Numa Pompilio
(riferimento cronologico: 715 - 672 a.C.)


Dopo un anno di transizione, dovuto probabilmente al normale sbandamento per la perdita misteriosa di Romolo, venne eletto Re il sabino Numa Pompilio, un cittadino di Curi che aveva sposato Tazia, la figlia di Tito Tazio. All’inizio non ne voleva sapere di accettare l’incarico ma poi si convinse quando gli assicurarono che diventando re avrebbe reso un servizio agli dei. Ed infatti il suo regno verrà ricordato soprattutto sotto il profilo religioso; più che un Re fu un Pontefice.

La sua opera contribuì a mettere ordine ad una materia, la religione, che in quel momento risultava particolarmente confusa proprio a causa dell’origine multi etnica della città; ognuno aveva portato a Roma i propri dei e l’unico culto che veniva riconosciuto da tutti era il culto della dea Vesta che custodiva il fuoco sacro attraverso le sue sacerdotesse: le Vestali.

Le stesse tribù erano formate dalle “gentes”, le quali rappresentavano gruppi di “familie” che, oltre a discendere da un comune antenato, si identificavano in un particolare culto religioso.

In questa situazione Numa Pompilio istituì una serie di istituzioni religiose ed in questo modo riuscì a creare una sorta di gerarchia fra i vari dei. Creò dei punti di riferimento che furono probabilmente decisivi nella crescita di Roma.

Tra le più importanti istituzioni create dal Re sabino, ci fu sicuramente l’ordine dei Salii, sacerdoti che avevano lo scopo di custodire lo scudo di bronzo del dio Marte, considerato il padre di Romolo, ricevuto in dono direttamente da Giove. Lo stesso Giove, lanciando dal cielo il pesante scudo che i romani chiamavano “ancile”, aveva fatto sapere che finché questo scudo sarebbe stato ben custodito, Roma non avrebbe avuto niente da temere. Allora Numa, per evitare che qualcuno rubasse lo scudo sacro, ne aveva fatte costruire undici copie dal fabbro Mamurio Veturio. I dodici scudi vennero dati in custodia ai Salii che nel mese di Marzo, dedicato a Marte, tenevano delle lunghe processioni mostrando gli “ancilia” ai romani.

Ma forse la cosa più importante che il secondo Re di Roma fece dal punto di vista religioso, fu quella di erigere un tempio dedicato al Dio Giano che, rappresentato come un dio bifronte, era il protettore di tutto ciò che era associato con un passaggio sia temporale che spaziale; era ad esempio il custode delle porte della città. Il tempio rettangolare venne eretto tra l’Esquilino ed il Foro e le sue porte venivano aperte in tempo di guerra. Durante il regno di Numa queste rimasero rigidamente chiuse.

Nell’ultima fase del suo regno, Numa Pompilio, affermò di avere una particolare consigliera: la Ninfa Egeria (vedi QUI il luogo e i resti del Ninfeo di Egeria); per i Romani fu più facile accettare delle decisioni che avevano un’ispirazione divina.

Il secondo Re di Roma morì dopo 43 anni di regno e fu sepolto in un mausoleo sul Gianicolo, un monte sulla sponda destra del Tevere.

Numa Pompilio apportò una consistente modifica al calendario istituito da Romolo che era di dieci mesi, non per niente l’ultimo mese dell’anno si chiama tuttora Dicembre. Il primo mese per Romolo era infatti Marzo, dedicato al dio Marte, il suo presunto papà. Numa aggiunse due mesi, il primo dei quali Gennaio, era dedicato al dio Giano, il dio dei passaggi, che proteggeva in questo modo il passaggio da un anno all’altro. Con questa modifica l’anno diventava di 355 giorni contro i 304 del calendario Romuleo.