Le Leggi Licinie-Sestie
(riferimento cronologico: 494 - 367 a.C.)

Erano passati più di cento anni dalla secessione sul Monte Sacro e dalla elezione dei tribuni della plebe.

In questo periodo, i rapporti tra patrizi e plebei, pur tra alti e bassi, erano comunque stati molto tesi.

La plebe aveva ottenuto altre conquiste, come la definizione di un codice scritto di leggi, la possibilità di contrarre matrimoni con i patrizi, la limitazione della schiavitù per debiti, l'accesso alle cariche pubbliche minori e poi ai collegi sacerdotali. L'accesso alla cariche pubbliche, aveva di fatto aperto ai plebei, agli "uomini nuovi", anche le porte del Senato.

Ma quello che ancora mancava alla plebe, era la possibilità di accedere alla massima carica dello stato e cioè al consolato.

La svolta si ottenne nel 367 a.C. ad opera di due tribuni di particolare valore, appartenenti al ceto dei plebei ricchi: Caio Licinio Stolone e Lucio Sestio Laterano. I due rappresentanti della plebe riuscirono a far approvare tre importantissime leggi che, prendendo il loro nome, passarono alla storia come le leggi Licinie-Sestie.

La prima facilitava il pagamento dei debiti, la seconda consentiva una migliore distribuzione delle terre a favore dei più poveri, la terza, la più significativa, stabiliva che i plebei potevano accedere al consolato, anzi, che uno dei due consoli avrebbe dovuto essere sempre plebeo.

Le leggi, a dire il vero, erano già state proposte dieci anni prima, ma per dieci anni lo scontro tra patrizi e plebei, fatto a colpi di "veto", ne aveva impedito l'approvazione, anzi aveva paralizzato l'intera vita politica della città.

Fu proprio la tenacia dei due tribuni a sbloccare la situazione, e fu così che nel 366 a.c. venne eletto il primo console plebeo, proprio nella figura di Lucio Sestio Laterano.