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~ Monografie Romane ~



Fontane
· I parte ·
fontane antiche
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IL MEDIOEVO


Quando Roma fu posta sotto assedio durante le Guerre Gotiche (VI secolo), gli acquedotti che ancora funzionavano vennero fatti tagliare dal generale goto Vitige. Gran parte delle fontane si seccarono, divennero inutili, e furono lasciate andare in rovina. Durante il medioevo molti abitanti dovettero nuovamente attingere acqua dal fiume, come già avevano fatto gli antichi 1000 anni prima. La popolazione cittadina si ridusse da quasi un milione e mezzo (durante l'impero) a qualche centinaio appena, anche per via della poverta d'acqua. Infatti possiamo immaginare come la carenza idrica dovesse essere causa di condizioni igieniche terribili, dalle quali facilmente scaturivano epidemie.

Nel corso di questi secoli bui, oltre al fiume, le pochissime fonti d'acqua erano rappresentate dalle cannelle ancora raggiunte dall'Aqua Virgo (l'acquedotto che più degli altri rimase in funzione abbastanza regolarmente, ma che raggiungeva solo una piccola area alle pendici del colle Quirinale), quelle che attingevano da altri acquedotti temporaneamente restaurati (nessuno dei quali rimaneva attivo per più di 100-200 anni prima che le condutture si ostruissero nuovamente, o cominciassero a perdere, o esplodessero), e un certo numero di pozzi, che raccoglievano l'acqua piovana e a volte sfruttavano vene sotterranee. Quest'ultimi erano situati soprattutto presso chiese, conventi e monasteri. Tali pozzi venivano usati per diversi scopi. In particolare fornivano ai molti ospizi ed ospedali, tenuti da strutture religiose, la quantità d'acqua che poteva garantire il mantenimento di un minimo di igiene. Erano anche usati per irrigare i giardini situati presso i conventi dove i monaci coltivavano le erbe medicinali necessarie alle loro pratiche sanitarie.

piazza di San Bartolomeo all'Isola - chiesa di S.Bartolomeo
puteale (XII secolo)
nella chiesa di S.Bartolomeo

Fra gli scopi religiosi, invece, c'era il riempimento dei grandi fonti battesimali, nei quali, per il rito arcaico, il battezzato si bagnava in effetti fino alla vita.
A parte i pozzi, durante l'alto medioevo era un uso comune delle chiese maggiori disporre di una fonte d'acqua (una fontana, o un bagno) situato in un giardino o cortile entro il proprio terreno, dove i fedeli potevano rinfrescarsi e compiere le abluzioni rituali prima di accedere all'edificio sacro.

piazza di S.Cecilia
il cantaro nel cortile di S.Cecilia

Questi giardini erano anche detti "paradisi". Solitamente l'acqua zampillava da un grosso vaso o coppa con manici a spirale, detto càntaro, per cui l'intera fontana veniva definita tale. Venivano presi dalle rovine delle antiche terme o ville, dove giacevano abbandonati. Qualcuno di questi vasi ancora esiste, ma l'unico a trovarsi davanti a una chiesa, rievocando da vicino l'originale ambientazione medioevale, è presso la basilica di S.Cecilia: sebbene nel tempo questo luogo abbia subito delle modifiche, al centro del giardino l'acqua ancora zampilla da un antico cantaro di marmo, raccogliendosi in una bassa vasca quadrata.


Il più famoso nel medioevo fu quello di San Pietro. Nella forma classica del vaso, venne posto in sede forse attorno al IV secolo, non molto dopo la costruzione della stessa chiesa, sebbene tradizione vuole che ne vada dato merito a papa Simmaco (498-514).

La struttura del vecchio San Pietro era quella di una tipica basilica paleocristiana. Dal largo spiazzo che ora corrisponde a piazza S.Pietro, una scalinata conduceva ad un cortile quadrato antistante la chiesa, circondato da colonne; lì nel mezzo era situata la fontana.

