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Regione augustea: VII via Lata / IX Circus Flaminius
In origine l’area compresa tra la grande ansa del Tevere a ovest, il Pincio e il Quirinale
a nord e ad est e il Campidoglio a sud, era una vasta pianura alluvionale alla
quale venne dato il nome di Campus Martis a causa della presenza di un antico santuario
dedicato al dio Marte; tutta questa pianura rimase per lungo tempo al di fuori delle mura
e venne utilizzata principalmente per funzioni di carattere extra-urbano. Appartenuta in origine
ai re Tarquini, nell’anno stesso della fondazione della Repubblica l’immensa area
sarebbe diventata di proprietà del Popolo Romano, mantenuta ufficialmente
per tutta la storia dell’antica Roma.
Verso la seconda metà del V secolo a.C., venne avviata
la costruzione di alcuni edifici come ad esempio il Tempio di Apollo, e agli inizi del II secolo a.C.
viene dato avvio a una vera e propria opera di urbanizzazione alla quale parteciparono
personaggi importanti della politica dell’antica Roma come Pompeo e Cesare e poi Augusto coadiuvato
dal genero Agrippa e da altri familiari e amici; solo al livello di progetto rimase il grande
disegno di Cesare di deviare il corso del Tevere al di là dei Colli Vaticani
per unire insieme il Campo Marzio e il Campo Vaticano.
Le ultime zone che subirono i lavori furono quelle settentrionali e orientali; nelle prime Augusto fece costruire il suo grandioso Mausoleo mentre nelle seconde, al di là della Via Lata (il primo tratto della Via Flaminia) le prime costruzioni iniziarono intorno al III secolo, specialmente intorno alle pendici del Pincio e del Quirinale già occupate da grandi ville, come quella di Sallustio. Della maggior parte dei monumenti presenti nel Campo Marzio rimane ben poco di visibile; molti di essi sono nascosti o sono stati inglobati nel paesaggio urbano della città; rimangono riconoscibili larghe parti dell’impianto urbanistico, gli orientamenti fondamentali, alcuni grandi assi viari e anche parti del tessuto minore, mentre nuclei di edifici o singoli palazzi, costruiti sui ruderi dei monumenti, ne hanno conservato variamente la pianta, i volumi, gli spazi (i maggiori esempi sono piazza Navona, Palazzo Massimo alle Colonne e gli edifici sorti sopra il Teatro di Pompeo.)
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