'Assunta, dell'Abbatini, e la s. Casa di Loreto, del Caravaggio, ed altre molte pitture, e sculture, che si tralasciano per brevità.
Nel sito presso di questa chiesa e convento si crede essere stato eretto da Romolo l'altare a Marte, per cui il campo si disse Marzio, ed ancora esservi stato il Busto fatto da Ottaviano Augusto, cioè un luogo chiuso con cancellate di ferro, in cui solevano i Gentili abbruciare i cadaveri degl'Imperatori, ed il primo fu quello del medesimo Augusto.
Chiesa di s. Antonio de' Portughesi
Era quivi una chiesa dedicata a s. Antonio Abate, la quale essendo da Eugenio IV. conceduta al Card. Martinez de Chiaves Portughese, rifabricolla, e dedicolla a s. Antonio suo nazionale: e perchè i Portughesi fin dall' anno 1360. già avevano uno spedale per i poveri pellegrini di loro nazione, che venivano a Roma, unirono insieme l'una, e l'altro: onde poi riedificarono la chiesa circa l'anno 1695. con disegno di Martin Lunghi il giovane, e vi fecero delle cappelle ornate di marmi, e di pitture, fra le quali evvi il santo Titolare nell'altare maggiore, dipinto da Giacinto Calandrucci Palermitano, il quale fece ancora il s. Gio: Batista nella seconda cappella; la ss. Concezione è di Giacomo Zoboli, ed il ss. Crocifisso nella sagrestia è di autore incerto. Incontro a questa corrisponde i1 portone del convento di s. Agostino, e tra l'una, e l’altra strada il
Palazzo e torre già Scappucci
E' memorabile il fatto succeduto in questo palazzo per uno scimmiotto. Accadde, che avendo rubato un bambino, che dormiva senza custodia, portollo incima alla gran torre, ed accortisi i genitori dell'evidente pericolo del bambino, si dettero con calde preghiere a raccomandarlo alla ss. Vergine onde quel bruto con tutta pace riportollo sano e salvo in luogo sicuro; perciò in memoria di tal fatto fu posta nel medesimo luogo la statua della ss. Vergine, ed ogni sera vi si tiene accesa la lampada.

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Prossima tappa nell'itinerario del IV giorno: Collegio Germanico