190.

ONORIO IV
Giacomo Savelli

nato a Roma nel 1210

Eletto papa il 2.IV
e consacrato il 20.V.1285
Morto il 3.IV.1287

Il successore di Martino IV fu eletto con sorprendente rapidità dal collegio dei cardinali riunito a Perugia; l'affrancamento della Chiesa dal lungo protettorato di Carlo d'Angiò si fece immediatamente sentire. Il 2 aprile del 1285 fu eletto il romano Jacopo Savelli, cardinale di S. Maria in Cosmedin, che fu consacrato a Roma il 20 maggio col nome di Onorio IV.

Il nuovo pontefice, nato verso il 1210, era figlio del senatore Luca Savelli e di Giovanna Aldobrandeschi, dei conti di Santafiora, e fratello di Pandolfo Savelli, che nell'anno della sua elezione era senatore insieme ad Annibaldo. Appena eletto, i Romani gli affidarono la carica senatoria a vita, che egli trasferì al fratello Pandolfo. Due fratelli pertanto reggevano le più alte cariche di Roma; tutti e due anziani e malandati, tanto che di Onorio, sofferente di artrite, si dice che non riusciva più a reggersi in piedi e che, quando celebrava la messa, si serviva di un congegno meccanico di sua invenzione per sollevare l'ostia. Lo spirito comunque era ancora vivo e tale da assicurare alla famiglia Savelli un periodo d'incontrastato dominio; peraltro il papa s'impegnò nel restituire la pace allo Stato della Chiesa e risolvere la questione siciliana.
Per raggiungere il primo scopo Onorio cominciò con lo sciogliere Viterbo dall'interdetto con cui Martino IV aveva punito quella città all'indomani della sua elezione per i tumulti che avevano accompagnato il conclave. Riuscì inoltre a riappacificare la Romagna, quella provincia che Guido da Montefeltro dal 1286 volontariamente aveva lasciato, reinserendola automaticamente nel territorio della Chiesa; Onorio vi elesse in qualità di conte il cugino Pietro Stefaneschi.
Nell'Italia meridionale, essendo Carlo II prigioniero degli Aragonesi, affidò l'amministrazione a Roberto d'Artois; quanto alla Sicilia, questa sembrava ormai perduta. Morto Pietro d'Aragona nel 1285, era salito al trono il figlio Giacomo, che venne incoronato a Palermo alla presenza della madre Costanza. Le bolle di scomunica contro i due vennero completamente ignorate.
Una nuova situazione si venne improvvisamente a creare quando Carlo II, per liberarsi dalla prigionia aragonese, si dichiarò disposto a rinunciare alla Sicilia, con il trattato di Barcellona nel febbraio del 1287, a favore di Giacomo d'Aragona; ma Onorio dichiarò nullo il contratto, esigendo che la casa di Aragona si sottomettesse alla Chiesa. E s'impegnò, come Martino IV, nel dare disposizioni alla riscossione delle decime un po' dovunque per organizzare una spedizione che liberasse il prigioniero.
Onorio stabilì rapporti amichevoli con Rodolfo d'Asburgo, che insistentemente richiedeva l'incoronazione imperiale a Roma; il papa gliela promise, arrivando a fissare una data precisa. Ma era destino che la corona di Carlomagno non dovesse cingere mai il suo capo: il 3 aprile del 1287 infatti Onorio IV moriva nella sua residenza sull'Aventino, dove si era fatto costruire un palazzo.

Approvò l'ordine dei carmelitani e quello degli eremiti di Sant'Agostino.

Non aveva compiuto particolari imprese, e in pratica era riuscito solo a stabilire una sovranità totale per la propria famiglia, aumentandone le proprietà. I Savelli, già padroni dei monti Latini e del territorio di Civitacastellana, ereditarono dal papa il palazzo e la rocca sull'Aventino, nonché un altro palazzo con diverse torri nel rione Parione.

Onorio IV fu sepolto in Vaticano, ma Paolo III provvide a trasportarne le spoglie nella chiesa di Aracoeli, vicino a quelle della madre.