Tempio di Vesta

Il tempio di Vesta, rotondo, è uno dei più antichi e importanti santuari di Roma. La tradizione attribuisce la costruzione di questo tempio rotondo al secondo re di Roma, Numa Pompilio. Si trovava vicino alla Casa delle Vestali; a destra la foto che ne mostra la ricostruzione nel plastico di Paul Bigot.

Situato nei pressi della Regia, il Tempio di Vesta fu ricostruito più volte a causa degli incendi provocati dal fuoco che vi veniva conservato. I resti visibili attualmente appartengono alla ricostruzione avviata da Giulia Domna, la moglie di Settimio Severo, a causa dell’incendio del 191 d.C. La forma riprende quella del tempio dopo la ricostruzione successiva all’incendio del 64 a.C. (il famoso incendio di Roma di cui era accusato Nerone), nel quale venne modificato anche l’orientamento dell’area dell’Atrium Vestae allineandolo con l’asse principale del Foro. Grazie ad abbondanti integrazioni in travertino in epoca recente, è stato ricostruito il settore rivolto verso il Foro che riveste un nucleo circolare in opera cementizia.



All’interno vi era un braciere dove veniva mantenuto un fuoco perenne a simboleggiare la dea. Si suppone che ci fosse anche una zona nascosta all’interno del tempio definita penus Vestae alla quale potevano accedere solo le Vestali; in questo luogo venivano conservati oggetti molto antichi e di notevole importanza tra cui il Palladio, il piccolo simulacro di Minerva che la tradizione vuole portato da Enea da Troia.

Le 6 Vestali, incaricate del culto di Vesta e addette alla cura del fuoco sacro, dovevano mantenerlo perennemente acceso perché la sua estinzione era un presagio infausto per Roma.

Erano scelte in età compresa tra 6 e 10 anni da famiglie patrizie e trascorrevano all'interno del sacerdozio un minimo di trenta anni con l'obbligo della verginità, pena la morte.
La Vestale che non avesse ottemperato veniva sepolta o murata viva, perché il suo sangue non poteva essere versato, e il complice punito con la morte per fustigazione.
A Roma le Vestali godevano di grandi favori e privilegi, tra cui l'essere totalmente svincolate dall'autorità paterna, aver diritto ad un carro per il trasporto in città, usufruire di posti riservati e privilegiati negli spettacoli pubblici, aver diritto ad una sepoltura all'interno della città. La Vestale che avesse incontrato per strada un condannato a morte, aveva il diritto di concedere la grazia.

Accanto al tempio si trovano i resti dell'abitazione che ospitava le sacerdotesse, costituita da un grande cortile interno porticato attorno al quale si sviluppavano le residenze e gli ambienti di lavoro delle Vestali disposti su più piani. Sotto il portico erano raccolte le basi onorarie sormontate dalle relative statue dedicate alle Vestali Massime, le decane dell'ordine che si erano particolarmente distinte dalle altre.

Dopo l'abolizione dei culti pagani, voluta da Teodosio nel 391 d.C., la casa ed il tempio vennero chiusi e l'edificio pare sia servito prima come residenza di funzionari dello stato e successivamente della stessa corte imperiale.

La foto a sinistra rappresenta anch'essa un Tempio di Vesta, quello che si trova attualmente in Piazza Bocca della Verità.
In verità questo era dedicato più esattamente a "Ercole Vincitore". Prese però questo nome per la sua pianta circolare, simile al Tempio di Vesta nel Foro Romano di cui abbiamo detto sopra.

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