Roman National Museum, by the Baths of Diocletian
un cantaro nel Museo nazionale Romano
(gentile concessione di Stuardt Clarke)

pianta di Roma di Etienne Du Perac (1577), particolare del Vaticano
il vecchio S.Pietro, con la fontana a
baldacchino nel cortile (sulla sinistra);
sul retro, lavori in corso per la nuova chiesa

Circa 400 anni più tardi, forse sotto papa Adriano I (772-795), una fontana bronzea di epoca romana, dalla forma di un'enorme pigna, venne presa dalle rovine delle Terme di Agrippa, dietro il Pantheon, e usata in sostituzione di quella a forma di vaso. Infatti fu papa Adriano ad operare un completo restauro dell'Aqua Traiana, l'antico acquedotto che passava lungo il vicino colle Gianicolo, e che avrebbe finalmente riportato l'acqua in Vaticano. È molto probabile che la sua inaugurazione costituisse una valida occasione per rinnovare la vecchia fontana. La nuova pigna versò acqua per altri due secoli, finché l'acquedotto cessò nuovamente di funzionare.

drawing of the fountain (Francisco de Hollanda, mid 1500s)
disegno della fontana di S.Pietro,
di Francisco de Hollanda (inizio XV sec.)

Sappiamo poco di come le fontane, la vecchia e la nuova, riuscissero a funzionare nei periodi in cui l'Aqua Traiana non era attiva, ma è stato proposto che venissero usate sorgenti locali esistenti sul colle Vaticano, o che in occasioni particolari, ricorrenze religiose, ecc. quantità di acqua sufficienti venissero attinte a mano dal vicino Tevere.
Cronache medioevali come i famosi Mirabilia Urbis Romae (XII secolo) menzionavano la fontana di S.Pietro fra le cose notevoli della città. Rari disegni rinascimentali ci mostrano la fontana al centro di una vasca quadrata, coperta da un baldacchino sorretto da otto colonne (che in origine erano quattro) e riccamente decorato da marmi di vario tipo; in particolare, sulle lunette poggiavano pavoni di bronzo, che la cronaca seguente riporta come "grifoni", coperti da una foglia d'oro.

ESTRATTO DA  LE MIRACOLE DE ROMA, XIII SECOLO


De lo Cantaro de Santo Pietro.
In paradiso de Santo Pietro ène lo Cantaro, lo quale fece Simachus papa.
Et fo adhornato de colopne de porphiro. Et intorno era de tabole de marmo. Et de sopre erano IIIIor griphoni narate. Et lo celo era de rame, et adhornato de flori narati. Et de sopre IIIIor delphini de rame, li quali gettavano l'acqua per la vocca. Et in medio de lo Cantaro era una pignea narata, la quale fo cohopertime de Santa Maria Rotonda. Ne la quale pignea de sopre fo la statova de dea Cybeles, matre de tutti li dii. La quale pignea, per connutto de plombo, per tutta gettava l'acqua ad quelli ke la voleano. Et quella acqua per connutto gia fi ad la gulia, ad lo banio de Nero imperatore.

Del Cantaro di San Pietro.
Nel paradiso di San Pietro si trova il Cantaro, realizzato da papa Simmaco. Ed era adornato da colonne di porfido. E intorno vi erano lastre di marmo. E sopra vi erano quattro grifoni dorati. E la volta era di rame, e adornata di fiori dorati. E su di essa quattro delfini di rame, i quali gettavano l'acqua con la bocca. E nel mezzo del Cantaro era una pigna dorata, già la copertura di Santa Maria Rotonda. Sulla quale pigna poggiava la statua della dea Cibele, madre di tutti gli dei. La qual pigna, attraverso un condotto di piombo, zampillava tutt'intorno acqua a chi ne voleva. E quell'acqua attraverso un condotto scorreva fino alla guglia, presso le terme dell'imperatore Nerone.

Quando San Pietro fu completamente riedificato (1506-1614), la fontana e il baldacchino vennero smantellati, e gran parte dei materiali preziosi riutilizzati per altri scopi. Le sole parti che rimasero furono i pavoni e la pigna, che agli inizi del XVI secolo vennero trasferiti nel Cortile della Pigna, ora parte dei Musei Vaticani, loro definitiva collocazione.

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Cortile della Pigna - Musei Vaticani
la pigna originale



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