S. Maria in Trivio
S. Maria in Trivio (rione Trevi, via dei Crociferi)

E’ una piccola chiesa, in un angolo della movimentata piazza di Trevi, messa in ombra dalla fontana, ma anche dalla tanto più evidente chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio.

Di origine antichissima, fatta risalire a un annesso ospedale (xenodochio) fondatovi nel 537 da Belisario, le sue vicende rimangono oscure fino al XVI secolo, quando ancora conservava il nome di S. Maria in Xenodochio (ospedale); nel 1571 fu ceduta ai Crociferi che tra il 1573 e il 1575 ne intrapresero la ricostruzione su progetto di Jacopo Del Duca, mentre l’interno fu decorato nel corso del Seicento.

La facciata è una caratteristica realizzazione tardomanierista, tripartita, a due ordini di diversa altezza; l’interno è un’aula rettangolare con quattro cappelle per lato, la cui volta fu affrescata da An­tonio Gherardì con scene della Vita della Vergine, dipinte tra il 1669 e il 1670, un bell’esemplare di pittura tardobarocca. La terza cappella destra conserva un bellissimo Crocifisso ligneo dipinto, opera veneziana della seconda metà del Trecento; sull’altar maggio­re una venerata Madonna col Bambinodel primo Quattrocento, l’arco trionfale conserva una decorazione a stucco, sempre del Gherardi, raffigurante il Trionfo della Croce.

Nella terza cappella sinistra sono conservate le spoglie di S. Gaspare del Bufalo, morto nel 1837 e canonizzato nel 1954. Dalla sagrestia si può accedere a un piccolo chiostro con archi su pilastri, attribuibile alla ricostruzione di Jacopo Del Duca.

Usciti dalla chiesa, sul fianco di questa lungo via Poli è murata un’epigrafe su lastra marmorea di circa m. 2 x 0,2, che, sia per la scrittura sia per la metrica (il testo è in distici leonini), è datata agli inizi del XII secolo: testimonia la fondazione della chiesa da parte del generale di Giustiniano, Belisario, a espiazione dei propri peccati (probabilmente l’aver esiliato papa Silverio).

Hanc vir patricius Vilisarius Urbis amicus
ob culpe veniam condidit ecclesiam
hanc hic circopedem sacram qui ponis in edem
ut miseretur eum sepe precare deum
ianua haec est templi domino defensa potenti
.

Sul portale lo stemma di Alessandro VII Chigi fu aggiunto nel 1667 quando la chiesa fu assegnata ad un altro ordine religioso.


Di fronte alla chiesa, il gigantesco palazzo Poli
presta il suo fianco come appoggio della fontana di Trevi

Per vedere com'era alla metà del '700 vedi le incisioni del Vasi.