Alzi la mano chi è in grado di citare a memoria qualche 
  canzone popolare romana. 
  Uhmm....Vediamo...
Un po' pochini!
In effetti, se 
  si eccettuano gli ..."indigeni", e per giunta solo quelli non più 
  giovanissimi, queste canzoni sembrano proprio cadute nel 
  dimenticatoio.
A parziale discolpa di ciò, bisogna dire che il 
  patrimonio musicale romano, o meglio romanesco, è tutt'altro che ricco, se lo 
  si confronta ad esempio con quello assai più robusto (e famoso) di Napoli e 
  dintorni; quest'ultimo è ormai divenuto oggetto di una riscoperta culturale, 
  grazie alla quale oggi è conosciuto ed apprezzato anche fuori d'Italia, e in 
  qualche caso persino tradotto in altre lingue.
A Roma, invece, i motivi 
  dialettali sono rimasti a malapena appannaggio dei pochi posteggiatori i 
  quali, è bene precisarlo, non sono quei truci personaggi che fanno sostare le 
  automobili in tripla fila al grido di 
Venghi, dotto'..., ma i 
  suonatori ambulanti che nelle trattorie erano soliti spostarsi di tavolo in 
  tavolo per eseguire motivi popolari, spesso a richiesta, ricevendone in cambio 
  qualche mancia dagli avventori più benestanti, e un bicchiere di vino da 
  quelli di più modesta condizione. Ma anche questa è una figura in via di 
  estinzione.
Nel tentativo di contribuire a mantenere vivo 
  almeno il ricordo della tradizione romana forse più negletta, viene proposta 
  qui di seguito una minima ma significativa selezione del repertorio risalente 
  ad almeno mezzo secolo fa: