PIAZZA DEL POPOLO

Tra le più spettacolari piazze di Roma è il punto di arrivo di una risistemazione iniziata a fine ‘400 con la ricostruzione della chiesa di S. Maria del Popolo, e conclusa dall’intervento in chiave neo classica di Giuseppe Valadier (inizi XIX).

La piazza del Popolo si apre, vasta e scenografica, ai piedi del Pincio. Un tempo allungata sull'asse che congiunge alla porta del Popolo lo sbocco del famoso "tridente", formato da via del Babbuino, dal Corso e da via di  Ripetta, venne sistemata nel secondo decennio dell'Ottocento, da Giuseppe Valadier e rappresenta uno degli esempi più significativi di urbanistica neoclassica.

Di forma ellittica, è delimitata, sui lati maggiori, da quattro complessi architettonici leggermente convergenti verso l'asse minore. Quello a Nord si compone di due corpi  simmetrici che mascherano da una parte un edificio militare, dall'altra il fianco di Santa Maria del Popolo, su cui spunta l'aguzzo campanile; al centro,  si apre la porta del Popolo, a tre fornici, dalla facciata interna fastosamente disegnata dal Bernini, per volere di Alessandro VII in occasione del trionfale ingresso in città di Cristina di Svezia.


Esternamente la porta è opera di Nanni di Baccio Bigi forse su disegno di Michelangelo.

Il lato opposto della piazza è definito tra due edifici civili che si interrompono allo sbocco del "tridente", dove, in posizione arretrata, sorgono le chiese gemelle, dalle rigonfie cupole, di Santa Maria di Montesanto e Santa Maria dei Miracoli, iniziate da Carlo Rainaldi e compiute dal Bernini, splendido esempio di architettura barocca, alle quali il profondo pronao, la decorazione statuaria e i fantasiosi campaniletti danno vigore plastico e intensità chiaroscurale.

I lati minori, Est e Ovest, sono chiusi da due basse, ampie esedre ornate al centro da fontane monumentali con gruppi scultorei e alle estremità da statue rappresentanti le Stagioni; esse consentono una dilatazione di spazio,  che fluisce da un lato verso l'ampio corso che conduce al Tevere, dall'altro verso il Pincio, incombente con la sua lussureggiante vegetazione e le monumentali costruzioni che reggono la terrazza panoramica.

Piazza del Popolo rappresenta il prototipo di uno dei motivi di base della città barocca : le strade radiali che si allontanano o convergono verso un luogo significativo. Questa piazza è infatti l’entrata principale della città.

Diminuita nei secoli l’importanza della via Appia che collegava la capitale dell’impero romano con i territori meridionali e orientali, la strada principale di accesso e di uscita è ormai diventata la Flaminia che unisce Roma con l’Italia settentrionale e l’Europa del Nord.

In questo scambio continuo tra natura e architettura si esemplificano armoniosamente i dettami dell'urbanistica neoclassica, venuta a interrompere lo spazio scenografico, tutto inventato dall'uomo, del Barocco.

Elemento unificatore di un ambiente così complesso e articolato è l'alto obelisco, il più antico e il più alto di Roma dopo quello lateranense, monolito di granito eretto a Heliopolis da Ramses II verso il 1200 a.C. e portato a Roma da Augusto che lo pose nel Circo Massimo; la collocazione di questo largo, voluto da Sisto V, fu attuata da Domenico Fontana nel 1599. Esso sorge, col suo elegante basamento ornato di fontane e leoni, al centro della piazza, punto di convergenza ottica da qualsiasi parte si arrivi e di divergenza verso le prospettive che ovunque si aprono.