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Le fontanelle sono certamente le più umili fra le fontane cittadine, ma conservano un loro fascino, se non altro per il fatto di essere state realizzate a cavallo di ben cinque secoli, e anche per questo si presentano in una notevole varietà di forme. |
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L'EPOCA DEI "BEVERATORI"
SECOLI XVI - XVIII
Nonostante già attorno al 1450 papa Nicolò V avesse svolto importanti lavori di restauro e modifiche al principale acquedotto urbano, l'Aqua Virgo, non fu prima della seconda metà del XVI secolo, quando la città era già uscita dal suo periodo storico più buio, e la popolazione aveva raggiunto nuovamente una notevole densità, che gli amministratori cominciarono a progettare la collocazione di nuove fontane in un certo numero di piazze, tanto per pubblica utilità quanto - dopo circa un migliaio di anni - per motivi artistici ed architettonici, una scelta che scandiva l'età rinascimentale. Come anche per le fontane più grandi, anche il numero di fontanelle che attingevano acqua agli acquedotti rinati cominciò a crescere, per servire un maggior numero di punti su tutta la superficie urbana.
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Questi piccoli servizi urbani venivano usati tanto dai
residenti, per bere e per le altre necessità giornaliere (l'acqua corrente
nelle case era ancora lontanissima a venire), e dai molti cavalli assetati,
che a quei tempi rappresentavano il grosso del "traffico" di Roma.
Infatti un altro termine col quale venivano chiamate molte delle fontanelle
era beveratore, cioè "abbeveratoio". |
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Data la ricchezza di resti antico-romani, a cui per
tutto il corso del medioevo nessuno aveva mai mostrato interesse, le vasche
per queste fontanelle venivano spesso realizzate con antichi sarcofaghi, in
molti casi decorati con splendidi rilievi, a volte ottenuti dietro compenso
da privati o da chiese nei cui terreni avevano giaciuto abbandonati per
secoli, o erano stati rinvenuti durante lavori di restauro. |
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A volte per le nuove fontanelle non venivano usati sarcofaghi, ma vasche di pietra o di marmo, provenienti dalle molte terme dell'antica Roma.
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Anche altri tipi di resti si sarebbero potuti adattare
a questo scopo; ad esempio la grande vasca rotonda rinvenuto nel tardo 1500
sotto la statua di Marforio, come detto nella precedente I parte,
venne trasformato in beveratore, ma una vecchia urna, o persino il fusto cavo
di una colonna rotta, piazzati sotto una fonte d'acqua avrebbero funzionato
egregiamente. |
Tuttavia la grande importanza che ciascuna di esse aveva nella vita quotidiana del proprio rione si deduce dal fatto che in alcuni casi la strada dove erano situate veniva chiamata col nome della stessa fontanella, indipendentemente dalle dimensioni di quest'ultima e dal suo valore artistico.
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Un classico caso è quello di Fontanella Borghese, ora un semplice cannello
(la decorazione originale è andata perduta) con una minuscola vasca, situata
alle spalle di Palazzo Borghese. Quest'ultimo è uno dei palazzi nobili più
grandi ed importanti di Roma, nel cui cortile si trova una splendida fontana
decorata, oltre venti volte le dimensioni di questa. Ciononostante, questa
insignificante e miserrima fontanella prese il nome della famiglia Borghese.
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Sempre piccole ma certamente più graziose sono le due fontanelle a forma di nicchia situate sul muro di Palazzo dei Penitenzieri, sul lato meridionale di via della Conciliazione, nel rione di Borgo, presso il Vaticano. Sembrano quasi gemelle, ma una di esse proviene da un edificio demolito durante i lavori per la realizzazione di questo moderno viale.
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La loro decorazione è un drago, e una di esse ha anche
un'aquila, entrambi presenti nello stemma di famiglia dei Borghese, in onore
di papa Paolo V (1605-21), al secolo Camillo Borghese. |
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Tuttavia una molto simile ancora decora la facciata del Palazzo del Monte di Pietà, nel rione Regola, l'edificio che ospita il banco dei pegni (un istituto fondato nel 1539). Come la perduta fontana di Borgo, anche questa versa l'acqua da un mascherone, sul quale poggia l'aquila borghesiana ad ali aperte. In assenza di un nome specifico, viene semplicemente chiamata "la fontana del Palazzo del Monte di Pietà". Risale al '600. |
Dal faccione grottesco, l'acqua si riversa nella vasca piccola fino a riempirla, per poi tracimare in quella più grande sottostante. La faccia e la vasca-abbeveratoio sono resti romani antichi. Invece il giglio araldico di metallo che sormonta la fontana ci ricorda i suoi proprietari, i Farnese, l'importante famiglia nel cui stemma si contano sei fiori come questi. La fontanella fu costruita a loro spese, proprio dietro il grande palazzo familiare, di fronte al quale sorgono altre due fontane di dimensioni maggiori (descritte nella III parte). |
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Un altro stemma appare sul semplice beveratore di marmo in piazza del Nazzareno, su cui è effigiata una testa di bufalo per la famiglia Del Bufalo; ha ricevuto pesanti interventi di restauro sul finire degli anni '50. Sul portone del loro palazzo, dirimpetto alla fontana, si trova una testa analoga.
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Un esempio è il beveratore di via di Porta Cavalleggeri, con una bocchetta a forma di testa di leone e un sarcofago decorato con classici motivi strigilati: nella targa superiore si legge che papa Pio IV la fece sistemare qui nel 1565 a beneficio della guardia a cavallo, cioè il corpo dei Cavalleggeri la cui caserma sorgeva nei pressi, e dalla quale la zona prese il nome.
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Dopo qualche tempo la fontana dovette ostruirsi, perché
l'iscrizione più in basso ricorda un altro papa, Clemente XI, per averla
riattivata nel 1713.
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In qualche caso l'aspetto di una fontanella poteva essere decisamente migliorato provvedendola di eleganti elementi di contorno. Per esempio, lungo la salita di San Sebastianello (qui a destra), sotto il colle Pincio, si trova una semplice fontanella con vasca a sarcofago. Posizionata sul fondo di un alto nicchione, in cima ad una rampa di scale, ciò che altrove sarebbe apparso come un modestissimo beveratore ha un aspetto assai più raffinato. Una cornice vuota situata sopra la vasca una volta conteneva un dipinto o un'immagine sacra, ma ora non ne rimane più alcuna traccia. |
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È alimentata dall'antica Aqua Virgo, le cui tubazioni
passano non viste attraverso il muro alle spalle della nicchia. |
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Questa faccia venne scolpita nel tardo '500 da uno stimato artista, Giacomo Della Porta, per un grande beveratore nell'area del Foro Romano (cfr. I parte, pagina 1), dove rimase per oltre due secoli. Quando nei primi dell'800 la sua vasca fu trasferita al Quirinale, il mascherone venne posto su un piccolo sarcofago-beveratore presso la riva del Tevere. Circa 70 anni dopo, smontato di nuovo, fu stivato in un magazzino fino al 1936, quando gli si trovò un'altra vasca (la terza!), e venne finalmene stabilita la sua attuale collocazione.
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Pagina 2 passa in rivista altre fontanelle dalla vita abbastanza avventurosa, mentre le pagine 3 e 4 descrivono i loro sviluppi moderni dal XIX al XX secolo.